Capitolo 8.

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Ho chiesto a James di accompagnarmi in ospedale. Rebecca mi ha avvisato dicendomi che Ansel ha avuto un incidente ed è dovuta correre in ospedale con Travis. Mi ha detto che è in condizioni gravi, e sono piú che preoccupata, sia per Ansel, sia per Rebecca. Ho circa una cinquantina di domande che mi girano per la testa e non so quale porre prima quando sarò lí. Non capisco cosa ci faceva Ansel fuori se Rebecca era a casa con lui e il perchè della sua "uscita". James è stato davvero genitilissimo ad accompagnarmi, ho passato una bella serata con lui e mi dispiace moltissimo che debba lasciarlo cosí presto, ma non avevo intenzione di rimanere ad un appuntamento quando un mio amico ha avuto un incidente e ha bisogno del nostro aiuto, o comunque di un supporto. Ma in ogni caso, devo esserci comunque, non sarebbe gentile non farlo.

Quando arriviamo, saluto velocemente James ringraziandolo per la serata e per il tempo passato insieme. Gli lascio un bacio veloce sulla guancia ed esco, dirigendomi verso l'entrata dell'ospedale. L'ambiente è fresco e con il solito odore che si trova dentro questi edifici. Chiedo ad una infermiera la posizione della stanza 324, citata prima da Rebecca. Mi informa che si trova al secondo piano, infondo al corridoio. La ringrazio e salgo, trovando Travis ed Amy fuori dalla stanza. Ha un vetro che la separa dal corridoio, cosí da poter vedere quello che si trova all'interno. Accanto ad Ansel si trova Rebecca, seduta in una sedia accanto alla barella. Non sono sicura che stia piangendo, ma sono sicura che sta male, e anche molto. Ha lo sguardo perso nel vuoto e stringe la mano destra di Ansel, che è stato intubato e fasciato da qualche parte. Penso che sia andata davvero di fretta, dato che indossa soltanto la felpa di Drew e le scarpe.

"Che è successo?" chiedo ansiosa, avvicinandomi ad Amy e Travis.

"Si è schiantato contro un palazzo" spiega Amy con voce strozzata "Rebecca era in biblioteca con Evan" continua, asciugandosi una lacrima e tirando su col naso.

"In che condizioni è?"

"Ha un grave trauma cranico e la gamba rotta, ma fortunatamente nient'altro, solo qualche graffio" dice, alzandosi e andando verso il vetro che ci separa dalla stanza.

Sospiro, sedendomi nella sedia accanto a Travis e posando lo sguardo di nuovo su Rebecca ed Ansel. Sono piú che sicura che vorrà rimanere qui per la notte e che non uscirà da quella stanza finchè Ansel non starà bene. Mi chiedo perchè sia uscito, quando Rebecca era con Evan. Piuttosto, cosa ci faceva lei con Evan? Non sapevo avessero un appuntamento o comunque non sapevo avessero organizzato qualcosa.

Dopo circa dieci minuti di ipotesi e pensieri, Amy e Travis decidono di ritornare a casa e ritornare domani mattina, cosí li seguo di sotto, non volendo disturbare Rebecca.

REBECCA'S POV.

Sono sicura che abbiano pensato che stessi dormendo, ma non lo sto facendo, e non lo farò. È stata una delle serate piú brutte della mia vita. Sapere che il mio migliore amico ha avuto un incidente quando io non ero con lui mi ha fatto sentire maledettamente in colpa. Mi sento colpevole per averlo lasciato solo ed essere andata con Evan in biblioteca, per non essere stata con lui e avergli fatto compagnia. Avrei potuto chiedergli di venire con noi, avrei potuto rifiutare o avrei potuto invitare Evan dentro, ma invece no, non ho fatto niente di tutto ciò e adesso mi ritrovo in una fottuta stanza di ospedale con il mio migliore amico intubato e con la gamba rotta. Ha un grave trauma cranico e fasciature ovunque, non credo che si riprenderà presto ma lo spero davvero, non ho voglia di vedere un Ansel che non parla e che non ride. Non ho voglia di non vederlo e basta.

**

Apro gli occhi, sperando che sia finalmente mattina. Ho passato una notte svegliandomi ad ogni movimento di Ansel e ripensando a quello che è successo, il perchè del suo andar fuori ad un orario simile. Guardo l'orologio e per mia fortuna sono le 7:30. Non ho idea di come possa ritornare a casa, è presto e non ho voglia di chiamare gli Elgort, saranno anche loro stanchi e mi hanno detto che questa mattina sarebbero passati in farmacia, cosí l'unica persona che mi viene in mente in questo momento, è Evan. So che è un orario strano e che ci sia una grande possibilità che stia ancora dormendo, ma decido di chiamarlo comunque, sperando che risponda. Per mia fortuna, risponde dopo circa sei squilli, assonnato e con la voce roca. Gli dico di venirmi a prendere al piú presto in ospedale, e prima che potessi rispondere al suo "okay", chiude la chiamata.

Mi volto verso destra, notando che Ansel è sveglio e mi sta fissando.

"Ansel" esclamo, sorridendo e stringendo la sua mano. Sorride anche lui, cosa che mi rende piú felice che mai.

"Che è successo?" chiede, alzando di poco la testa.

"Hai avuto un incidente"dico, notando il suo sguardo confuso "non ricordi nulla?" chiedo.

"No" scuote la testa, per poi riappoggiarla sul cuscino e chiudere gli occhi. Sospiro, lasciando la mano e notando il telefono illuminarsi. È Evan, dice che è già arrivato. Mi alzo, prendendo la borsa ed infilandoci il telefono.

"Dove vai?" chiede Ansel, guardandomi.

"A casa"dico "sono stanchissima, non ho dormito e tra meno di un'ora verranno i tuoi genitori, avviso l'infermiera che sei sveglio" continuo, lasciandogli un bacio in fronte ed uscendo dalla stanza. Lo saluto con la mano tramite il vetro e lui sorride, facendo un piccolo cenno con le dita. Avviso l'infermiera ed esco fuori dall'edificio, notando Evan appena fuori dall'entrata, dentro la sua auto nera. Cerco di coprirmi, dato che piove leggermente ed entro velocemente in macchina.

"Oddio! Ti hanno violentata? Perchè non hai chiamato me o il tuo amico? Che è successo?" urla velocemente Evan, voltandosi verso di me.

"Ma di cosa stai parlando? Violentata? Io?" chiedo, cercando di tranquillizzarlo.

"non lo so,sei praticamente svestita,sembri distrutta e hai due occhiaie assurde" dice sospirando.

Mi accorgo di avere indossato praticamente tutta la notte soltanto una felpa, cosí cerco di tirarla il piú in basso possibile e "no,non sono stata violentata da nessuno. Ho passato tutta la notte con Ansel in questo lurido ospedale, e mi dispiace se ti ho distubato ma non sapevo chi chiamare. Scusami,mi sento una stupida" continuo, sbuffando e stringendo le braccia al petto.

"Rebecca" la voce bassa "sono davvero davvero felice che tu mi abbia chiamato ma devo dirti una cosa, ci penso da ieri e so che magari è ancora presto ma vorrei invitarti a uscire,sai una vera uscita" mi sorprende la sua sfacciataggine e il suo modo di esprimersi, cosí mi volto velocemente verso di lui.

"Evan tu sei uno splendido ragazzo, sei gentile e simpatico,ti ringrazio ancora ma... Per adesso preferirei se continuassimo a sentirci via sms,sai Ansel ha bisogno di me e beh credo che anche io ho bisogno di lui. Magari a volte protesti anche chiamarmi, sarebbe bello, sí"

"Ah wow,certo. E scusa se ti sono sembrato troppo invadente" finisce, mettendo in moto l'auto e partendo verso casa. Io gli sorrido e basta, voltandomi verso il finestrino e appoggiandoci la testa. Chiudo gli occhi, sfinita e stanca di questa nottata davvero schifosa, sperando che si risolvi tutto al piú presto.

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