3 - Il fiele della gelosia

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"La signorina Amei Reda dell'Ambra" annunciò la voce suadente di Palisandro, il valletto personale delle zie.
La vasca che dominava il centro della stanza era adornata da candele bianche e ai suoi piedi erano stati distesi morbidi teli di spugna.
La ragazza dalla pelle olivastra che emerse dal profilo dell'acqua era di una bellezza pura epure sofisticata.
I suoi capelli erano scuri e lisci, con fili dorati che le donavano un'aria regale, le gambe fasciate dalla veste bagnata sembravano un inno alla femminilità. Tutto in lei feriva mortalmente l'animo già scossa di Portia Kora.
L'odio, quel sentimento inatteso che non aveva mai sperimentato, bruciò dentro la sua gola e le fece dilatare le narici. Quando vide Lubren Zero porgerle la mano per aiutarla a uscire dalla vasca, il respiro le rimase intrappolato tra le costole.
No... Non può essere...
La serata prevedeva un intermezzo musicale, una cena con i parenti della promessa sposa e per finire, lo scambio dei segreti.
Sussurrare all'orecchio del proprio fidanzato un segreto di famiglia era un ottimo modo per fortificare il legame tra le caste.
Portia Kora restò impassibile fino all'ultimo, fingendo che il protagonista di quel rituale non l'avesse ignorata deliberatamente per tutta la sera.
Perché non mi guarda? Non si chiede come mi sento?
Lubren Zero, guardami!
LUBREN ZERO, GUARDAMI!
Il pensiero era volato tra gli ospiti eleganti, si era insinuato tra i calici sollevati e aveva raggiunto l'Arcano, che aveva sobbalzato, interdetto.
I suoi occhi si erano diretti immediatamente verso la fonte di quel'ordine imposto con la mente; le scure ciglia aggrottate e la bocca dischiusa tradivano la sua sorpresa.
SEI TU, PORTIA KORA? COME FAI..
NON PUOI ESSERE UNA TELEPATE!
La voce tuonò nella sua testa, intinta in una nota di severa ammirazione.

GUARDA COSA DEVO INVENTARMI PER ATTIRARE LA TUA ATTENZIONE.

NON OSARE CAMBIARE DISCORSO!

Più colpito che adirato, l'Arcano si scusò con la fidanzata e la lasciò a conversare con Lea Des, che sembrava meno svampita del solito. A passo di carica e con un cipiglio punitivo che alimentava la sua fiamma interiore, attraversò il salone e raggiunse la ragazzina insolente che non aveva neppure abbassato lo sguardo.
Cosa avrebbe dovuto dirle?
Arrabbiarsi con lei?
Punirla per aver sviluppato una capacità impensabile?
Ormai di fronte a lei, vide che si era alzata dalla sedia e aveva lisciato con cura la sua lunga gonna nera, attendendolo con le mani in grembo in segno di docilità.
"Chi ti ha insegnato a farlo?" tagliò corto, appoggiando le mani sui fianchi come faceva durante un'inquisizione.
"Dovrai cavarmi il nome sotto tortura" rispose lei inasprendo il tono. La sua aria remissiva era solo una messinscena e lui lo sapeva bene. Per un secondo gli venne quasi da sorridere di fronte al coraggio spavaldo della ragazza che avevano accolto quando era una marmocchia di appena due anni.
Ricordava quelle braccia piccole attorno al collo di suo padre, di ritorno da una delle sue infinite missioni. I riccioli dorati della piccola erano chiarissimi, le guance rosee erano un affronto al livido grigiore che imponeva la società. Eppure, con i suoi undici anni, Lubren Zero l'aveva raccolta dalle braccia del padre e si era eretto immediatamente suo paladino.
"Hai intenzione di punirmi?" si fece sentire, riportandolo al presente. Dovette tossire nel pugno prima di rispondere senza riderle in faccia.
"Per adesso puoi ritirarti nella tua stanza" decretò ammirando la sua tempra.
Come si era aspettato, le sopracciglia ebbero un moto di ribellione e un lampo d'ira offuscò il suo sguardo.
"Farò come vuoi. Passa una buona serata, mio Arcano" si congedó usando la forma massima di rispetto.
Lubren Zero intuiva i turbamenti della sorella, ma non volle indagare troppo.
Vigliacco?
Forse.
La reazione che aveva avuto nell'apprendere la notizia del suo fidanzamento poteva essere archiviata come innocente gelosia.
Eppure...
"Hai fatto bene, figlio mio" si fece sentire Lea Des, arrivandogli alle spalle. "È tutta la sera che si comporta in modo ostile. Non è ammissibile un simile comportamento di fronte agli ospiti."
Con la coda dell'occhio, Lubren Zero vide nonna Sumia Heri lasciare la sala: aveva appena scoperto l'identità dell'insegnante che Portia Kora tentava di proteggere.
Trattenne l'ennesimo sorriso.
"Dimmi una cosa, perché sei così dura con tua figlia?" la interrogò guardando i bei lineamenti della donna che lo aveva messo al mondo.
Presa in contropiede, Lea Des sussultò impercettibilmente e si coprì la casta scollatura dell'abito di seta blu notte.
"Devo insegnarle l'educazione. Una madre a volte deve essere severa..."
"Non ti sei mai comportata da madre, é tardi per fingere" le ricordò afferrando al volo un flute dal vassoio di un cameriere.
Lei affilò lo sguardo e lasciò cadere uno dei suoi volti.
"Perché fare la predica a me, mio Arcano, quando nessuno qui, neppure tu, la considera una di noi?"

***

Quando Portia Kora raggiunse la sua stanza, il suo viso era rigato di lacrime.
Prima di chiudersi la porta alle spalle, insieme al resto del mondo, una mano sottile apparve dal corridoio e le afferrò il polso.
Nonna Sumia Heri.
"Sei venuta per consolarmi?" le chiese trovando conforto nel suo fragile abbraccio. "Anche tu vuoi dirmi che non dovrei stare così male per lui?"
Come sempre, Sumia Heri scelse poche parole per esprimersi.
"Presuntuosa. Non decidiamo noi cosa provare o per chi." Le strizzò l'occhio prima di spingerla verso la toeletta e l'aiutò a sciogliere le trecce che formavano due chignon in cima alla testa.
"Quindi, non sono in torto... Non è colpa mia se lo amo nell'unico modo che sento..." disse più a sé stessa, ipnotizzata dal pettine che si rifletteva nello specchio.
"Shhh... bambina. Certe cose non vanno dette a voce alta" commentò l'altra indulgente. "Se proprio vuoi fare qualcosa, canta la preghiera di protezione, come ogni sera."
Quello era un altro segreto che avevano in comune.
Portia Kora sentiva che tutto aveva un senso, bastava solo mettere insieme i pezzi.
Annegando ancora un po' nel fiele della gelosia, la piccola donna intonò il rituale che avrebbe dovuto proteggere gli abitanti di quella tetra magione.

Portia Kora - Il confine dell'OssidianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora