15. Everything for her

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Con fatica aprì gli occhi. Era circondato da alberi e la temperatura era davvero bassa. Sentiva il gelo quasi nelle ossa. La terra sotto di lui era ghiacciata. Doveva trovarsi in una foresta, ma non ricordava nulla di come ci fosse arrivato. Un forte dolore alla testa gli impediva di mettere a fuoco il mondo circostante. L'oscurità aveva già avvolto tutto. Finalmente i suoi occhi si abituarono alla tiepida luce che ancora resisteva a tutta quella oscurità, forse però sarebbe stato meglio non vedere. La prima cosa che vide fu sangue, troppo sangue. Era ovunque. Doveva essere ferito, ma ad eccezione della testa non sentiva dolore da nessuna parte. Eppure i suoi vestiti erano macchiati con quel sangue, così come le sue mani. Un nome continuava a risuonare nella sua testa e lui sperava di sbagliarsi. Non avrebbe voluto alzare lo sguardo, ma lo fece. Costretto da quella parte di lui che aveva ancora speranza. E poi la vide, lì, distesa nel bosco senza vita. Corse da lei. Forse era tutto frutto della sua immaginazione. Forse poteva riportarla indietro. Purtroppo era troppo tardi, non poteva più fare niente. Urlò con tutto il fiato che gli era rimasto in corpo. Urlò a quella estrema oscurità, urlò a se stesso. Urlò fino ad esaurire le forze. Non andò via. Non avrebbe avuto senso andarsene. Lei era tutto ciò che aveva, lei era la sua casa. Non aveva niente adesso. Si distese al suo fianco. Era così fredda, anche più di quando diventava Killer Frost. Restò così a fissarla inerme in quel posto oscuro. Poi una voce lo chiamò, l'oscurità avvolse anche loro e Savitar si svegliò.

Come ogni volta si era pentito di aver chiuso gli occhi. Si alzò e andò in cucina. Lily era già sveglia ed era intenta a preparare la colazione.

~ E' tutto okay?
~ Si, ho solo avuto un altro di quei sogni.
~ Mi dispiace, ma più intensifico il processo per lui, più tu ne risenti gli effetti.
~ Non scusarti. Stai facendo il tuo lavoro. Conoscevo i rischi quando mi sono rivolto a te.

Lei fece un cenno con la testa. Savitar prese un bicchiere d'acqua e poi si avviò verso il bagno. Lily cercava di nasconderlo, ma lui si accorgeva sempre di quello sguardo. Era dispiaciuta per quello che doveva passare ogni volta che chiudeva occhio solo per far capire a Barry come si sentiva. Rimase un po' a guardare il suo riflesso nello specchio. Più si guardava, più si sentiva perso. Non era più Barry da tempo immemore ormai, ma non era più neanche Savitar. Allora chi era? A chi apparteneva quel riflesso? Non aveva più una casa o una famiglia. Ma la cosa peggiore è che aveva perso Caitlin. La sua ancora. Colei che riusciva a farlo sentire vivo. A lei non importava chi lui credeva che fosse Savitar o Barry, lo amava comunque. Era sempre lì nonostante tutto, a volte anche nonostante lui.

Ricordava come se fosse ieri cosa gli aveva detto quando si sentiva perso ed era andato da lei.  Quando ancora non sapeva cosa fare e lei era l'unica in grado di mostrarle la via. Era appena dopo la sua morte e lui era appena rinato da un altro tentativo non riuscito di Barry di cambiare le cose. Si era scontrato con Barry e con tutti gli altri, l'avevano rifiutato ancora una volta, non si fidavano di lui. Ma non poteva stare con le mani in mano, non quella volta. Lei era l'unica che lo avrebbe accettato, era l'unica che non l'avrebbe mai abbandonato. Con lo sguardo fisso, Savitar tornò proprio a quel giorno, quando aveva capito che non c'era niente che non avrebbe fatto per riaverla.

****
Savitar era appena uscito dagli Star Labs, odiava tutti. Non capivano, non riuscivano a capire. Anche per lui Cailtin era importante. Il suo ritorno ne era la prova, altrimenti Barry non avrebbe tentato così disperatamente di cambiare le cose, avrebbe semplicemente sconfitto il cattivo e superato la cosa. Ma non c'era riuscito e neanche lui. Tutto quello che voleva era salvarla e invece di fidarsi di lui l'avevano mandato via. Era così a pezzi e l'unica cosa a cui riusciva a pensare è che voleva vederla. Se doveva sparire almeno voleva vederla un'ultima volta. Così si mise a correre più veloce che poteva. Il wormhole si aprì e lui entrò nella speedforce. 

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