Come te

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Ciao a tutti amigos. Sono tre settimane che vi ho lasciato senza storie vi prego di non odiarmi, ma con la fine della scuola le ultime interrogazioni/ compiti uccidono. Da giugno però tornerò PIÙ FORTE CHE MAAAI.
Spero perdoniate lassenza con questa storiella un po'...🌚🌚🌚

Buona lettura, vi aspetto nei commenti⭐️


"Ti amo.."

Una frase intima, che non dici sicuramente alla prima persona che ti capita davanti.
Eppure...

Era tutto buio, soffuse erano le luci che scarsamente illuminavano quel grande stanzone con le pareti tappezzate di rosso.
In quella stanza si incontrano i due.
Nessuno aveva la minima idea di chi avesse davanti; entrambi hanno solo una certezza.
Chiunque abbia accettato un simile incontro non aveva un bel niente da perdere.

Erano questi i patti, vedersi, ma al buio.
I respiri dei due erano affannosi, un po' per l'ansia, un po' anche per l'emozione.

Ermal era lì, impaziente di avere un contatto fisico con lo sconosciuto che tanto lo intrigava.

Non ci volle molto affinché il riccio fu accontentato, infatti ad un tratto nel silenzio più totale in cui era avvolta la stanza cominciò a sentirsi il rimbombare di alcuni passi.
Ermal era elettrizzato, non aspettava altro.
Più si avvicinavano i suoni di quelle suole sul pavimento più l'adrenalina aumentava.

Eccoli, a pochi centimetri di distanza.

I respiri dei due aumentano, quasi diventano ansimi.

"Adesso ce divertiamo"

Ermal fu travolto, letteralmente da quello sconosciuto che tanto profumava di menta, probabilmente per nascondere la puzza di fumo che travolse le labbra del barese.
Appunto l'altro cominciò a baciarlo, sempre con più foga accarezzando le gambe del più piccolo, che rispose alle mosse dell'attraente a lui di fronte coinvolgendo entrambe le lingue in una danza sempre più passionale.

Ermal sentì scosse percorrergli la schiena, e tantissimi brividi quando l'altro si staccò dalla sua bocca e incominciò a baciare la mascella, il collo, lasciando qualche morso e qualche segno viola appena visibile sulla pelle pallida del ricciolino.
Lui prese ad accarezzargli i capelli, mentre l'altro continuava a baciargli e leccargli il collo, e con una mano gli accarezzava una fianco da sotto la camicia del riccio, provocandogli altri brividi in tutto il corpo.

Ad un certo punto lo sconosciuto gli prese i polsi magri di Ermal e attaccandosi col corpo completamente a lui iniziò a spingerlo lentamente verso il letto, mentre le labbra restavano incollate e continuavano quella lunga e appassionata danza.

Arrivati vicino al letto l'anonimo si staccò dalla sua bocca violentemente e lo spinse sul letto con altrettanta violenza.
Prese a "guardarlo", e per quanto si sforzasse con quel buio vedeva poco, riusciva a riconoscere solo un corpo magro e riccioluto, ma il tutto grazie anche al tatto.

Dopodoché il moro si sedette sul suo bacino, prendendogli le mani e incrociando le dita, mentre le portava sopra la testa del riccio sul materasso.
Erano entrambi silenziosi, nessuno dei due apriva bocca per parlare, si sentivano solo i respiri di entrambi che già si erano fatti più pesanti, e i cuori dei due che battevano con un moto più accelerato.
Ermal sollevò un po' la testa e iniziò a baciare il collo dell'altro ragazzo, sentendo il suo profumo dolce e la sua pelle punzecchiante a causa della barba.
Riprese a baciarlo sulle labbra e ad aggiungerci la lingua, mentre il più grande aveva iniziato a sbottonargli lentamente la camicia.

Secondo Ermal, il ragazzo lo stava facendo in modo decisamente troppo lento, infatti liberò i polsi dalle sue mani e iniziò a sbottonarsi la camicia con più foga. Questo gesto non piacque allo sconosciuto, che intendeva farlo morire di desiderio, voleva accumulare tutta l'adrenalina per dopo, voleva vederlo pregare per essere scopato da lui in quel momento.
Lo inchiodò al letto.

"No piccolè, qua comando io."

Disse sussurrando la frase alle sue orecchie, un sussurro che arrivò come un urlo a Ermal, che lo baciò e non fece altro che annuire.
A quel punto non stava più nella pelle, quella cattiveria dell'altro lo intrigava tantissimo, e in quel momento voleva godersi tutto, ogni bacio, ogni tocco, ogni parola sussurrata e ogni respiro.

Il moro iniziò a baciare il petto liscio del ragazzo sotto di lui, gli lasciò anche qualche morso e ogni tanto succhiava la pelle, ma senza lasciarci alcun segno troppo evidente; dopo un po' si avvicinò ai suoi capezzoli e iniziò a leccarli lascivamente e a stuzzicarli coi denti finché non li sentì diventare più duri.

Il riccio iniziò a sentire un gonfiore all'interno dei boxer, il suo respiro si fece più pesante, e ogni tanto dalla sua bocca uscivano diversi suoni prolungati: lo sconosciuto ci sapeva proprio fare.

Ermal si sentì spingere col bacino il suo ventre e lasciò uscire un sospiro dalla sua bocca.

Non aveva mai avuto un rapporto così intenso con qualcuno, soprattutto senza neanche sapere chi fosse.
Le movenze del ragazzo diventavano sempre più spinte, forti, era proprio diretto.
Il riccio sottostava a lui, a quanto volesse, che desiderava fortemente a sua volta.
Sentiva che qualcosa, dentro di se -ma anche dentro i suoi slip- volesse fortemente sentire più vicino il Romano, che stava prendendo in mano totalmente la situazione.

"Vie qua.. fatte sentì quanto sei bello.."

Nel buio, l'ombra di una mano tesa verso Ermal era l'unica cosa che riuscisse a vedere.
Era eccitato, strinse subito la presa, avvicinandosi lentamente.
Il ragazzo lasciò da parte quella "violenza" lasciando spazio ad un momento di dolcezza tra i due.
Portò le mani sul viso del più piccolo, solcando con le dita ogni lineamento perfetto presente su di esso.

"C'avevo ragione... sei proprio bello.."
"Tu pure.."

Fu Ermal ad accarezzare ogni centimetro della pelle del ragazzo, sorridendo.
Posò un bacio sulle labbra del Moro, che cinse i fianchi del minore ai suoi.
Passò una mano tra i suoi capelli, districò i suoi ricci dolcemente, mormorando parole dolci.

"Me fanno impazzì i tuoi capelli.."
"A me fai impazzì tu, Moro.."

Non appena pronunciate quelle parole, Ermal prese pieno controllo del corpo del Moro, che portò sul letto.
Lo fece stendere, baciò le sue labbra fino a farle diventare viola, scese lasciando segni sul collo e sul petto tatuato dell'altro fino a quando non arrivato al lembo dell'intimo, non lo abbasò ed iniziò a pompare la lunghezza del ragazzo.
Muoveva la bocca lentamente, leccava tutta la lunghezza ed accompagnava il tutto con la giusta velocità.
Il Moro passivo al riccio, godeva e gemeva. L'aria si andò riempiendo di gemiti, le coperte del letto disfatte a causa delle mani del maggiore, che le stringeva forte tra i pugni.
Adesso era Ermal a far morire di desiderio l'altro.

Si staccò, lasciando il ragazzo eccitato ed ansimante.

"Nun me puoi lascià così..."
"Tranquillo.. amore.."

L'aveva detto. Provava qualcosa, di forte, che andasse oltre il sesso vero e proprio in quel momento.
Stava per scopare con una persona che non aveva mai visto prima d'ora, che però iniziava già ad amare.
Accarezzò l'erezione del suo lui, che tanto soffriva. Era riuscito nel suo volere, ed adesso avrebbero goduto entrambi per bene.

Ermal si sedette, su di lui, lasciandosi andare totalmente.
Muoveva il posteriore, come lo stesso faceva col bacino il ragazzo.
Urlava, dal dolore, ma ben presto quelle urla diventarono di solo piacere.
Sentì le dita dell'altro raggiungere la sua mano, che tra un gemito e l'altro, fece schiudere le labbra di Ermal in un sorriso, un sorriso vero.

Esausti ma felici si trovarono distesi uno di fianco l'altro. Tra gli ansimi, le carezze ed i baci, dalle labbra del più piccolo, fuoriscì una frase, che può sembrare banale, ma che per i ragazzi non lo era per niente

"Ti amo.."
"...Bizio.. solo Bizio.."

Le luci si accesero, ma Ermal e Fabrizio, non erano interessati a scoprire le rispettive identità: avevano già capito di desiderare di non bastarmi mai, sigillando questo loro patto d'amore con un bacio, uno di quelli veri.

 ||OneShots|| MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora