10 Orgoglio e gelosia

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Di ritorno dalla riserva Nevada, Lubren Zero osservò i presenti nella carrozza senza farsi notare dal sottoposto di Lucio Sesto. Il giovane cadetto della famiglia della Seta continuava a sbirciare in direzione di Portia Kora, tanto che perfino Lucio Sesto si spinse a dargli un colpetto con lo stivale, per rimetterlo in riga.

"Sei stanca?" le chiese, finalmente libero di poter interagire con lei senza avere gli occhi di Neryo Magnus addosso. "Non hai detto una parola da quando abbiamo salutato gli abitanti della riserva." Quando si voltò, mostrando la sua espressione assorta, Lubren Zero avrebbe voluto spostarle una ciocca ribelle dietro l'orecchio e scavare più a fondo nel suo sguardo, ma ovviamente dovette trattenersi.

"No, non sono stanca, tutt'altro" gli rispose lei ancora concentrata. "Ti ringrazio di avermi mostrato una vera riserva. Credo di aver imparato molte cose." Le mani giunte sull'ampia gonna e il tono addolcito dalla totale mancanza di artifici, non fece uno strano effetto solo su di lui. Neryo Magnus parve trattenere un sospiro estasiato, seduto immobile di fronte a loro. Aveva ripreso a guardarla senza alcun contegno, così stavolta toccò a lui redarguirlo: fu sufficiente il suo sguardo gelido a far tornare nei ranghi il cadetto infatuato.

Certamente non era gelosia, quell'improvvisa morsa allo stomaco che si era presa gioco di lui, si disse, trattenendosi dal sospirare pesantemente.

"Vai spesso a trovare gli oltrequando nelle loro riserve?" continuò lei senza neppure sospettare di aver messo in difficoltà ben due uomini in quella stessa carrozza.

Lui fu felice di risponderle, tanto per alleggerire la tensione. "Mi fermo da loro ogni volta che devo conferire con Gura per decisioni da prendere sulla sua gente. A volte vado solo per vedere se hanno bisogno di qualcosa in generale..."

"La sua gente?" ripeté lei sbattendo le ciglia. "Vuoi dire che sei d'accordo sul fatto che si sentano una comunità autonoma?" Il suo tono era intriso di ammirazione, gli occhi limpidi lo guardavano attenti, facendogli sentire all'improvviso una vampata di calore lungo il collo.

"Se si sentono tutelati, non insorgeranno. Non credo sia pericoloso concedere loro un po' di autonomia" commentò tentando di suonare neutrale.

"Vi fa onore prendervi cura delle necessità degli alieni" s'intromise Neryo Magnus facendogli aggrottare le sopracciglia. "Potreste usare la linea dura con loro, invece vi siete mostrato magnanimo, Arcano" rincarò la dose lo sbarbatello dalla folta frangia scura e gli occhi grigi. Poteva considerarsi un buon partito, di bell'aspetto e con una famiglia impeccabile; e in quel momento stava tentando di adulare il presunto fratello maggiore della ragazza che finalmente lo stava considerando. Pessima mossa...

"Devo darti ragione" gli disse infatti lei con un sorriso celestiale. "Lubren Zero può sembrare un po' dispotico..." e si voltò nella sua direzione per osservare la sua espressione feroce. "Ma ha sempre agito a favore dei più deboli."

"Non avevo dubbi, Portia Kora. La stima e l'affetto che provi per tuo fratello è ben comprensibile."

Lubren Zero spostò l'attenzione sul fedele Lucio Sesto. LO FAI FUORI TU O CI DEVO PENSARE IO? Gli disse col pensiero. Dato che il suo braccio destro non aveva le capacità per rispondergli usando quei canali, si limitò a fare spallucce.

"Vostra sorella è davvero incantevole" dichiarò il ragazzo, tornando a rivolgersi all'Arcano. Mentre lui stringeva la mandibola affinando lo sguardo sul moccioso, Lucio Sesto prese in mano la situazione e si schiarì la voce.

"Neryo Magnus, ricordati di stilare un rapporto quando torniamo in sede" compitò severo, rivolgendosi al sottoposto. Il ragazzo comprese al volo che era arrivato il momento di ricomporsi e confermò che aveva capito. Non guardò più Portia Kora con la stessa intensità di prima, ma a sorpresa, quando scesero dalla carrozza di fronte alla magione degli Ossidiana, fu lui ad aiutarla a scendere. Prendendole la mano la scortò fino al cancello, baciandole poi il dorso in segno di congedo.

"Non perdiamoci di vista" le disse piano senza smettere di fissarla.

"Mi ha fatto piacere incontrarti dopo tanto" rispose lei un po' impacciata, sottraendosi dalla sua presa con eleganza. I due erano stati compagni di scuola, anche se lui era più grande di qualche anno.

Lubren Zero avvertì una fitta di furore risalire fino al cervello. "Avete finito?" pronunciò con i pugni stretti dietro la schiena.

Neryo Magnus sorrise a favore di Portia Kora e lanciò un ultimo sguardo all'Arcano, tentando di decifrare il perché di tanta ostilità nei suoi confronti. Un po' interdetto, si affettò a porgergli un saluto militare e dopo un lieve inchino raggiunse il suo superiore.

Vederli allontanare lungo la strada affollata strappò a Lubren Zero un sospiro di sollievo.

"Puoi parlarmi ancora della riserva Nevada? Voglio altri dettagli" prese a dire Portia Kora, trascinandolo con sé oltre il cancello di ferro battuto. "Se possibile, vorrei tornare a visitarla..."

"Ma certo" concordò lui senza nemmeno accorgersi di quello che stava dicendo. Possibile che quella sciocca non avesse colto lo sfacciato corteggiamento di Neryo Magnus? Tanta ingenuità era incredibile, ma giocava a suo favore: se avesse sospettato che il suo comportamento ostile nascondeva quell'inaccettabile gelosia...

"Per caso hai impegni domani?" gli chiese salendo gli scalini dell'ingresso per poterlo guardare negli occhi. Quando gli parlava con quel genuino entusiasmo, poteva permettersi di calare la guardia, e così si concedeva uno sguardo di troppo o un tocco casuale. Anche quella volta, d'istinto le cinse la vita sottile, beandosi della sua innocente bellezza, pronto a dire di sì a ogni sua richiesta. Purtroppo, si ricordò appena in tempo che il mattino seguente doveva incontrarsi con una delegazione di raccoglitori di spezie di un'altra riserva.

"Domani ho degli incontri importanti, mi dispiace" la informò prolungando la stretta intorno a quel corpo acerbo, eppure sinuoso.

"Peccato" si fece sfuggire Portia Kora in risposta, sinceramente desolata. Lui la trattenne ancora per la vita, mostrandosi più rilassato del solito e - una volta tanto - libero di calare la sua maschera di freddezza.

Fu naturale per lei appoggiargli le mani sugli avambracci, ma il contatto di quella pelle calda contro i palmi le ricordò ogni cosa rimasta in sospeso tra loro. Le emozioni che le suscitava il suo tocco e i sentimenti che provava per lui parvero esplodere di colpo, rivelandosi con un imbarazzante rossore sulle guance.

Lubren Zero non tardò ad accorgersi del cambiamento. Anche lui aveva sentito una sorta di fremito, quando si erano toccati? Qualunque cosa avessero avvertito, l'Arcano fu veloce a ricalarsi nelle sue vecchie vesti, spezzando il contatto con un passo all'indietro.

"Sei arrabbiato?" si permise di chiedergli, turbata.

"Perché dovrei?" L'espressione combattuta e il rigore del suo sguardo smentiva quell'innocua dichiarazione.

"La tua faccia. Dovresti vederti" gli rispose, desiderando interrompere quella farsa. "Ultimamente i tuoi sbalzi di umore stanno peggiorando. Sarà l'età, mio Arcano?"

"Forse" prese tempo lui. "Per questo dovresti frequentare compagnie più adatte a te, come il cadetto Neryo Mangus per esempio."

"A quanto pare abbiamo qualcosa in comune: anche con lui sei stato brusco oltre ogni limite" lo provocò incrociando le braccia.

"Perfetto. Allora perché non cedi ai suoi sfacciati tentativi di seduzione? Per gli Dei! Se si comporta in quel modo in servizio, davanti a due superiori, cosa sarebbe capace di fare durante un appuntamento?" Nascondendo la fitta allo stomaco, trasformò la sua espressione sofferente in una sorta di ghigno.

"Accetterò il tuo consiglio, allora" asserì lei seria, socchiudendo gli occhi, quasi incapace di credere a ciò che aveva appena sentito. "Ho davvero il tuo consenso per frequentarlo?"

"Non hai bisogno della mia autorizzazione per..."

"Sì invece" lo interruppe usando la superbia come scudo. "Anche se è solo una ridicola finzione, ti ricordo che sei tu che fai le veci di fratello maggiore."

La lotta tra i loro sguardi fu spietata e durò interminabili secondi. Nessuno dei due sospettava il dolore che infliggeva all'altro, ma alla fine fu l'orgoglio a muovere le loro intenzioni.

D'ACCORDO, PORTIA KORA... FA' COME TI PARE.

TI FARO' PENTIRE DI OGNI PAROLA, DETTA E NON DETTA, LUBREN ZERO.

Portia Kora - Il confine dell'OssidianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora