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yoongi entrò in casa solo per vedere i genitori litigare, suo padre lanciò una bottiglia di birra contro la madre che urlava e si copriva il viso.

yoongi si ritirò le lentamente, chiudendo un occhio come solito fare da sedici anni nella sua vita disordinata.

chiuse la porta e andò al vialetto davanti casa. si sedette sulla ghiaia, scalciando liberamente alcune rocce e prendendo dalla tasca il pacchetto di sigarette nuove di zecca.

c'era un accendino nella tasca dei suoi jeans; lo prese e lo fece scorrere sul palmo della mano.

era una vecchia cosa da poco, una che aveva rubato al padre da quando divenne ossessionato dal fumare. la musica cambiò da qualcosa di allegro e arioso a oscuro e cupo.

la voce dei violini cantava con tristezza ed erano le lacrime a suonare a malapena il pianoforte.

yoongi fissò il pacchetto, leggendo l'avvertimento in grassetto scritto in basso.

un avvertimento che quello li ucciderà, eppure la gente continuava a fumare anche se le sapevano che le conseguenze sarebbero state mortali.

yoongi lo trovava ironicamente bello, un tentativo di suicidio in cui ti diverti.

non provocava dolore come una lametta, i polmoni non pretendono di respirare e non per forza sono le pillole a farti soffocare.

era un fumo denso che intasa tutto ciò che usavi per vivere. ma yoongi era già morto.

si insinuava tra i buchi dell'anima, costruendo qualcosa di oscuro e vuoto come il niente, con all'interno strisce bianche e grigie.

yoongi prense uno di quei bastoncini tra le mani e lo ammirò. i violini singhiozzarono, un urlo di dolore e angoscia. il pianoforte interruppe la sua musica malinconica, ora c'era solo un colpo di rovina.

yoongi portò la sigaretta alle labbra e, con le mani gelate e con le guance rosse per il freddo, la accese.

entro dieci secondi la nicotina entrò in contatto con i suoi polmoni, dipingendoli di un grigio come la luna e facendogli sentire come se le stelle stessero esplodendo nella sua mente.

sentì un piacere che pensò di poterlo provare solo nel bagno, dettato dai suoi pensieri su taehyung.

un sentimento di euforia minacciò di divorarlo per intero, lasciando indietro solo l'ombra della sua anima.

fumare le sigarette divenne presto un'esigenza nella vita di yoongi, non ancora convinto che ogni sigaretta fumata diminuiva i suoi giorni di vita fin quando non se ne sarebbe andato.

in quell'unico momento, in cui il fumo diventava parte dei suoi polmoni e le sostanze chimiche parte della sua testa, si sentiva vivo.

poteva sentire la speranza penetrare nelle sue ossa e piantarsi lì. creare radici che si sarebbero annaffiate con ogni inalazione di nicotina.

poteva sentire qualcosa oltre al voler morire.

ma le sigarette furono erano solo un inizio.

una felicità artificiale che arrivava quando taehyung non era nei paraggi.

le stelle iniziarono ad esplodere nel cielo, diventando lentamente una raffica di quello che erano una volta.

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