Portia Kora aveva il cuore in frantumi.
Troppe cose erano avvenute in un solo pomeriggio, troppe scoperte sconcertanti avevano rischiato di far vacillare il suo equilibrio mentale.
Era una di loro. Un'oltrequando.
Forse, dentro di sé lo aveva sempre saputo. Si era solo lasciata trasportare dalla sensazione di appartenenza a quella famiglia, convivendo con il malessere di una piccola clandestina.
Era stato Lubren Zero a tenerla insieme. Lui era il rammendo che aveva unito quelle due scomode realtà, il collante tra i membri dell'Ossidiana e la parassita che si erano allevati nel grembo di quella grande magione.
Chi era al corrente delle sue origini? Di sicuro il vecchio Manna Krann, che prima di morire le aveva sputato addosso – letteralmente – il suo disprezzo.
Lubren Zero era appena partito, si era eclissato dal portone con il suo seguito per andare in missione segreta, forse in una delle dimensioni sconosciute da cui provenivano gli oltrequando... Da cui proveniva lei.
Senza porsi altre domande, aprì la porta di camera sua e si precipitò di sotto, scontrandosi con Lea Des che ormai aveva raggiuto il pianerottolo.
"Portia Kora! So che sei sconvolta, lascia che ti spieghi..."
"Fallo in fretta" le disse sollevando il mento con aria di sfida. "Ho esaurito la mia pazienza per oggi."
La madre dell'Arcano annuì docilmente e le fece segno di seguirla in uno dei salottini privati. Una volta trovatasi da sola con lei, si premurò di chiudere l'uscio e l'affrontò restando in piedi, come un soldato davanti a un plotone di esecuzione.
"Ti ha portata qui Sarje Ques Nam quando avevi due anni." Portia Kora annuì, considerando che i suoi ricordi iniziavano pressappoco in quel periodo. "Lui non ha mai voluto raccontarci la tua storia, ma ci ha fatto capire che nella tua dimensione eri in pericolo..."
"Mi ha salvata, dici?" cercò di capire, sedendosi lentamente sul divanetto. Lea Des annuì, stringendosi le mani in grembo.
"Le missioni dei capifamiglia sono sempre state un mistero. Nessuno, a parte una ristretta cerchia di membri, sa cosa ci sia veramente dall'altra parte dei confini."
La ragazza scosse la testa impercettibilmente. "Ma tutti noi usiamo i portali" la corresse. "La vasca al piano di sopra ne è la prova."
"No, bambina mia" la istruì lei con una dolcezza inedita. "Ogni famiglia custodisce un portale e un confine. Il nostro portale, utile per raggiungere le altre famiglie nobili del Tule, è proprio la vasca che hai nominato. Il confine invece... quello è mantenuto segreto, visto che può condurre nella dimensione dell'oltre e del quando, compiendo un salto fisico e temporale."
Portia Kora spalancò la bocca, faticando a riconoscere la donna che aveva di fronte. Il suo silenzio venne ben interpretato, così Lea Des prese posto sul sofà di fronte a lei, continuando il suo racconto. "Mio marito, dopo il tuo arrivo, ha iniziato a interessarsi sempre di più a quella dimensione. Le riserve sono state una sua idea, insieme ai tatuaggi di contenimento che ogni oltrequando possiede."
"Contenimento?" chiese spiegazioni.
"Esatto. Ogni individuo ha inciso sulla pelle due sigilli. Quello all'altezza del cuore serve a bloccarne i poteri, l'altro, all'interno del labbro superiore, serve a impedire agli adulti di tramandare la loro storia e mantenere il segreto di come sono arrivati nei Tule."
Incapace di restare ferma, Portia Kora si mise in piedi e iniziò a girare per la stanza. "Come... come fai a sapere tutto questo?"
"Queste sono informazioni riservate ai membri delle ventotto caste. Siamo noi che manteniamo l'equilibrio tra quel mondo alieno e il nostro..."
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Portia Kora - Il confine dell'Ossidiana
ParanormalIn un mondo monocromatico, dove chiome scure e regole ferree scandiscono la vita nei quattro Tule, la piccola Portia Kora si sente un'estranea. Crescendo, il distacco della sua famiglia adottiva e la forte attrazione verso Lubreen Zero, l'Arcano che...