Capitolo 9.

56 4 1
                                    

È arrivata da qualche minuto Rebecca, dire che è distrutta è poco. Quando mi ha visto è scoppiata a piangere e si è praticamente buttata tra le mie braccia. Mi ha spiegato che si sente in colpa per Ansel, che non voleva lasciarlo solo e che l'appuntamento con Evan non era neanche programmato, sono solo andati in biblioteca per due ore. Nessuno sa il motivo della sua uscita, e Rebecca non ha idea del perchè, ma una cosa è sicura, lui è uscito perchè era solo. Non penso che lo avrebbe fatto se insieme a lui c'era qualcuno, e credo che Rebecca si senta in colpa proprio per questo motivo, ma a parer mio, dovrebbe calmarsi e capite che non è stata lei. Quando è arrivata era combinata davvero male, aveva solo la felpa e le scarpe e delle occhiaie assurde. L'ha riaccompagnata Evan a casa, dato che non ha voluto chiamare Amy e Travis per la paura di disturbarli. Adesso sta dormendo, era davvero stanca e aveva troppe cose per la testa. Penso che parleró con Ansel riguardo l'incidente, dato che Rebecca non ha intenzione di chiedergli niente riguardo alla sera scorsa.

A proposito, devo chiamare James e scusarmi per ieri. Non ho avuto il tempo di ringraziarlo per bene o dirgli semplicemente qualcosa. Sono direttamente entrata all'ospedale e mi dispiace non aver passato piú tempo con lui. Mi sono trovata davvero bene con lui, è un ragazzo per bene ed è davvero simpatico. Mi ha fatto ridere e mi ha parlato dei suoi interessi. Mi assomiglia molto, a dire il vero. Ama i posti tranquilli, come i boschi o il mare in inverno e legge molto, anche se non sembra. Mi ha detto che è molto diverso da Evan sotto certi aspetti, ma che infondo si assomigliano. Inoltre, è molto interessante. L'unica cosa che non mi ha convinto è stata la storia sulla famiglia e sul suo trasferimento. Mi ha davvero detto poco e non è sceso nei particolari. Non che volessi sapere la sua intera vita, ma si è limitato a dirmi che si è trasferito qua per problemi in famiglia, mentre io gli ho raccontato il motivo per cui io e Rebecca siamo qui. A lui è sembrata piacere questa idea dei piani e del futuro, mi ha detto che ci sono moltissimi posti da visitare qui in Irlanda e che se a me e lei farebbe piacere, potremmo andarci insieme a lui ed Evan, con il passare del tempo. Io ovviamente, non ho dato alcuna risposta, conoscendo Rebecca e le sue intenzioni. Non le piace James, ne sono pienamente sicura, ma a me è bastata una serata per conoscerlo meglio e chi lo sa, magari cambia idea anche lei.

La mattinata passa velocemente, ho aiutato Amy a sistemare un borsone per Ansel e a cucinare alcune cose per il pranzo. Travis è andato in ospedale ed è stato lí per tutta la mattina, dandoci le notizie su Ansel, fortunatamente buone. Rebecca dorme ancora, cosí dopo pranzo, decido di stare un pò al PC e aspettare che si svegli. Suona il mio cellulare, cosí mi alzo e noto che non è James o comunque qualcunoche conosco.

"Pronto?"

"Emily?" chiede la voce maschile.

"Si?"

"Sono Evan. Volevo chiederti se posso parlarti, uhm, da qualche parte"

"Oh. Certo"

"Di Rebecca"ride.

"Si, dove ci vediamo?"

"Al bar vicino casa tua, fra dieci minuti sono là"

"Okay" chiudo, cercando di non svegliare Rebecca e infilando le scarpe. Avviso Amy ed esco, svoltando l'angolo alla fine della strada e ritrovandomi davanti l'"Orange tea house". Mi siedo ai tavolini all'esterno ed aspetto Evan. Dopo i cosiddetti dieci minuti, ecco Evan arrivare al bar, con la sua camicia a quadri e le vans a scacchi. Sorride e mi saluta, sedendosi poi accanto a me.

"E allora?" chiedo, voltandomi verso di lui.

"Devo parlarti di Rebecca" dice.

"Lo so" ridacchio, voltandomi di nuovo verso le strade di Doolin.

"Non le piaccio"

"Cosa?" mi volto, spalancando gli occhi. A Rebecca non gli piace James, ma Evan le piace di sicuro, e non vedo il motivo per cui lui dovrebbe pensare il contrario.

"Ieri sera è stato davvero fantastico, siamo stati bene insieme e abbiamo anche gli stessi gusti sul leggere, ma quando ho dovuto riaccompagnarla a casa, stamattina, mi è sembrata piuttosto fredda e distaccata e mi ha detto che le serve del tempo, che per adesso è preoccupata per Ansel e non le va di uscire" sospira, portando una mano tra i capelli.

"Evan"sorrido"non è come pensi. Le piaci, te lo assicuro. Solo che lei è cosí, ha sempre bisogno del tempo per riprendersi, ma sono sicura che le farebbe piacere se continuassi a chiamarla e a farti sentire, per adesso non sta bene e non credo che abbia voglia di uscire ma non devi preoccuparti, le parlerò se ti va"

"Okay, grazie" sospira, voltandosi dalla parte opposta. Passiamo altri cinque minuti a parlare della serata tra lui e Rebecca bevendo un tè, e alla fine ci salutiamo, ritornando ognuno a casa propria. Quando arrivo, Rebecca è sveglia e sta aiutando Amy a far qualcosa. Mi chiede dove sono stata, e le dico che sono uscita a fare una passeggiata. Non voglio che sappia di me ed Evan, non le piace che io mi intrometta nei suoi affari, ma non mi sembrava giusto non aiutarlo e lasciarlo senza una minima speranza. A lui le piace, ed anche a lei, ma capisco Rebecca in questo momento, e le do tutta la ragione possibile. Non sta bene, e lo so, ma passerà anche questo.

La serata è piuttosto normale, se non fosse per l'umore Rebecca. Non ha voluto mangiare e non parla con nessuno, si limita a dire 'sí' e 'no' e a trascinarsi da una stanza all'altra. Le ho proposto di guardare un film, ma non sembrava molto entusiasta, cosí le ho detto di far qualcosa, di uscire a prendere un gelato magari, ed è stata costretta ad accettare. Dire che non si è minimamente impegnata per vestirsi è scontato. Le ho detto che se l'avrebbe resa piú tranquilla, avremmo preso dei gelati e li avremmo portati da Ansel, cosí da fargli compagnia. Dato che ha accettato, ho deciso di chiamare James, cosí da rimediare per la serata di ieri. Rebecca non sembra essere entusiasta dell'idea, ma ogni volta che cerca di dirmi qualcosa, le ricordo che la sto portando da Ansel per lei, cosí sbuffa e si volta dalla parte opposta. Dopo una mezz'oretta, arriva James, e quando arriviamo in ospedale, dopo aver preso i gelati, fortunatamente troviamo Ansel sveglio. Entriamo dentro la camera, trovando un Ansel sorridente e con delle cuffie alle orecchie disteso sul letto.

"Ha le nostre cuffie" sorride Rebecca, prima di precipitarsi da lui ed abbracciarlo. Sono felice che stia bene, sono felice che Rebecca sia felice, tutto qui.

Our futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora