Seth - Capitolo 20

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L'idea di andare a cena da Carlie lasciando Astrea in casa mi inquieta. Forse ho davvero azzardato troppo decidendo di nascondere una ricercata del genere. Elise, che è stata tesa per tutto il tempo da quando ho portato con me la prigioniera, adesso chiacchiera spensierata con Alexandre. Sono le sei in punto e gli operai della luce abbassano gradualmente l'illuminazione. Spero solo di convincere i miei a non trattenerci fino all'ora del coprifuoco. La voce di mia madre che conversa con mio padre si interrompe all'improvviso, attirando la mia attenzione.

Mi volto e vedo tre funzionari che si muovono a passo svelto verso di noi. Mi avvicino e afferro la mano di mia madre che ha preso a tremare, mentre mio padre intavola, abile, una conversazione con i miei fratelli. Solo quando i tre uomini ci sorpassano senza degnarci di uno sguardo posso tirare un sospiro di sollievo. Ne incontriamo anche altri nel breve tragitto verso casa di Carlie. Cercano Astrea.

È Adam ad aprirci la porta, il marito di Carlie. Sorregge tra le labbra un sigaro spento che non si addice troppo alla sua età. Solo le persone molto ricche possono permettersi il vizio del fumo. Spesso i Funzionari cittadini ostentano la loro ricchezza proprio mostrando sigari che neanche fumeranno, considerato il nostro stile di vita il più possibile salutare. Stringe la mano a ognuno di noi e ci invita a entrare. La casa, seppur modesta, non ha niente a che vedere con la nostra. Si accede alle stanze tramite un disimpegno, un inutile spreco di spazio. C'è addirittura una sala da pranzo con un tavolo lungo e un divano coperto con una stoffa più spessa di quella delle nostre divise.

«Sono felice di vederti» esclama Carlie, avvinghiata a Elise. Si stringono più volte e solo dopo la padrona di casa saluta il resto di noi. Ci fa segno di accomodarci a tavola e sparisce oltre una porta.

Restiamo tutti in silenzio per qualche minuto. L'unico rumore in tutta la casa proviene dalla cucina, dove Carlie è affaccendata a terminare la cena.

«Di cosa si occupa?» chiede poi Adam a mio padre, il sigaro spento ancora tra le labbra.

«Manutenzione, soprattutto elettrica. Sono un operaio» risponde lui. Adam sposta lo sguardo su di me in una muta domanda.

«Lo stesso» dico. Lui poggia il sigaro sul tavolo con enfasi. Ora che è conscio di avere operai a cena non deve più sentirsi minacciato da noi. Carlie torna nella stanza con una grande pentola tra le braccia, sembra ancora più piccola. Appena ha riempito tutti i piatti, si siede anche lei e solo allora mi concedo di scrutarla per bene. Ha le occhiaie, però non fa altro che sorridere quindi immagino stia bene.

La cena consiste in gelatina di fagioli; un piatto prelibato per noi. Alexandre infatti non ha altro che mugulare soddisfatto a ogni boccone, nonostante mia madre lo ricopra di occhiatacce. A un certo punto anche mia sorella si lascia scappare un verso e scoppiamo tutti a ridere, tranne Adam. Ci osserva serio come se non lo trovasse affatto divertente. Posso capirlo visto che per lui, abituato a mangiare cose ancora più pregiate, i fagioli non saranno qualcosa di entusiasmante.

«Ho sentito che è scomparsa una bambina nella vostra strada» dice Adam.

Milena, la bimba con i capelli castani come i miei. Milena che è sparita nel nulla, in un bunker a tenuta stagna sul fondale dell'oceano. Dopo che io le ho riempito la testa di storie. L'ultimo pensiero mi ferisce come una vite sfregata su una lastra di metallo ferisce le orecchie.

«Ancora nessuna notizia?» chiede Carlie con tono da adulta, mentre allinea il cucchiaio al piatto. Il mese scorso giocava con mia sorella e adesso ha l'aria da donna. Sette giorni accanto a un uomo sono sufficienti per diventare grandi?

«Purtroppo no, la stanno ancora cercando. Sua madre ha avuto una crisi di nervi e Glauco le ha fatto avere dei calmanti, anche se non potevano permetterseli. È stato un bel gesto» dice mia madre.

«Ho sentito che tu passavi molto tempo con lei, Seth.» Lo dice con tono indifferente, quasi distratto, ma riesco comunque a cogliere una velata insinuazione che mi irrita.

«Le uniche due persone con i capelli castani in una intera città di albini» aggiunge, come riflettendo ad alta voce. Mi sorride debolmente, forse non riuscendo a fare di meglio. L'aria gioviale che c'era qualche minuto fa, mentre mio fratello succhiava la gelatina di fagioli, è sparita. La tensione che ha preso il suo posto è palpabile, infatti nessuno parla.

«Stanno ritinteggiando il cielo, hai visto, Adam?» fa mio padre, la voce amichevole e allegra.

Adam lo ignora e riprende a parlare, sempre guardando me: «Ma i ragazzini, d'altronde, sono imprevedibili di questi tempi. Oserei anche dire potenzialmente pericolosi» fa una pausa e poi riprende, «Sai, si sta pensando di dare una nuova impronta all'istruzione. Per far sì che le prossime generazioni siano ancora più ubbidienti e quindi per arginare il pericolo di Mephista. Si sta valutando la possibilità di eliminare la Storia dalle materie scolastiche. Le leggi che vengono violate, per fortuna poche, vengono violate perché i cittadini sanno che un tempo non c'erano. E se pensassero che è sempre stato così, invece? Verrebbe molto più semplice, no? Quelli svantaggiati siamo noi, che sappiamo ancora le cose come stanno. Ti capita a volte di sentirti in trappola, Seth? Ti capita di desiderare una delle cose che non abbiamo più? A volte, influenzato da una lettura, hai l'aria di uno che legge, ti capita di sentire il vento sulla pelle e immaginare che sensazione si provi? Pensa quanto più facile sarebbe per le future generazioni se ignorassero l'esistenza del vento lì fuori, se credessero che quello che abbiamo sulle teste sia l'unico cielo mai esistito.» Stringo i pugni sotto il tavolo.

«Posso avere la brocca d'acqua, Elise?» chiede in maniera frettolosa Carlie e si allunga sul tavolo. Devo andare via. Ho bisogno di allontanarmi da questa casa.

«Vogliate scusarmi, ma adesso dovrei rientrare. Sono molto stanco» dico, dopo aver allontanato da me il piatto. Mia madre fa per alzarsi ma io le faccio segnale di non scomodarsi: «Ci vediamo più tardi a casa...» le assicuro sorridendo.

«È stato un piacere conoscerti» fa Adam, ma non si alza dal suo posto e invece mi fissa. Sostengo lo sguardo e lui rimette in bocca il sigaro. Afferra un pacco di cerini al centro del tavolo e, con mia sorpresa, lo accende davvero.

Mi alzo e mi vado via senza voltarmi.

Devo ammettere di averci pensato, di chiedere in sposa Carlie.

Negli anni passati a casa nostra, a giocare con mia con mia sorella, ho pensato spesso che sarebbe andata così. Dopotutto Carlie è carina e le nostre famiglie sono amiche.

Eppure non l'ho mai fatto. Non so nemmeno cosa mi trattenesse. So solo che mi dicevo: "Posso aspettare ancora un po'."

Quando ho saputo che si sarebbe sposata è stato strano. È stato strano però, in qualche modo, mi sono sentito sollevato.

Non per Carlie, no. Sono convinto che sarebbe stata una buona moglie per me. Però mi sono sentito come se non dovessi più fare una cosa che mi sembrava giusta ma che non volevo veramente.

Forse per questo adesso guardo con apprensione suo marito, conosco la prepotenza dei Funzionari e spero di non dovermi sentire in colpa per non averle evitato questo destino.

Per tutta la via del ritorno non riesco a pensare ad altro che a quanto sia ingiusto il lasciare delle bambine nelle mani di un perfetto sconosciuto. Penso a Carlie costretta a restare da sola con lui. Penso che lo stesso potrebbe toccare a Elise. Non riesco a respirare. 


Nota dell'autrice: Buona sera! Mentre Danae e Ares prendono parte al loro banchetto di nozze ecco come se la cava Seth. Allora, quanto è detestabile Adam?

Tra Glauco e Adam chi detestate di più? E tra la madre di Danae e il nonno? Arrivati a questo capitolo 20 chi è invece il vostro personaggio preferito? Avete cambiato idea durante la storia o siete stati fedeli alla vostra prima impressione? Fatemelo sapere e fatemi sapere cosa ne pensate di questo ventesimo capitolo.

A presto,

Giuliana <3

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