three!

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Terminata la lezione, volevo parlare con Allyson. Si trovava vicino a Peter e MJ fuori dall'aula; stavo per avvicinarmi quando arrivò il preside, che disse euforico a voce alta: "Signor Parker, sono molto felice che abbia accettato di accompagnare la signorina Joie a fare un giro della scuola, sono contento di avere alunni diligenti e disponibili. Avete a disposizione tutta quest'ora." In quel momento la campanella suonò e tutti, eccetto Pete e Allyson, tornammo in classe.

Quella lezione fui tesissimo, non riuscivo a non pensare al fatto che in quel momento Pete girava con Allyson per la scuola, da soli. Mi girai verso MJ che, nonostante fosse la penultima ora, era ancora assonnata; ho sempre pensato che lei è Pete sarebbero stati la coppia del nostro trio e che io avrei poi trovato una ragazza che sarebbe entrata a far parte del nostro gruppo. E invece, forse sarà Pete ad avere una ragazza che entrerà a far parte del nostro gruppo.

Mary Jane mi guardò e scosse la testa come per dire "che c'è?" io le risposi scuotendo la testa per dire "niente".

Per il resto della giornata non vidi più Allyson, ma con Pete parlammo di lei lungo il tragitto verso casa.
"Allora?" dissi.
"Allora cosa?" rispose lui.
"Allyson!"
"Ah... è simpatica e davvero carina!" disse lui "Inoltre è sveglia e ama molto l'ambiente."
"L'ambiente?"
"Si, girando per la scuola ha detto che dovremmo fare la raccolta differenziata e che patisce molto lo smog della città"
"Patisce lo smog e vive a New York: ironico." Mi tornò in mente che mia mamma aveva costruito e sparso per la città piccoli laboratori per la salvaguardia dell'ambiente, parlando di quelli con Allyson forse avrei fatto colpo.

Ero immerso nei miei pensieri e Peter nei suoi quando sentimmo un forte botto; alzammo lo sguardo e vedemmo gente che scappava nella nostra direzione. C'era stata un esplosione alla banca, dovevano essere gli uomini di Fisk, negli ultimi tempi c'erano stati molti reati e probabilmente dietro a tutto c'era Fisk.
Mi girai e Peter non c'era già più: quel ragazzo è un codardo!
Vidi che una donna cadde e venne circondata da uomini con il passamontagna, così corsi verso di lei per aiutarla. Tirai un pugno ad uno dei malviventi ed egli cadde a terra, poi mi girai e ne colpii un altro; aiutai la signora ad alzarsi e immediatamente ricevetti un colpo sulla schiena.
Caddi, ma subito un omone grande e grosso mi tirò sù e mi diede un pugno dritto in faccia. Che dolore!
La donna mi guardò: voleva aiutarmi ma non sapeva cosa fare.
Così le urlai di scappare. Ero sicuro di stare per ricevere un altro pugno e chiusi gli occhi, ma per mia fortuna qualcosa bloccò il gigante: Spider-Man l'aveva fermato e mi intimò di scappare, così feci.

Ero un po' stordito per i colpi presi, ma riuscii a correre e ad allontanarmi;
più in là rividi la signora che avevo aiutato: era una bella donna, sulla quarantina. Mi chiese come stessi e mi pregò di accettare un invito a cena a casa sua la sera seguente come segno di gratitudine; prima che potessi dire una parola, mi aveva già dato un biglietto con scritto l'indirizzo e mi aveva ringraziato nuovamente abbracciandomi. Infine se ne andò.

Guardai il biglietto, il luogo era vicino a Central Park, un po' lontanuccio da casa mia; pensai cosa avrebbe detto mio padre, ma poi mi resi conto che non gliene sarebbe importato.

Quindi tornai a casa, pensando a quello che era appena successo e a Spider-Man: lui si che piaceva alle ragazze.

𝙃𝙖𝙧𝙧𝙮 𝙊𝙨𝙗𝙤𝙧𝙣 - 𝙩𝙝𝙚 𝙤𝙩𝙝𝙚𝙧 𝙛𝙖𝙘𝙚 𝙤𝙛 𝙩𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙞𝙣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora