Capitolo 6

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Quella mattina mi svegliai con un sorriso, ma troppo presto mi ricordai che era domenica: i ragazzi sarebbero tornati a casa e non li avrei rivisti per chissà quanto tempo.
Decisi perciò di salutarli per bene e scrissi a Ethan per sapere a che ora sarebbero dovuti partire, scoprendo che avrebbero preso il treno nel tardo pomeriggio, mentre il loro van era già partito quella mattina: avevo tempo di organizzare qualcosa.
Allora chiamai il batterista, che era l'unico che avevo la possibilità di contattare senza l'aiuto di Instagram, per invitarli tutti a casa mia a pranzo.
Arrivati in stazione, dopo il pranzo e le sane risate, arrivò anche il momento dei saluti. Perciò abbracciai i quattro e prima di partire ci promettemmo di mantenerci in contatto.
Tornai a casa con un senso di vuoto, in fondo erano pur sempre i miei idoli.

DUE SETTIMANE DOPO

Era un normalissimo giorno di scuola, ma qualcosa era destinato a cambiare: l'insegnante di matematica quel giorno entrò in classe con una novità:
"Ragazzi, andiamo a Roma"
"Quando?" Rispondemmo noi
"Tra una settimana, partenza alle 5 di mattina da Piazza Vittoria"
Tornai a casa con il sorriso sulle labbra, avrei rivisto i ragazzi, ma nonostante la felicità del momento non mi dimenticai di scrivere a Ethan.

Sorrisi, sapevo già che sarebbe stata una gita fantastica

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Sorrisi, sapevo già che sarebbe stata una gita fantastica.

La settimana dopo mi svegliai molto presto, pronta per la gita e carica come mai prima. Sarei stata solo due giorni, ma avevo portato di tutto e di più.
Mi preparai e mi truccai velocemente, poi corsi fuori di casa e mi feci accompagnare a destinazione.
Mi trovai con i miei compagni mezzi addormentati a causa dell'alzataccia (mica è colpa mia se vanno a dormire tardi!!), salimmo sul bus e iniziammo il nostro viaggio.
Appena partita scrissi a Ethan
Siamo appena partiti, ti aggiorno
Detto questo mi addormentai, cosciente del fatto che la tranquillità non sarebbe durata ancora per molto.
Quasi a confermare la mia teoria venni svegliata dalle voci dei miei compagni, che stavano cercando di indovinare la password del mio cellulare.
"Avete intenzione di restituirmelo o volete continuare a tentare la password ancora per molto?" Chiesi io con una punta di divertimento nella voce.
Mi restituirono il telefono, ma quando aprii il messaggio da parte di Ethan quei ficcanaso si sporsero per leggere la chat.
Ethan
Fammi sapere poi dove posso trovarti, che vengo a prenderti con i ragazzi
Sono sempre in gita
Allora veniamo solo a salutarti
Chiesi alla prof verso che ora saremmo arrivati e dove ci saremmo fermati, poi riferii le informazioni al ragazzo, congedandomi e iniziando ad ascoltare la musica dato che i miei compagni, dopo aver capito che la chat non sarebbe stata uno spunto di gossip, si erano defilati e stavano dormendo sui sedili del bus.
Dopodiché scrissi un messaggio a Ele, che era riuscita a convincere i suoi e che stava per prendere il treno diretto a Roma, per augurarle buon viaggio.
Due ore dopo...
Ero finalmente arrivata a destinazione, scesi dal bus ancora un po' intontita e mi fiondai tra le braccia di Victoria che mi stava aspettando sul marciapiede di fronte.
"Cocca mi sei mancata" disse lei
"Perché pensi che tu a me non sia mancata?" ribattei io con un sorriso
Dopodiché salutai gli altri tre con un abbraccio, ma dovetti staccarmi troppo presto per raggiungere il gruppo di scuola, che sapeva che ci sarebbe stata una persona in più.
Prima di salutarci però Ethan mi si avvicinò e, con la voce soffocata dalla sua stessa timidezza, mi chiese se volessi andare a cena con loro quella sera.
Accettai entusiasta, ma li avvisai che avrei dovuto chiedere  prima agli insegnanti.
"Se vuoi puoi far venire anche il resto della compagnia, per noi non è un problema" rispose Damiano.
Allora io mi avvicinai agli insegnanti che, inizialmente restii all'idea di andare a cena fuori, cedettero alle preghiere mie e dei miei compagni.
Riferii la risposta ai quattro, poi tornai nel gruppo a cui si era aggiunta Ele, la mia migliore amica da sempre, e iniziai il tour della città.
Dopo aver girato metà Roma a piedi l'ultima cosa di cui avevo bisogno era una cena fuori, ma l'avevo promesso ai ragazzi che mi sarei dovuta godere per questi due giorni, poi chissà quando li avrei rivisti.
Per la cena optai per un look un pochino più elegante rispetto a quello della giornata, per viaggiare mi serviva stare comoda, ma conoscendo i ragazzi probabilmente sarebbero stati molto eleganti e non volevo sfigurare.
Perciò scelsi una minigonna in pelle nera, calze grigie, una maglietta a maniche corte bianca con Topolino disegnato sopra e una felpa nera con delle decorazioni sopra.
Infine optai per un paio di stivaletti con il tacco neri: conoscendomi speravo vivamente di non cadere.
Mi truccai in modo leggero ma comunque più pesante del solito abbinando l'ombretto alla gonna e aggiungendo un po' di correttore, illuminante e mascara.
Mi acconciai infine i capelli creando due trecce laterali che si univano in una treccia unica fermata da qualche forcina. Conclusi spruzzandomi della polverina dorata sui capelli e sul viso.
Uscii dalla camera, scesi le scale attenta a non cadere sui tacchi e raggiunsi gli insegnanti accompagnatori che aspettavano nella hall dell'albergo. Appena mi videro mi fecero cenno di avvicinarmi per chiedermi più informazioni sui ragazzi, che per loro erano perfetti sconosciuti che ci avevano invitato a cena.
Spiegai loro che erano amici miei, sperando che non si arrabbiassero per questa definizione, e che li avevo conosciuti a Como per caso, grazie a un incontro combinato dalla mia migliore amica che prevedeva che loro suonassero alla porta e io aprendo me li ritrovassi davanti.
Poi raccontai loro della ragazza misteriosa, alias Ele, ovvero la mia migliore amica: ci conosciamo fin dalle elementari, siamo più che amiche e lei spesso dice che vorrebbe adottarmi come sorella. Anche io le voglio bene, anche se mi ricordo alcuni episodi in cui ho rischiato veramente di ucciderla... tipo quando venendo in centro dove aveva un appuntamento con me ha perso il bus e ha preso quello dopo andando dalla parte sbagliata e lamentandosi del percorso diverso: la prendo in giro ancora adesso per questo episodio!
Stavamo ancora chiacchierando quando comparvero i miei compagni e le mie compagne e pochi istanti dopo anche i Måneskin pronti a prenderci e a portarci al ristorante.
Avevo fatto centro: erano ancora più eleganti di quella mattina.

L'incontro che mi cambiò la vita -MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora