Capitolo 9 - Raven

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Capitolo 9

Raven
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L'interno della sala in cui si trovava era decorato in modo impeccabile, delle tovaglie in oro ricoprivano i lunghi tavoli accostati al muro su cui erano poggiati stuzzichini e cocktail di vari colori, mentre sopra di essi spiccavano degli enormi vasi in ceramica colmi di calle e sempreverdi. Alle pareti vi erano quadri di artisti prestigiosi, probabilmente opere originali e fin troppo di valore per essere esposte all'interno di una semplice clinica. Voltando il capo verso l'esterno Raven poté osservare i pesanti tendaggi, dello stesso colore delle tovaglie, che coprivano le grandi finestre di quell'immensa stanza in cui si stava svolgendo il Gàla. Era tutto così etereo, fin troppo elegante e lussuoso. Persino i camerieri erano talmente rigidi da sembrare parte dell'arredamento. Una cosa era certa, però, e su questo Raven non poteva avere alcun dubbio, ai Wallace piaceva fare le cose in grande. Gli invitati si spostavano tra i vari tavoli, stringendo tra le mani dei calici contenenti champagne e piattini riempiti da alcune tartine, quasi formando una danza la quale le stava provocando la nausea. Tutti quei vestiti eleganti, tutta quella finzione, provava solo disgusto. L'idea che tutti i presenti stessero rischiando la loro vita poi, la faceva stare solo peggio. Avrebbe voluto salvarli, ognuno di loro, avvertirli che quella in cui erano caduti era una stupida trappola ideata dalla famiglia Wallace, ma farlo avrebbe significato mandare a rotoli l'intera operazione e lei non poteva permetterlo. Non avrebbe messo in pericolo la sua squadra, perciò lasciò che si godessero quell'inutile farsa mentre sorseggiavano assorti dai loro calici ricolmi di bollicine.
<< Idioti, >> sibilò a mezza voce, voltandosi verso una delle porte a vetri che dava sul giardino. L'esterno era ancora più pomposo dell'interno e ciò le fece storcere la bocca per il disappunto.

"Reyes, potresti smetterla di lamentarti e concentrarti sulla missione? Non farmi pentire di averti mandata al mio posto."

La voce di Anya risuonò nelle sue orecchie facendola sobbalzare, il movimento le fece quasi finire addosso il calice di champagne che stringeva tra le lunghe dita della sua mano sinistra.
<< Questo vestito è scomodo, >> si lamentò in risposta, ignorando il commento della donna dall'altra parte degli auricolari e continuando a mantenere il tono di voce basso, in modo da non attirare troppo l'attenzione su di sé.

"Non sei ad una partita di football, Reyes!"

Un sorrisetto irriverente le curvò le labbra all'ennesimo rimprovero da parte di Anya, mentre una punta di amara nostalgia iniziava a crescerle nel petto, le era mancata. Le missioni non erano più state le stesse da quando la donna se ne era andata, riaverla in squadra adesso, dopo tutto quel tempo, le dava l'illusione che non se ne fosse mai andata.
<< Non vedo Wallace da nessuna parte, >> riferì poi, cercando di allontanare dalla sua mente quegli inutili pensieri in modo da concentrarsi sulla missione, niente distrazioni.

"Che vuol dire che non vedi Wallace da nessuna parte?"

Tuonò Anya, il tono di voce colmo di rabbia e frustrazione.
<< Vuol dire che non c'è! >> Sibilò lei in risposta, portandosi una mano all'orecchio e sistemandosi meglio l'auricolare prima di continuare a camminare lungo la sala. Il vestito che indossava non le rendeva il compito facile, odiava mettersi in ghingheri e quel tubino bianco che le arrivava fin sotto le caviglie, unito al tacco dodici che portava ai piedi, non faceva altro che peggiorare la situazione. Mosse alcuni passi verso il buffet, analizzando ogni singolo invitato, cercando tra la folla di persone il suo uomo.
<< Lexa si è fatta sentire? A che punto sono gli altri? >> Bisbigliò mentre si portava il calice alle labbra e fingeva di mandare giù un sorso.

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