The day we met

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Abbraccio mia mamma, che come sempre mi fa le solite raccomandazioni tipo "Non accettare droghe dagli sconosciuti" o "Bevi solo dalla tua bottiglietta" e "Non lanciare mutande o reggiseni sul palco, l'ultima volta Ed Sheeran ci è quasi rimasto secco".

Errori che ora so di non dover rifare, facile. Ho imparato che dalla parterre non devo più lanciare nulla, ma per saperlo ho prima dovuto farlo, logicamente.

-Mamma, sto andando a Bologna, non in Iraq- le dico, visto che non mi sta più lasciando andare.

-Si, scusa, non voglio farti perdere il treno- sorride e finalmente posso uscire da questo angusto appartamento che sa di casa e di angoscia.

Non che io non voglia bene a mia mamma, anzi, l'adoro, abbiamo un bellissimo rapporto. È mio padre il problema, ma adesso non è il momento di rattristarsi. Sto andando al concerto di Shawn Mendes a Bologna, non voglio che questi pensieri mi rovinino le vibrazioni.

Sono positiva. Me lo sento che andrà tutto bene e che succederanno solo cose belle.


Ok forse sono stata troppo positiva. La notte è passata bene in Hotel, nessun problema, fino ad adesso.

Sono stata a Bologna solo una volta, in passato, con il mio migliore amico, per una mostra su Dali. Mostra abbastanza deludente, comunque, ma non è questo il punto. Qualche minuto fa andava tutto bene, davvero, solo che mentre giravamo il centro abbiamo visto una cerchia di persone, ragazzi e ragazze, iniziare ad agitarsi e quindi ci siamo avvicinate, scoprendo poi che era Shawn. Esatto, quello di cui siamo venute a sentire il concerto.

Amelia, la mia migliore amica, credo stia avendo una sorta di attacco di panico.

-Ma lui è li- dice, mentre indica un punto.

-Si, Amelia, però prima di fare la foto ti devi calmare, ok? Si spaventerà sicuramente se vede una persona iperventilare e smettere di respirare- cerco di sdrammatizzare ma qui la cosa da fare è solo una.

Mi metto davanti a lei e la prendo per le spalle -Riprenditi! Non fare l'idiota, ok?!- le do una sberla in faccia -Non siamo mica qui a farci prendere dal panico, no?-

Lei scuote la testa -Scusa Gin, hai ragione- mi guarda.

Qualche secondo di contatto visivo ci basta per scoppiare a ridere come delle cretine.

-Va tutto bene qui?- un forte accento inglese ci interrompe.

Mi volto spaventata -S-si, certo-

L'uomo mi guarda confuso, probabilmente perché ho parlato in italiano e non in inglese. Genio. Sono dolci i turisti a preoccuparsi.

-Si, tutto bene, grazie. La mia amica è solo disidratata- mento.

Non è carino dire "stava avendo un attacco di panico per Shawn Mendes", sarebbe stato patetico. Anche se è la verità.

-Disidratata sarai tu! Guarda la mia pelle, è perfetta- dice, Amelia, spingendomi scherzosamente.

-Oh mio Dio, si sta avvicinando, Gin non so cosa fare, comportiamoci come se non ci importasse- finge di allacciarsi le scarpe.

La guardo confusa. Ho capito metà delle cose che ha detto, come quasi sempre.

-Ok no non ce la posso fare- borbotta, appena il cantante arriva da noi.

Sorride dolcemente guardandoci e probabilmente aspettando che sfoderiamo i nostri telefoni per fare una foto o un video.

Presa dalla fretta tiro fuori il telefono dalla tasca ma lo faccio cadere -Ma che cazzo- sbuffo, rendendomi conto che mi stanno guardando tutti ora.

Cliché || S. M.|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora