Capitolo 1- L'arrivo in America

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Elisabetta's POV

Eccomi qui... mentre scappo dai miei problemi. Mi chiamo Elisabetta, ho 18 anni e sto trasferendomi in America di nascosto dai miei genitori. Per chiarire, non sto partendo di nascosto, sanno che vado in America, ma pensano che ci stia andando per farmi una vacanza. Ho ommesso la questione del trasferimento. Vi starete chiedendo che problemi può avere una ragazza di 18 anni da portarla a "scappare". Bene, diciamo che la mia stessa vita è un problema. Sfortunatamente, la mia intera famiglia sembra essere accecata dalla sfiga. Mio zio ci ha da poco lasciati dopo aver lottato per due anni contro una brutta malattia. Poi c'è mio padre. Beh, lui soffre di depressione e la sua malattia mi sta distruggendo. Sono tre anni che combatto per non pensare ai problemi di mio padre. Purtroppo, però, mi lascio coinvolgere un po' troppo (le mie bocciature a scuola ne sono la prova). La malattia di mio padre è il motivo per cui mi sto trasferendo. Ho capito di dovermene andare il più lontano possibile da lui, se non voglio rischiare di impazzire. Tornando al mio viaggio, sono appena atterrata a Los Angeles. Solitamente non sono molto brava ad ambientarmi in nuovi posti, ma in questo caso non dovrebbe essere un problema, visto che amo l'America e ho sempre sognato di viverci. Dopo essere uscita dall'aeroporto, faccio l'autostop e salgo sul primo taxi che si ferma.

Dialoghi in inglese

Io: "Buonasera, potrebbe portarmi al Royal Palace Westwood?"

Autista: "Certamente"

Circa un'ora dopo

Autista: "Siamo arrivati"

Io: "Grazie mille, quanto le devo?"

Autista: "100 dollari"

Io: "Ecco a lei"

Autista: "Benvenuta a Los Angeles, signorina e buona permanenza"

Io: "Grazie mille e arrivederci"

Scendo dal taxi ed entro nell'hotel. Penso di non aver mai visto un hotel così enorme. Mi sembra un sogno. Vado alla reception per fare il check-in, mi danno le chiavi della mia stanza e mi dirigo verso di essa. Arrivo finalmente nella mia camera e mi sdraio nel letto, stanca morta. Dopo essermi fatta una doccia ed essermi cambiata, vado subito a letto. È mattina, mi sveglio e sento bussare alla porta. Vado ad aprire e, con grande sorpresa, mi ritrovo davanti la mia vecchia amica Arya.

Arya: "Ciao Ely! Che bello vederti"

Io: "Arya! Che sorpresa! Ma come facevi a sapere che mi trovavo in questo hotel?"

Arya: "Semplice! Ieri sera ti ho vista mentre facevi il check-in! L'hotel è di mia madre"

Io: "Capisco. Sono felice di vedere una faccia conosciuta"

Arya: "Anch'io! Come mai da queste parti?"

Io: "Mi sto trasferendo qui! Non ce la facevo più a stare con i miei!"

Arya: "Pesanti?"

Io: "Sì, soprattutto mio padre! Non sta molto bene e la sua malattia fa stare male anche me... soffre di depressione"

Arya: "Mi dispiace tanto! Capisco come ti senti."

Io: "Tua nonna c'è passata, mi ricordo"

Arya: "Canti ancora?"

Io: "Sì, perché?"

Arya: "Sto organizzando una festa per un mio amico che ha finito il college e stavo pensando ad una serata musicale, solo che non ho trovato nessuno. Non è che potresti venire tu? Hai una voce fantastica e, chissà, magari ti presento qualche produttore!"

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