Ce l'ho fatta. Ho dato l'ultimo esame. Ho finito la mia carriera universitaria triennale.
Qualcuno ci credeva? Io no, fino a ieri ero convinta che mi sarei impiccata con una sciarpa. E invece ora sono qui, fuori dall'università, mentre guardo fisso il nulla. Il vuoto.
Cosa devo fare adesso? Non lo so, sinceramente, non mi sono mai sentita così libera.
Certo, ora devo solo imparare fino allo sfinimento la mia tesi e prepararmi su qualsiasi domanda potrebbero farmi, ma non mi preoccupo, ok? Sono riuscita a fare tutto questo da sola, avendo in media due crisi di nervi al giorno ma questi sono solo dettagli.
Sofia esce poco dopo e appena arriva davanti a me urla.
Onesto, se devo essere sincera.
-Ce l'abbiamo fatta, Ginevra!- continua a gridare, è impazzita.
-Ti adoro ma mi ha fatto perdere la capacità di poter sentire qualsiasi suono da qui fino alla fine della mia vita- le sorrido.
Perché non sono così felice come lei? Perché non sto dando fuoco a tutti i miei appunti e a tutti i miei libri? Perché non sono già ubriaca al bar qui davanti?
-Perché non stai gridando con me?- la confusione sul suo viso è piuttosto palese.
-Non lo so! Probabilmente perché devo ancora realizzare bene la cosa..si, è decisamente per questo!-
Estrae un'accendino dalla tasca del cappotto e prende un foglio di appunti, poi, come se fosse quotidianità, gli da fuoco e sorride, guardando la carta nelle sue mani bruciare su se stessa.
-Sai..ci ho messo troppo a fare questi appunti, non so se voglio davvero dargli fuoco, sono anche belli!-
-Pazza! Finalmente possiamo liberarcene-
-Oppure possiamo venderli a quelli del secondo anno- ammicco.
Ci pensa qualche secondo e -Hai ragione..ma sono sicura che i tuoi andranno più che bene, i miei li voglio bruciare uno ad uno-
-Ok Nerone, cosa ne dici di andare a casa e prepararci per la serata?- le chiedo.
Mancano solo due ore al nostro incontro con le altre e io non sto più nella pelle.
Andremo in un posto bellissimo in cui il vino costa poco e il calcetto balilla è gratis. Ho sviluppato una sorta di ludopatia per il calcetto in questo periodo e, se devo essere sincera, non ne vado molto fiera ma è sempre meglio che eroina, no?
Ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa ma ogni volta è così quando esco di casa quindi me ne preoccuperò solo quando quella cosa mi servirà davvero o mi verrà in mente di cosa si tratta.
Appena arriviamo ordiniamo qualcosa come quattro caraffe di vino (che, per la precisione, costano tre euro l'una. Esatto, tre euro. Per una caraffa da un litro. Io non dico altro, i fatti parlano da se) nonostante siamo in poche persone.
La sensazione di prima inizia ad affievolirsi lentamente poiché è sostituita con del vino davvero buono e che mi fa sorridere sempre di più.
-Allora, com'è andato l'esame oggi?-
-Abbastanza tranquillo, concludo la mia triennale con un umilissimo ventisette e ti giuro che non potrei che esserne più felice. Sai cosa? Avrei accettato anche un diciotto-
-Sei una bugiarda- Sofia mi rimbecca.
-Hai ragione, non l'avrei fatto, ma cosa mi importa? Ormai ho finito. Anzi, abbiamo finito! Ci credete che tra qualche settimana discuteremo la nostra tesi e poi saremo libere e pronte all'avventura della magistrale? O di qualsiasi altra cosa abbiamo intenzione di fare- rido.
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Cliché || S. M.|| [COMPLETA]
FanfictionE se Shawn Mendes si innamorasse davvero di una sua fan? È il solito cliché, alla fine, no? Spero che vi piaccia :)