Capitolo 11.

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L'enorme edificio ci appare davanti, mostrando a noi tutta la sua grandezza. Entriamo, seguite da Ansel. Davanti il portone, sulle scale, sono sparsi alcuni studenti e professori. Ansel saluta degli amici, cosí decidiamo di trovare l'orario,  per sapere in che classe dovremmo trovarci tra un pò. Le lezioni pomeridiane iniziano alle 17:30, abbiamo un quarto d'ora libera. Chiediamo in segreteria un orario e la donna dai capelli grigi e corti porge a Rebecca un foglio. Decido di iniziare con letteratura, mentre lei preferisce iniziare con la chimica. Cerchiamo prima le classi e poco dopo ci dividiamo. Percorro il corridoio affolato, trovando l'aula di letteratura. Per mia fortuna, non si trova ancora nessuno al suo interno, cosí prendo posto in uno degli ultimi banchi e sospiro. Lentamente la classe va riempiendosi e tra sguardi sospetti e risatine "passo" un'ora. Devo dire che non è stato poi cosí male, la professoressa Harthrow è piuttosto simpatica e sembra ben preparata. Spero davvero di potet passare un buon anno e conoscere delle buone persone.

Alla fine dell'ora io e Rebecca capitiamo nella stessa aula. Una ragazza minuta e particolarmente bella entra, facendo un cenno a Re con la testa.

"Lei è Cassie"sussurra, avvicinandosi.

Annuisco, continuando a guardare la cosidetta ragazza. Si siede accanto ad un ragazzo barbuto, non facendo molto caso alla sua presenza. Porta i lunghi capelli lisci dietro le spalle, abbassando poi lo sguardo per guardare il blocknotes sul suo banco. Noto che entra Jace, l'amico di Ansel che stava al suo compleanno. Sorride, notando la mia presenza, e poi si siede in fondo alla stanza, accanto ad una ragazza con troppo rossetto sulle labbra. Mi volto verso Rebecca, notandola ben concentrata e attenta.

"Devo parlarti" le dico, avvicinandomi al suo orecchio. Si volta verso di me, lanciandomi un'espressione curiosa.

"Di Evan" continuo, portando poi lo sguardo al banco.

Dopo altre due ore siamo fuori e stiamo aspettando Ansel accanto all'entrata. Rebecca sembra abbastanza soddisfatta delle scelte del suo orario, mentre io non sono abbastanza sicura del mio. Quando esce Ansel, ritorniamo a casa, arrivando precisamente alle undici di sera. Lo salutiamo e ci diamo appuntamento per domani.

Quando entriamo, decido di fare una doccia calda e cambiarmi. Sono davvero stanca, e non ho voglia di far qualcosa. Finisco velocemente, raggiungendo poi Rebecca nella sua stanza. Sta guardando qualcosa al computer e quando entro, si sposta leggermente, facendomi spazio sul letto. Sospira, voltandosi verso di me e sorridendo.

"È stato bello" dice, chiudendo il pc e posandolo sopra il comodino a fianco del letto.

"Sí, è vero"sorrido.

"Cosa dovevi dirmi?" dice, corrugando la fronte. Credo che prima o poi le avrei detto di Evan. Inoltre, penso davvero che lui sia un tipo giusto e somiglia  moltissimo a Rebecca, non penso che lei dovrebbe farselo scappare. Capisco il suo momento e la sua preoccupazione per la scuola e per Ansel, ma dovrebbe anche pensare a se stessa e non totalmente agli altri. Il viaggio in Irlanda è stata la scelta migliore che io, che noi, abbiamo preso. È stato faticoso, sí, ma dopo la prima settimana di sistemazione è bene che un pò di libertà ci spetta, sopratutto a Rebecca. Negli ultimi giorni ha pensato principalmente ad Ansel e ai nostri problemi, non ha minimamente passato del tempo a curarsi o semplicemente a fare una di quelle cose che fa sempre, leggere, sistemare, pulire forse, guardare dei film, insomma, qualcosa che mi ricordi la vera lei. È stressata, nervosa e preoccupata, e spero davvero che questa cosa le passi facilmente. Dovrebbe essere felice e spensierata di esser qui, e sono sicura che è felice. Ma ha sempre la testa a qualcos'altro che non tratti di lei e della sua vita, e non sopporto il fatto di vederla cosí. Prima parlavamo molto di piú, dopo il trasferimento siamo state occupate, cosí spero di recuparare il tempo perso. Alterneremo le lezioni in pomeriggi e mattine, avremo piú tempo e cercheremo di spenderlo al meglio. Ovviamente poi, ognuno farà quello che le interessa, ma il fatto di avere una casa insieme, o solo il fatto di poterla avere accanto sempre, mi rende molto piú tranquilla. È bello poter pensare che puoi chiedere aiuto da una stanza, puoi chiedere un consiglio, o semplicemente poter passare del tempo a chiacchierare, cose che prima non accadevano. Non abitavamo vicine, a Londra. Ci vedevamo solamente i fine settimana e il periodo della scuola ci siamo viste davvero poco. L'importante, peró, è che siamo ugualmente rimaste unite, abbiamo continuato a scriverci, chiamarci, a volte parlavamo solo per il semplice fatto di poter ridere su qualche stupidaggine, e adesso che viviamo insieme, il problema non si crea piú. Ritornando alla domanda di Rebecca, decido di dirle di Evan non parlando del nostro incontro, cercherò di farlo sembrare il meno interessante possibile e proveró a convincerla a richiamarlo.

"Dovresti chiamarlo, penso che sia un buon ragazzo per te"

"Cosa?"

"Becca, hai bisogno di libertà. Non puoi stare tutto il giorno a preoccuparti di altre persone, devi vivere la tua nuova vita a Doolin, e se incontrerai degli ostacoli, io sarò qui ad aiutarti, a superarli, ricordalo"

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