Capitolo 6
Lexa
***
Una serie infinita di colpi continuava ad infrangersi sul legno scuro della porta mentre lei, avvolta in un morbido asciugamano di spugna, correva verso di essa, attenta a non cadere a causa dei piedi umidi sul pavimento freddo della sua camera da letto.
<< Un attimo! >> Alzò la voce per farsi sentire, ma chiunque vi fosse dall'altro lato della porta non sembrava intenzionato a voler smettere. Lexa odiava quando le mettevano fretta e, ci avrebbe giurato, quella dall'altro lato della porta non poteva che essere sua sorella. L'aveva lasciata nemmeno un'ora prima quando, stanca dei suoi continui borbottii, aveva deciso di chiudersi in camera sua per concedersi una doccia rilassante nel suo bagno personale. Ne aveva davvero bisogno, quella giornata l'aveva sfinita. Non era stato affatto facile trascinare Anya fuori dal loro vecchio appartamento, sua sorella non ne voleva proprio sapere di tornare alla Woods Mansion con lei, ma alla fine ci era riuscita e tutto ciò che voleva adesso era solo un po' di pace. Pace che, a quanto pareva, l'altra non era disposta a concederle vista l'insistenza con cui stava continuando a bussare.
<< Anya, smettila immediatamente o giuro che io- >> iniziò a dire con tono scocciato mentre apriva la porta, non riuscendo a terminare il resto della frase poiché, con la stessa intensità di un uragano, Raven si fiondò all'interno della sua camera da letto senza nemmeno darle il tempo di realizzare cosa stesse succedendo.
<< Io la odio! >> Fu la prima cosa che disse la latina, Lexa osservava ogni suo movimento mentre, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, richiudeva la porta con estrema lentezza. Raven sembrava impazzita, continuava a percorrere a grandi falcate lo spazio che divideva l'enorme letto matrimoniale dal comò in legno chiaro, dall'altro lato della stanza. Era una vera e propria furia. Probabilmente, se si fosse concentrata meglio, sarebbe addirittura riuscita a vedere del fumo fuoriuscire dalle sue orecchie. Aveva quasi paura ad aprire bocca ed emettere anche solo un fiato. I capelli castani della giovane donna, sempre legati in una coda di cavallo impeccabile, adesso fuoriuscivano dalla morsa ferrea dell'elastico per capelli nero, sparando in tutte le direzioni e dandole un'aria ancora più sfatta e trascurata.
<< Raven, potresti cortesemente spiegarmi cosa sta succedendo? >> Si decise a chiedere dopo un po', quando si rese conto che la latina avrebbe continuato a consumarle il pavimento senza proferire parola. La testa della giovane professoressa si alzò di scatto, facendo incatenare i loro occhi e mostrandole meglio il suo viso arrossato, increspato in una smorfia di puro disappunto.
<< Anya è qui! Perché Anya è qui? >> Sputò fuori in modo acido, muovendo alcuni passi nella sua direzione e puntandole un dito al petto, incurante del fatto che ad avvolgerla ci fosse solo un misero pezzo di stoffa che era riuscita a bloccare, incastrandone un'estremità in un lato, in modo molto precario. Non che sotto di esso ci fosse qualcosa che Raven non avesse già visto, ma rimanere completamente nuda davanti a lei che sbraitava contro sua sorella non le sembrava davvero il caso.
<< Smettila! >> Le disse scostandosi ed arpionando il telo di spugna con le mani, cercando di risistemarlo in modo che il suo corpo rimanesse coperto. I capelli umidi le si stavano appiccicando alla schiena, dandole fastidio, e sentiva alcuni brividi iniziare a percorrerle la pelle a causa della leggera brezza che filtrava attraverso uno spiraglio della finestra socchiusa. Era colpa sua se l'altra stava reagendo a quel modo, avrebbe dovuto avvertirla, soprattutto visto il bisogno che aveva di lei e dei suoi poteri per mettere in atto il piano che avrebbe salvato la vita di sua sorella. Raven era l'unica che, oltre a lei, riusciva a tenere testa ad Anya. Il suo aiuto era fondamentale se voleva far sì che la missione andasse a buon fine, ma soprattutto, era fondamentale per salvarle la vita. Era a conoscenza dei sentimenti che nutrivano l'una per l'altra, nonostante entrambe si ostinassero a fingere che tra di loro non ci fosse mai stato niente, se non della banale intolleranza ed antipatia reciproca. Lexa però non era stupida e, anche se nessuna di loro si era mai sbottonata troppo sull'argomento, sapeva che tra le due c'era stato molto di più di quello che volevano dare a vedere. In quel momento comunque preferì evitare di dirle ogni cosa, avrebbe aspettato il giorno dopo, quando sarebbero state entrambe più lucide. Immaginava come la latina avrebbe reagito quando avrebbe scoperto la verità sulla presenza di Anya all'interno della scuola, sapeva che Raven sarebbe corsa dall'altra pur di sputarle addosso una valanga d'improperi come solo lei sapeva fare. Aveva bisogno che fosse lucida o sarebbe stato un vero disastro.
<< Anya è qui per un motivo ben preciso, mi dici che ti prende? >> Sbottò, sorpassandola ed incamminandosi verso la finestra, in modo da chiuderla e porre fine ai brividi di freddo. I denti avevano preso a batterle a causa di quest'ultimo che si stava insinuando fin dentro le ossa.
<< Non voglio stare sotto il suo stesso tetto, sai che non ci sopportiamo. Perché hai deciso di farla tornare? >> Le disse Raven, il tono di voce ridotto ad un mormorio lamentoso. Sembrava una bambina privata del suo giocattolo preferito. Lexa non si sarebbe di certo sorpresa se, da un momento all'altro, l'altra avesse iniziato a pestare i piedi a terra indispettita.
<< Rae, ci sono state delle... complicazioni, diciamo così, >> iniziò a dire pazientemente, voltandosi ed avvicinandosi di nuovo alla latina che continuava a mantenere lo sguardo fisso sul suo corpo.
<< Che genere di complicazioni? >> Chiese immediatamente l'altra, Lexa riuscì chiaramente a sentire una leggera sfumatura di preoccupazione nel suo tono di voce. Aveva capito che la presenza di Anya stavolta non era solo un modo per infastidirla, che c'era qualcosa di più. Un sospiro lasciò le sue labbra mentre la mano destra andava ad incastrarsi tra le ciocche umide dei suoi capelli, resi più scuri a causa dell'acqua che ancora li impregnava.
<< Non credo sia il caso di parlarne, >> si decise a dire in fine, sfuggendo allo sguardo infastidito di Raven che, << non credi sia il caso di parlarne? >> Sibilò risentita, Lexa doveva immaginarselo che non avrebbe lasciato perdere. La latina era cocciuta ed ostinata per natura, ma quando si parlava di Anya, quel lato del suo carattere si amplificava ancora di più. Era incredibile come, nonostante l'attrazione che provavano l'una per l'altra, e la palese preoccupazione che mostravano ogni qual volta una delle due era in pericolo, Anya e Raven non riuscissero a capire quanto ardentemente si volessero.
<< Reyes, abbiamo deciso di parlarne solo quando avremo qualche informazione in più, per il momento sono solo supposizioni. Non voglio farti preoccupare inutilmente, okay? >> Cercò di spiegarle, utilizzando il tono di voce più rassicurante e convincente che avesse. Raven però non sembrava essersela bevuta, non era stupida, e quella che aveva tirato fuori era una delle scuse peggiori che la sua mente avesse mai potuto partorire.
<< Tu sai che io non ti credo, vero? >> Le chiese in tono ovvio infatti, un sopracciglio scuro e curato che andava ad inarcarsi, dandole un'espressione fin troppo scettica. Una risata divertita le fece vibrare il petto mentre gli incisivi prendevano a torturare il labbro inferiore, un inutile tentativo di sopprimere il sorriso che stava cercando di incurvarle le labbra. Era ovvio che non le credesse.
<< Ti prego, Rae, è stata una giornata lunga ed io ho solo bisogno di un po' di tregua. Ti prometto che domani ti spiegherò tutto, anzi, >> prese una pausa, << lo farà direttamente Anya. Credo abbia in mente di riunire l'intera squadra e fare un punto della situazione. E poi avrò bisogno di te. >> La informò, speranzosa che, per la prima volta in vita sua, Raven si arrendesse e lasciasse cadere il discorso.
<< Va bene, ma continuo a non sopportarla. >> Chiarì immediatamente e Lexa non poté far altro che sospirare di sollievo, grata che la latina avesse compreso il suo bisogno di riposo.
<< Non ho mai pensato il contrario, >> mentì, un ghigno malizioso a deformarle il viso mentre le guance di Raven si imporporavano più di quanto non lo fossero state non appena era arrivata, quando il suo corpo era accecato dalla rabbia.
<< Togliti immediatamente quel sorrisetto dalla faccia, Woods! >> La redarguì l'altra, ma lei non sembrava intenzionata ad accontentarla.
<< Non so di cosa tu stia parlando, >> si difese Lexa, voltandosi e dandole le spalle, incamminandosi verso la cassettiera in cerca di qualcosa da mettersi addosso.
<< Sei una pessima bugiarda, Lex, >> la rimproverò Raven, facendo uno scatto in avanti ed afferrando saldamente un lembo di quella stoffa che la copriva.
<< Raven! >> L'ammonì immediatamente, voltandosi ed osservandola con gli occhi spalancati. Le mani che correvano a sostenersi quel misero pezzo di stoffa. << Cosa stai facendo? Lasciami immediatamente! >> Ma il sorrisetto divertito che ottenne in risposta non le fece presagire nulla di buono. Infatti, senza neanche darle il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, Raven strattono in modo deciso l'angolo dell'asciugamano che stringeva saldamente tra le dita, sfilandoglielo e rivelando così il suo corpo nudo. Le mani di Lexa corsero a coprirsi istintivamente mentre gli occhi le si sgranavano e la bocca le si spalancava per lo stupore di quel gesto inaspettato.
<< Avrai bisogno di me? >> La malizia che tinse il tono di voce di Raven la fece rabbrividire.
<< Non intendevo in quel senso, Reyes. >> L'ammonì lei, cercando di riafferrare il telo per potersi coprire, ma la latina glielo impedì, facendo un balzo all'indietro e lasciando cadere quell'inutile pezzo di stoffa umida ai suoi piedi. Gli occhi di Lexa si alzarono verso il soffitto in modo teatrale, era così infantile.
<< Ho capito, Lexa. Non sono stupida, >> precisò la latina, << ma ho bisogno di non pensare e tu hai detto di volerti rilassare, quindi... >> aggiunse subito dopo, muovendo alcuni passi nella sua direzione ed azzerando quel poco di distanza che ancora le separava.
<< Raven, io... >> sospirò, chiudendo gli occhi non appena la mano dell'altra raggiunse la sua guancia sinistra, regalandole una tenera carezza sulla pelle leggermente arrossata. Era sempre così difficile per lei lasciarsi andare.
<< Lo so, Lex, >> la tranquillizzò subito la latina, avvicinandosi ancora di più e facendo scontrare le punte dei loro nasi. Il respiro di entrambe che andava a mescolarsi, diventando uno solo.
<< Avevamo detto che sarebbe stata l'ultima volta, >> la rimproverò lei, incapace di allontanarsi dalle carezze della giovane professoressa. Nonostante il rimorso che provava ogni volta, non riusciva a smettere e questo l'altra lo sapeva benissimo.
<< Lo so, >> tornò a dire Raven, << ma per stavolta potremmo fare un'eccezione, no? In fin dei conti abbiamo bisogno di staccare la spina entrambe. >> E Lexa lo sentì chiaramente, dentro a quelle parole c'era molto di più, un significato completamente diverso, più profondo rispetto a quello che l'altra voleva dare a vedere. Non riuscì a dar voce ai suoi pensieri però, la latina glielo impedì, facendo congiungere le loro labbra in un bacio dolce e pieno d'affetto che la fece rabbrividire. Ogni volta provava le stesse emozioni
<< Questa è l'ultima volta, >> mormorò direttamente sulle labbra carnose di Raven che sorrise, soddisfatta per quella piccola vittoria.
<< Certo, l'ultima. >> Le fece eco l'altra, facendo scontrare ancora una volta le punte dei loro nasi prima di unire nuovamente le loro labbra, trascinandola in un bacio decisamente meno casto del primo. Le mani di Lexa corsero ad afferrare i lembi della camicia sbottonata che Raven stava indossando sopra ad una semplice canotta bianca, cercando di sfilargliela il più velocemente possibile.
<< Dico sul serio, Reyes. >> L'ammonì non appena le loro labbra si separarono, ma la latina non disse altro, limitandosi ad annuire prima di far cadere la camicia a terra, aiutandola così a disfarsi di quell'inutile indumento che, in quel momento, le era solo d'intralcio. Fece vagare lo sguardo sulla figura dell'altra che, senza interrompere il contatto visivo tra i loro occhi appannati dal desidero, la fece indietreggiare fino a quando il retro delle sue cosce non sbatté sul bordo del letto, facendole perdere l'equilibrio. Il suo corpo umido cadde sul morbido piumone color menta che ricopriva il letto, affondando in quel mare di piuma d'oca che l'avvolse e la fece rabbrividire, mentre un gemito sorpreso le sfuggiva dalle labbra dischiuse e rosse. Puntellò i gomiti sul materasso, alzando il busto quel tanto che bastava per osservare ogni movimento di quella meravigliosa giovane donna che, lentamente, aveva iniziato a spogliarsi davanti a lei. Gli occhi scuri di Raven erano lucidi e fissi nei suoi, un sorriso malizioso le piegava le labbra verso l'alto mentre le dita scendevano a giocare con il bottone dei jeans neri che indossava.
<< Toglili, >> le disse con impazienza, quando si rese conto che l'altra si stesse divertendo fin troppo a tenerla sulle spine.
<< Hai fretta, Woods? >> La schernì la latina, mordendosi il labbro inferiore in modo da sopprimere l'ennesimo sorrisetto impertinente.
<< Reyes, >> l'ammonì, cercando di alzarsi dal letto in modo da poterla afferrare, ma Raven non glielo permise. Le poggiò una mano sul petto e la fece tornare alla posizione iniziale, poi si slacciò i jeans e se li sfilò, facendoli scorrere lungo le gambe toniche e lisce. Lexa conficcò gli incisivi nel labbro inferiore, rendendo la pelle leggermente più bianca a causa della pressione dei denti su di essa, gli occhi che continuavano a brillare per il desiderio. Raven era davvero bellissima. Subito dopo i pantaloni fu il turno della canotta, che venne sfilata in poche abili mosse, lasciando il corpo della latina completamente esposto, coperto solo dalla biancheria intima in pizzo. Il respiro di Lexa si mozzò in gola quando, senza distogliere lo sguardo dal suo, Raven fece salire le mani lungo tutto il corpo. Si accarezzò con lentezza, partendo dal ventre piatto e passando poi al seno, ancora coperto da un meraviglioso reggiseno nero in pizzo trasparente, lo strinse forte tra le mani prima di continuare a salire, sempre più in alto, fino a quando le dita non raggiunsero i capelli, ancora stretti nella morsa ferrea dell'elastico da cui non si separava mai. Passò un dito all'interno di quest'ultimo, tirandolo delicatamente verso il basso, sciogliendo così i lunghi capelli castani che ricaddero sulle sue spalle in morbide onde mentre, con altrettanta lentezza, faceva cadere l'elastico a terra e portava le mani dietro alla schiena, in modo da sfilarsi anche il reggiseno. La presa di Lexa sul suo labbro inferiore si intensificò a quella vista, il seno sodo e perfetto della latina era coperto dai lunghi boccoli castani adesso, che lo nascondevano alla vista dei suoi occhi chiari. Una familiare sensazione di calore aveva preso a crescere dentro di lei, irradiandosi per tutto il corpo e rendendola accaldata ed impaziente.
<< Vieni qui, >> ordinò, incapace di trattenersi. Era stanca di osservare e basta, aveva bisogno di sentirla. Raven fece esattamente come le era stato detto di fare, si avvicinò a lei e si arrampicò sul letto, facendo affondare le ginocchia sul materasso e posizionandosi a cavalcioni sul suo bacino. Il respiro si bloccò ad entrambe nell'esatto momento in cui le loro intimità si scontrarono, la sua completamente esposta e sensibile, e quella della latina ancora coperta da quel sottile strato di stoffa nera.
<< Sei bellissima, >> non riuscì a mordersi la lingua in tempo, quelle due semplici parole scivolarono fuori dalle sue labbra prima che lei potesse anche solo rendersene conto. Voleva che l'altra sapesse come la vedeva, voleva che sapesse che l'amava - a modo suo - e che teneva a lei, voleva che sapesse che, nonostante ciò che le aveva chiesto di fare, pensava davvero fosse bellissima. Le guance di Raven si imporporarono leggermente, mentre il respiro aumentava ed il petto prendeva ad alzarsi ed abbassarsi a causa dell'eccitazione che stava continuando a crescere dentro di lei. I loro sguardi tornarono ad intrecciarsi, il viso della latina che si abbassava lentamente ed i lunghi capelli scuri che andavano ad incorniciarle il viso. Lexa portò la mano destra sulla guancia morbida della giovane sopra di lei, accarezzandola con delicatezza mentre la mano sinistra scendeva, facendo affondare le dita nella carne morbida di uno dei suoi fianchi.
<< Grazie, >> le soffiò sulle labbra Raven, un attimo prima di posarci le sue, così soffici e carnose, in un bacio a malapena percepibile. Un semplice, quanto dolce, sfioramento di labbra che, lei lo sapeva, stava a significare molto di più. I muscoli del suo corpo cedettero a quel contatto, sciogliendosi davanti alla consapevolezza che Raven sapeva, sapeva ed aveva capito il motivo per cui Lexa si stava comportando a quel modo. Chiedendole scusa, utilizzando il corpo più delle parole. Le loro bocche continuarono a cercarsi e a sfiorarsi fino a quando Lexa non sentì la lingua della latina accarezzarle il profilo delle labbra, quasi come se volesse chiederle il permesso, un permesso che lei non le negò affatto. La bocca si schiuse da sola, facendo in modo che le lingue di entrambe si trovassero, intrecciandosi tra di loro e dando vita ad un bacio che di casto aveva ben poco. La dolcezza aveva lasciato il posto al desiderio, puro e carnale. Alla voglia ed al bisogno che entrambe avevano l'una dell'altra. Lexa si separò dalle labbra della giovane solo quando i polmoni iniziarono a bruciare in cerca d'aria, mentre Raven le percorreva il profilo della mascella con la lingua, scendendo fino ad arrivare al collo. Afferrò con i denti un lembo di pelle, mordicchiandola e succhiandola con delicatezza, provocando in Lexa dei brividi che le attraversarono tutto il corpo, facendole alzare il bacino e scontrare le loro intimità. Un gemito strozzato sfuggì al controllo di entrambe quando ciò accadde, e lei non riuscì a fermarsi dall'afferrare i fianchi della latina con entrambe le mani e a ripetere il gesto, facendo scontrare nuovamente le loro intimità.
<< Lexa, >> la richiamò Raven, la voce ridotta ad un sussurro affannato. Voleva di più e anche lei non era da meno. Sentiva l'eccitazione scaldarle il basso ventre, era così bagnata ed accaldata che sentiva di star per esplodere. E Raven era nelle sue stesse condizioni, riusciva chiaramente a sentire il calore tra le sue gambe, anche attraverso quel misero pezzo di stoffa che ancora la ricopriva. Fece scendere una mano fino a quando non si scontrò con il bordo delle mutandine dell'altra, tirandole leggermente verso il basso e scoprendo così la sua intimità. La latina alzò leggermente il bacino, in modo da aiutarla a sfilare del tutto quell'inutile pezzo di stoffa che le era solo d'intralcio. Il bacino di Lexa si alzò, in cerca di maggiore contatto mentre il cuore aumentava i battiti. Le dita che correvano lungo tutto il corpo di Raven e le labbra che tornavano a cercarsi di nuovo, in baci famelici. Gli incisivi si impossessarono del labbro inferiore della latina, tirandolo e succhiandolo con passione prima di lasciarlo andare e posarvici sopra l'ennesimo bacio bagnato. Fece salire la mano destra lungo tutto il fianco dell'altra, le unghie che delicatamente le graffiavano la pelle dorata, Lexa riusciva a sentirla rabbrividire sotto al suo tocco. La mano salì fino a quando non raggiunse la nuca, afferrò i capelli di Raven con decisione e la scostò dal suo collo, dove l'altra aveva iniziato di nuovo a mordere la sua pelle. Portò il viso della latina ad un palmo dal suo, prima di alzarsi e trascinare il corpo della giovane con sé. Una volta sedute la frizione tra le loro intimità fu maggiore, il bacino di Raven era scivolato più in basso e ciò le aveva strappato l'ennesimo gemito di piacere. Lexa continuò a tenere la mano destra incastrata nelle ciocche castane dell'altra, mentre la sinistra andò a posizionarsi nella parte bassa della sua schiena, in modo da poterla aiutare con i movimenti e spingendo il bacino di Raven contro il suo, creando una frizione che fece sospirare entrambe.
<< Fallo, >> si decise a dire poi, il tono di voce reso roco e graffiato dall'eccitazione. Gli occhi della latina si aprirono di scatto, facendola affogare in quei pozzi neri. Non disse niente, si limitò a lasciarle un bacio sulla guancia e a far scorrere le mani lungo tutto il suo corpo. Raven percorse il profilo del suo viso, scendendo lentamente fino a quando non la sentì morderle il lobo dell'orecchio. Sopra di lei, intanto, il suo corpo aveva preso a tremare leggermente. Lexa chiuse gli occhi, sospirando e cercando di ricacciare indietro le lacrime. Ogni volta diventava sempre più doloroso, ma ne aveva bisogno. Continuò ad accarezzare la latina, sentendo il suo corpo cambiare e mutare sotto alla pressione delle sue dita. Passarono interminabili minuti prima che si decidesse a riaprire gli occhi, Raven dovette scostarsi dal suo collo e percorrere a ritroso la scia di baci che le aveva lasciato in precedenza. Era il suo modo per tranquillizzarla, per dirle che andava tutto bene. Lexa si sentì afferrare il viso dalle mani della ragazza, mentre quest'ultima continuava a far scontrare il loro nasi in modo tenero e dolce. Un sospiro lasciò le sue labbra, gli occhi che continuavano a rimanere chiusi, sapeva cosa avrebbe visto una volta che si fosse decisa a riaprirli.
<< Guardami, >> la sentì dire, il tono di voce era leggermente più acuto adesso ed il cuore prese a batterle ancora più forte. "Questa è l'ultima volta", si disse, poi aprì gli occhi. Davanti a lei non c'era più Raven, i lunghi capelli castani della latina erano stati sostituiti da una chioma bionda e folta, dai riflessi dorati che le fecero salire il cuore in gola. Il viso si era fatto leggermente più rotondo, gli zigomi meno pronunciati e la pelle più chiara. Gli occhi castani, invece, erano l'unica cosa rimasta uguale. Lexa alzò lentamente una mano che, senza che lei se ne rendesse conto, aveva preso a tremare leggermente. Passò il dito indice lungo tutto il profilo del viso della giovane, prima di avvicinarsi e far incontrare le loro labbra. Nonostante fosse un'illusione, per lei fu come tornare a respirare.
<< Costia, >> mormorò, un sussurro a malapena udibile che uscì fuori in modo strozzato. Faceva così male, ma allo stesso tempo la faceva sentire così bene.
<< Sono qui, Lex, è tutto okay, >> la rassicurò l'altra, e Lexa seppe che quelle parole appartenevano a Raven. Erano passati anni da quando il loro rapporto si era evoluto in qualcosa di più che una semplice amicizia, da quando la latina aveva accettato di aiutarla a far cessare il dolore che, giorno dopo giorno, continuava a crescere nel suo petto. E lei aveva fatto lo stesso con l'altra, cercando di aiutarla a sfogarsi e a non pensare al resto del mondo, a non pensare ad Anya. I loro incontri non si erano mai interrotti, nemmeno quando l'altra aveva cercato di intraprendere una relazione con quello che, ormai, era il suo ex ragazzo da più di un anno. Ne avevano bisogno entrambe. C'era solo una cosa che Raven non aveva mai fatto però, non aveva mai finto di essere Costia, l'unica illusione che le aveva concesso era stata quella visiva. Tolta l'immagine della sua amata, quella con cui faceva l'amore era la sua migliore amica. E quella frase, appena sussurrata e così rassicurante che aveva appena lasciato le sue labbra, era un modo di Raven per farle capire che lei c'era e che ci sarebbe sempre stata.
<< Sei meravigliosa, >> le disse ad un soffio dalle sue labbra, riferendosi a ciò che era stata disposta a fare più che al suo aspetto fisico. E il modo in cui l'altra la strinse a sé le fece capire che sapeva, aveva compreso cosa stessero a significare quelle due parole, di nuovo. Le loro labbra tornarono ad unirsi ed i loro bacini a muoversi in modo sempre più frenetico, mentre la dolcezza di quel piccolo momento lasciava il posto alla passione che tornava a crescere dentro di loro. Le mani di Lexa tornarono ad afferrarle i fianchi, le dita della mano sinistra affondate nella carne morbida e la destra ad accarezzarle il ventre, prima di scivolare più in basso, lentamente, verso l'intimità bagnata dell'altra. Lasciò che le sue dita si immergessero in quel mare di umori, accarezzandola con delicatezza e assaporando i deliziosi sospiri di piacere che l'altra sbuffava direttamente sulle sue labbra umide per i troppi baci.
<< Lexa, ti prego. >> La implorò Raven, facendo ricadere la testa all'indietro e lasciando scoperto il collo. I lunghi capelli, adesso biondi, che le ricadevano sulle spalle in meravigliose onde color del grano. Lexa continuò a stuzzicarla un altro po', amava sentirsi implorare ed amava sentire l'altra così sensibile e disperata. Fece vagare lo sguardo su tutto il suo corpo, abbeverandosi dell'immagine della sua amata per l'ultima volta. Strinse di più la presa sul fianco di Raven, facendo affondare le dita nella carne morbida e lasciandole dei solchi sulla pelle, avvicinandola a sé ancora di più. Poi spostò il viso in avanti, avvicinandolo al suo petto e ricoprendo di baci entrambi i suoi seni, leccando e mordendo con delicatezza la pelle tenera. Prese in bocca uno dei capezzoli turgidi, prima di lasciarlo andare e soffiarci sopra, osservando attentamente come l'altra rabbrividisse per l'eccitazione che quel gesto le aveva procurato. Ricoprì di baci tutto il suo petto, salendo fino alle clavicole e lasciando su di esse altri morsi che avrebbero segnato il suo passaggio. Una volta raggiunto il collo, la sua mano destra, intenta a prendersi cura dell'intimità della latina, scivolò ancora più in basso, facendo affondare due dita dentro di lei e prendendola di sorpresa.
<< Lexa, >> gemette Raven, il tono di voce alto ed il fiato mozzato in gola. Un sorriso soddisfatto le fece piegare le labbra. Continuò a far scorrere le dita dentro di lei, prima lentamente e poi in modo sempre più passionale, raggiungendo punti che strapparono all'altra più di un sospiro. Il corpo di Raven si muoveva sopra al suo, andando incontro alle sue spinte, la bocca aperta e in cerca d'aria mentre il petto le si alzava ed abbassava sempre più velocemente. Doveva essere vicina e quel pensiero la provocò una scossa lungo tutta la spina dorsale, sentiva un familiare calore crescere dentro di lei, causato dallo sfregamento della sua stessa mano sul suo centro grazie ai movimenti che il bacino di Raven stava compiendo, andando incontro alle sue spinte.
<< Rae, >> si lasciò sfuggire in un sussurro roco, ma la latina la sentì. Le afferrò il viso con entrambe le mani e fece unire le loro labbra, facendo incontrare le loro lingue e regalandole un bacio carico d'amore e passione. Lexa fece scivolare un terzo dito dentro di lei, aumentando di poco le spinte e godendosi la sensazione di calore che l'altra le stava donando. Quando le pareti della latina si strinsero attorno alle sue dita ed il corpo le si irrigidì, però, Lexa capì che la giovane era vicina al punto di non ritorno. Spostò il pollice di poco, posizionandolo sopra al clitoride dell'altra, iniziando ad accarezzarlo con decisione mentre le dita continuavano a muoversi imperterrite dentro di lei. Continuò così fino a quando l'altra non si staccò dalle sue labbra in cerca d'aria, la testa che andava a nascondersi nell'incavo del suo collo ed i singulti di piacere che sfuggivano al suo controllo mentre l'orgasmo l'attraversava. Lexa la seguì subito dopo, lasciandosi avvolgere da quella familiare sensazione di calore e appagamento. Lasciando che il silenzio le avvolgesse, interrotto solo dal suono dei loro respiri affannati.
<< Ti amo, >> sussurrò direttamente nell'orecchio della giovane, portando una mano ad incastrarsi nei suoi capelli e coccolandola con dolci carezze. Raven la strinse a sé, facendole capire che anche per lei era lo stesso. Quel "ti amo" aveva più di un significato. Con quelle due semplici - quanto grandi ed importanti - parole, Lexa stava dicendo addio alla sua amata, alla sua Costia, a colei che era riuscita a rubarle il cuore, ma che le era stata strappata via fin troppo presto. E stava dicendo a Raven che teneva a lei, perché c'era sempre stata, cercando di farle capire che anche lei avrebbe fatto lo stesso e che non l'avrebbe mai lasciata.Prima che il sonno le cogliesse però, e che il corpo di Raven tornasse al suo aspetto originale, una cosa fu chiara ad entrambe. Quella sarebbe stata davvero l'ultima volta.
Note:
Ciao a tutti! La volta scorsa vi avevo avvisati che questo capitolo sarebbe stato molto particolare, quindi... che ne dite? Spero di non aver esagerato e di essere riuscita a descrivere il rapporto che lega Raven e Lexa in modo abbastanza pulito. Inoltre abbiamo scoperto cosa nasconde Lexa, cosa la lega al passato e le impedisce di andare avanti. Non mi dilungherò troppo con inutili parole... Nel prossimo capitolo tornerà Anya, ma non sarà solo lei la protagonista! Chi ci sarà a farle compagnia?
Grazie mille per il continuo supporto, a chi legge in silenzio e a chi spende un po' del suo tempo a recensire. Come sempre, se ne avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima, un bacio,
Ellie.
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The Great Game
FanfictionIn un mondo corrotto, dove i pregiudizi sono alla base di tutto, è difficile mostrarsi per chi si è in realtà, soprattutto se ciò potrebbe mettere in pericolo la propria vita. Vivere nell'ombra o lottare per la luce? Questa era la domanda che da sem...