Chiusi gli occhi e appoggiai la testa contro il muro freddo di quella cella. Continuavo a vedere i loro occhi, i loro sguardi feriti per non essere riusciti a fare di più. La disperazione e la malinconia nelle loro voci. Persino Ralph Dibny era dispiaciuto. Pensai ad ognuno di loro. Non riuscivo però proprio a togliermi dalla testa lo sguardo di Caitlin. Prima di andare avevo cercato di rassicurarla, ma si vedeva che non ero riuscito molto nel mio intento. Si preoccupava sempre per me. Lo aveva sempre fatto, sin dall'inizio anche quando non lo dava a vedere. Se in tutti quegl'anni ero sopravvissuto era soprattutto merito suo, della sua bravura da medico e dell'affetto che provava nei miei confronti. Mi distesi sul quel letto rigido pensando a come si sentisse in quel momento mia moglie. Affondai il viso nel cuscino cercando di addormentarmi. Guardavo la scritta sul muro "Henry Allen è stato qui" come se mio padre potesse essere veramente lì in quel momento a farmi forza. Se ci era riuscito lui dovevo farcela anch'io. Continuai a ripetermi quella frase fin quando il sonno non prese il sopravvento.
****
Sentivo un freddo quasi irreale, pungente al tal punto da infiltrasi tra gli strati della pelle fino a toccare le ossa. Il rumore del vento era talmente forte da trascinarmi via con se. Avrei voluto aprire gli occhi, ma non ero abbastanza forte. Nel boato prodotto dal vento però si insinuò una voce, una voce che conoscevo bene. Sentivo tristezza, debolezza in essa. Sentivo il dolore attraversarle il corpo come se stesse attraversando il mio. Sentivo l'oblio, il vuoto da cui era risucchiata. Cercai di chiamarla, ma lei era sempre più lontana da me. Dovevo fare qualcosa. Dovevo agire adesso o l'avrei persa. Raccolsi tutte le forze di cui ero in possesso e aprii gli occhi. Lei era lì davanti a me, era distrutta. Potevo vedere la sua anima andare in mille pezzi tra le sue due personalità. Gli occhi spenti di chi ha perso la speranza, fissi nel vuoto. Vani furono i tentativi di riportarla a me. La sentivo sempre meno, come se stesse scivolando via dalle mie mani. L'ultimo disperato gesto. Il vento si era fermato e intorno a me era calato il silenzio. Non c'era più traccia di lei. E poi buio. L'oblio più profondo.****
~ Cait!!!
Pronunciai il suo nome tutto d'un fiato. Come se solo in quel momento avessi riacquistato la voce. Il cuore mi andava a mille. Sentivo la testa pesante e i pensieri erano confusi. Nonostante fosse stato soltanto un incubo riuscivo ancora a sentire quel freddo pungente attraversarmi la pelle. Guardai il soffitto. Era stato solo un sogno. Un orribile sogno. Caitlin era al sicuro, non c'era niente di cui preoccuparsi. Niente. Richiusi gli occhi sperando di non sognare più quella notte.Nonostante il sonno fosse stato poi privo di sogni, quella sensazione mi era rimasta come incollata addosso. Non avevo mai pensato alla possibilità che Caitlin nelle sembianze di Killer Frost potesse sentirsi in quel modo, come essere svuotati dentro con un freddo irreale che ti attraversa il corpo, ma il sogno della notte precedente mi aveva fatto riflettere molto su quell'aspetto. Per il resto la giornata si era rivelata abbastanza monotona, ad eccezione della visita di Iris all'ora di pranzo, non era successo niente. La sensazione di essere osservato però mi aveva accompagnato fino alla notte seguente. Ciò che avevo visto mi aveva lasciato spiazzato, non solo per il soggetto del mio sogno, ma anche per le sensazioni che avevo provato. Ero così arrabbiato con Devoe, ero così arrabbiato con Thawne, ero così arrabbiato con me stesso e con tutta quella che era la mia vita. Avevo affrontato già così tanto e ad ogni nuova sfida la paura di perdere tutto ciò che amo fa diventare il mio carico ancora più pesante. Non erano più solo tre le persone sulla mia lista di intoccabili, erano molti di più e Caitlin faceva parte di quella lista da tanto tempo ormai. Le avevo causato già troppi dolori e l'idea che si potesse far male a causa mia riusciva a tenermi sveglio la notte. In quel momento avrei soltanto voluto correre, con la sola compagnia del vento a sfiorarmi la faccia. Lasciai che l'immaginazione prendesse il sopravvento. Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni come se non mi trovassi più in quella fredda cella, ma in giro per Central City. Eravamo io e i miei poteri, niente di più. Ad un tratto però ebbi la sensazione di non essere da solo. Riaprii gli occhi appena in tempo per vedere una figura davanti alla mia cella andarsene. Mi alzai di scatto e mi avvicinai alle sbarre, ma non feci in tempo ad afferrarla. Prima di sparire però si girò e mi guardò dritto negli occhi. Era lei. Proprio lei, la figura misteriosa che avevo già sognato. Come poteva trovarsi lì? Come aveva fatto ad entrare? E soprattutto chi era e cosa voleva da me?
Quella notte non fu facile ed esattamente come quella precedente gli incubi avevano invaso la mia mente. Continuavo a vederla, a vedere quella ragazza con il cappuccio che continuava a chiamarmi. Sul nero mantello ricadevano dei lunghissimi boccoli castani, in contrasto con la pelle chiara. Ma ciò che ricordavo con più chiarezza erano gli occhi, talmente scuri da far paura. Occhi che mi fissavano, quasi a volermi parlare. Le parole però erano sempre confuse, non riuscivo mai a decifrare i suoi messaggi. Avrei voluto chiamare Cisco e chiedergli di cercarla, ma che indizi avevo? Soltanto sogni e potevano anche essere puramente frutto della mia immaginazione. Pensai a Devoe, magari c'era lui dietro a tutto questo. Ma non avrebbe avuto tanto senso, in più perché concentrarsi su Caitlin e non su Iris. Queste domande affollavano continuamente la mia mente da velocista, non riuscivo a decifrare la situazione e questo mi irritava non poco. Si susseguirono delle notti agitate, sempre le stesse immagini, sempre lei e come sempre non riusciva a parlarmi. Ero stufo. Una notte decisi di provare a non dormire, non ne potevo più. Pensavo che se non mi fossi addormentato non l'avrei vista, ma mi sbagliavo. Erano le tre passate quando sentii un rumore provenire da fuori. Con cautela mi avvicinai alla piccola finestra collocata in alto all'interno della cella e sbirciai fuori. La vidi, sembrava spaventata. Aveva bisogno di dirmi qualcosa e aveva poco tempo. Ad un tratto sentii le forze abbandonarmi. Mi appoggiai al letto e non potei fare a meno di addormentarmi.
****
~ Barry, Barry... rispondi. Scusa, ma non potevo rischiare che mi sentisse qualcuno.~
~ Cosa?! Chi sei tu? E cosa vuoi da me?~
~ Farai meglio a chiedere cosa posso fare io per te. Posso aiutarti. Posso evitare che avvenga qualcosa che ti distruggerà, qualcosa che ti cambierà completamente.~
Non riuscivo a capire. Ad un tratto la vidi accasciarsi con una smorfia di dolore. Non doveva stare molto bene.
~ Non posso trattenermi oltre. Quando uscirai da qui, vienimi a cercare. Ti spiegherò tutto. Ah Barry non farne parola con nessuno. Nessuno deve sapere di me.~
~ Aspetta ma come faccio a... ~****
Mi svegliai. Il collegamento era andato e anche la ragazza con il cappuccio. Guardai il soffitto. Cosa voleva dire tutto questo? Di quale eventi catastrofici stava parlando? Decisi che era meglio dormirci su. Non sarebbe dovuta comparire di nuovo. Prima di riaddormentarmi però non potei fare a meno di chiedermi se tutto ciò fosse reale oppure no.~ Ore 3.13 A casa di Caitlin....
Un rumore mi aveva svegliato. Proveniva dalla finestra che stranamente era aperta. Forse c'era stato troppo vento quella sera. Nonostante il freddo decisi di alzarmi per chiuderla. Fu solo un istante, ma bastò per capire di cosa o meglio di chi si trattasse, una scia rossa era appena passata davanti alla mia finestra. Era differente dal solito però. Sentivo che c'era qualcosa di strano. Mi affacciai, si era fermato. Mi guardò dritto negli occhi solo un attimo, poi sparì come se nulla fosse accaduto. Forse stavo ancora dormendo, era impossibile, lui era ormai morto. Non poteva essere, non lui. Savitar.
Spazio autrice: Rieccomi. Scusate per l'enorme ritardo, ma ho avuto delle prove da sostenere in università e ho dovuto prepararmi. Comunque spero vi sia piaciuto. Presto pubblicherò il capitolo seguente. E visto il mio enorme ritardo vi do una piccola anticipazione: stavolta a parlare sarà Caitlin e scopriremo qualcosa sul suo periodo in solitudine. Grazie 💕. Baci 💋 ✨ alla prossima.
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" Stay "
Fiksi Penggemar"Sentii vibrare il cellulare, era nella tasca della giacca, mi avvicinai per vedere chi era. -messaggio da Caitlin- " Savitar è stato finalmente sconfitto, ma Barry non si sente affatto vincitore. Riesce a pensare ad una sola cosa: Caitlin con i po...