"Vuoi smetterla di preoccuparti, Sabbia?" si prese gioco di lei, afferrando i manici della valigia non appena fu fuori dalla carrozza a nolo.
L'amica era rimasta così colpita dalla sua storia da restare senza parole, così era toccato ad Aram Reda intavolare una patetica conversazione durante il viaggio verso la riserva Nevada.
Portia Kora si era precipitata nel piccolo ostello che li ospitava e quasi senza darsi il tempo di prendere fiato, aveva confessato la verità sulle sue origini, senza tralasciare le "raccomandazioni" che le aveva fatto Lea Des.
"Starai bene con loro?" le chiese Sabbia con voce gracchiante. Doveva essere davvero preoccupata e in un certo senso la capiva.
"Non ne sono sicura" disse onestamente. "Potrebbe essere l'errore più grande della mia vita... ma non riuscivo più a restare in quella casa."
"Come credi la prenderà Lubren Zero?" venne al dunque Aram Reda, scrutando la sua espressione nella penombra del boschetto fuori dalla riserva. "Non penso che ne sarà contento."
"Ho l'età per prendere le mie decisioni. Sono libera di decidere dove vivere" pronunciò lei con poca convinzione. "E poi... è anche per prendere le distanze da lui se sono qui. Restare sotto il tetto degli Ossidiana significa accettare il ruolo di sorella dell'Arcano."
"Ho capito. Hai fatto bene secondo me" le disse lui guardando in basso per rassicurare Sabbia. La ragazza annuì e subito dopo corse ad abbracciare l'amica.
"Ricordatevi di mandarmi un messaggio quando nascerà il piccolo" si raccomandò stringendola forte.
"E dimmi, dove ti posso rintracciare? Sarai ancora qui fra tre mesi?"
"Non lo so... Davvero, non so che cosa dirti. Ma tu cercami, d'accordo? Anche se le nostre strade si sono separate, saremo amiche per sempre."
Portia Kora ripensò alle sue parole e al visetto bagnato di lacrime di Sabbia, anche quando fu di fronte all'inferriata lucida, proprio all'entrata della riserva. Sopra il cancello spiccava un blasone blu con una stella gialla e due rami intrecciati.
"Chi va là!" si fece sentire una guardia. Vista l'indole pacifica degli abitanti e il recinto invalicabile che conteneva la zona, di notte erano presenti solo due soldati di ronda.
Portia Kora sollevò le mani in aria e rivelò la sua identità, mettendo in atto il piano che aveva studiato: si trovava lì a quell'ora insolita perché durante la visita precedente aveva dimenticato un plico di documenti d'importanza vitale per la famiglia degli Ossidiana.
Quando il ragazzo assonnato in divisa la riconobbe, fece un saluto militare e tentò di reprimere uno sbadiglio.
"La scorto fino alla casa di Gura. Non credo siano a letto: questi oltrequando sono sempre a fare baldoria."
"Lo so, per questo sono venuta fin qui a quest'ora..."
"E quella? Sembrerebbe un bagaglio a mano" la interruppe il giovane osservando la piccola valigia.
"Documenti riservati" compitò lei camminandogli a fianco con lo stesso andamento sicuro.
Di notte la riserva era un insieme di luci soffuse e giardini in perfetto ordine. Il suono ovattato di voci in lontananza era ammaliante, le case con le finestre illuminate dai toni caldi erano corredate da tende chiare che ondeggiavano al vento. Fuori dalla casa a un unico piano, l'odore di cibo arrostito accompagnava le risate basse e il suono squillante di uno strumento sconosciuto.
"Siamo arrivati. Faccia con comodo, l'attenderò qua fuori per riaccompagnarla all'uscita."
"Non è necessario" fu rapida a precisare. "Ho intenzione d'interrogare Gura e non so quanto mi tratterrò. Quando avrò finito userò il cancello laterale, grazie."
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Portia Kora - Il confine dell'Ossidiana
ParanormalIn un mondo monocromatico, dove chiome scure e regole ferree scandiscono la vita nei quattro Tule, la piccola Portia Kora si sente un'estranea. Crescendo, il distacco della sua famiglia adottiva e la forte attrazione verso Lubreen Zero, l'Arcano che...