Capitolo 11

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"Cosa vogliamo fare?" Chiesi io, non avendo la minima idea di come passare la giornata
"Decidi tu, non ne ho la più pallida idea"
"Non che io sia messa meglio"
In quel momento il mio telefono iniziò a squillare insistentemente, costringendomi a staccarmi dal gruppo per girare per tutta la casa alla ricerca del cellulare perduto.
Ma chi diavolo è a quest'ora??
Finalmente, dopo aver girato tutta la casa, lo trovai imboscato bella mia borsa.
Ma quale essere umano furbo si dimentica il telefono in borsa??
Guardai lo schermo: numero sconosciuto.
Vabbè, meglio così.
Tornai dai ragazzi, per sapere se avessero deciso cosa fare, ma ancora non avevano deciso.
"Ma se andassimo tutti in piscina?"
"Mi ripeterò a dirti che sei un genio, vero?" Mi rispose Thomas.
"Però i costumi li avete?"
La risposta dei tre ragazzi fu affermativa, ma Victoria mi prese da parte e mi disse: "Cocca, nella fretta di venire su non ho portato il costume"
"Vic, il problema erano Thomas, Ethan e Damiano, a te lo presto io"
"Grazie, ti devo un grosso favore"
"Dai, andiamo a divertirci" la incitai io.
Ci recammo in camera mia, dove le mostrai i vari costumi che avevo e dopo che la bionda ebbe scelto recuperai anche io un due pezzi e scappai in bagno per cambiarmi.
Una volta pronti prendemmo il bus da per andare in piscina e ci cambiammo velocemente.
Ovviamente io e Victoria, avendo già il costume addosso, fummo pronte in un attimo, perciò ci sdraiammo sui teli e iniziammo a chiacchierare.
Qualche minuto dopo comparvero i ragazzi, pronti a tuffarsi nell'acqua della piscina, mata ambita anche da noi ragazze, dato che faceva un caldo pazzesco.
Prima di tuffarmi mi fermai un istante perché odio l'acqua gelata, preferisco immergermi piano, ma una specie di onda gigantesca mi travolse completamente.
Damiano, mannaggia a te!!
"Ma dovevi proprio farmi la doccia??" Risi io "non ti muovevi" fu la risposta del cantante.
"Sì, ma solo perché odio l'acqua fredda"
Ribattei io secca "e comunque - dissi iniziando a schizzarlo "adesso mi vendico. Vic, mi aiuti?"
La ragazza, sentendosi chiamata in causa, corse ad aiutarmi a riempire di schizzi il povero Damiano mentre gli altri due stavano guardando la scena è ridendo come matti.
Passammo più di un'ora immersi nell'acqua, poi ci avviammo verso il posto che avevamo scelto per mettere i teli (rigorosamente all'ombra per evitare che Victoria prendesse troppo sole) e io tirai fuori dei contenitori con il pranzo: insalata di pasta e polpette di tonno.
"Ma è buonissima!!" Esclamò Ethan.
Non risposi, non riuscivo più a respirare.
"Tutto bene?" Mi chiese una preoccupatissima Vic.
Di nuovo non risposi, ma riuscii a prendere il telefono, dove scrissi:
Reazione allergica, ho le medicine nel borsone
Damiano si fiondò verso la mia borsa dove trovò quello che gli serviva, ma non sapendo cosa esattamente dovesse usare portò tutto.
Thomas mi chiese se dovesse chiamare qualcuno, ma io gli risposi con un cenno di diniego della testa.
Sentivo i polmoni chiudersi sempre di più: dovevo agire al più presto, ma non sapevo se qualcuno sapesse cosa fare.
Fortunatamente Ethan capì la situazione e prese rapidamente le medicine aiutandomi a utilizzarle, visto che io, essendo la prima volta che mi capitava una cosa del genere, ero andata nel panico.
Nonostante le medicine però continuai a faticare a respirare, ma ascoltai il batterista e attesi che passasse un po' di tempo tra uno spruzzo e l'altro. Dopo il secondo mi si aprirono finalmente i polmoni e ripresi a respirare normalmente, facendo tirare il fiato ai quattro musicisti.
"Stai bene?"
"Ora sì - risposi io - "non mi aspettavo una reazione del genere, non mi era mai capitato"
"Ma cosa te l'ha provocata?"
"Non lo so" risposi guardandomi intorno "ah, stanno tagliando l'erba. Può essere stato solo quello"
Ethan parlò rapidamente con i suoi compagni di band, poi mi prese in braccio.
"Ma che stai facendo?"
"Andiamo al bar finché non hanno finito di tagliare l'erba."
"Scusa, ma come facciamo a sapere che hanno finito?
"Mi scrivono gli altri."
"Ok, ma guarda che sto bene"
"Non mi sembra, visto che sei pallidissima"
"Ok, hai vinto. Però adesso che facciamo?"
Non mi rispose, ma ordinò dell'acqua per me.
Dopo che ebbi bevuto qualche sorso dal bicchiere iniziammo a chiacchierare del più e del meno, raccontandoci qualsiasi cosa ci venisse in mente.
All'improvviso il ragazzo mi fece una domanda: "ma perché non mi hai ancora preso in giro per la mia erre?"
"Ti dispiace?" Scherzai io.
"No, è solo strano. Di solito quando le persone iniziano a conoscermi meglio la prima cosa che fanno è scherzare sulla mia pronuncia"
"Semplicemente penso che non sia giusto prendere in giro una persona per un difetto di pronuncia... e poi so come ci si sente: anche io da piccola avevo la erre moscia."
"Davvero? Come me?"
"Mi credi se ti dico che ero messa peggio?"
Ridemmo entrambi, poi il telefono dille batterista vibrò, avvisandoci che potevamo tornare.
Ci alzammo, ma prima di avviarci guardai negli occhi il batterista e finalmente lo baciai.
Non l'ho fatto veramente, non ho appena baciato Ethan.
"Grazie di tutto."
"Non devi ringraziarmi."
"Andiamo o chiameranno 'chi l'ha visto'!"
Rise.
Tornammo dai ragazzi, che si tranquillizzarono a vedermi, poi ci tuffammo di nuovo in acqua e passammo il pomeriggio a giocare nelle vasche della piscina, fino a quando non arrivò l'ora di tornare a casa.
Appena tornati ci accolse mia mamma, che abbracciò forte Victoria e salutò allegramente gli altri.
Dopo aver cenato salutai Damiano e Thomas con un abbraccio e lasciai un bacio veloce sulle labbra di Ethan: speravo vivamente che mamma non mi avesse visto.
Mi incamminai verso la mia stanza dove Victoria dormiva già, ma mamma mi fermò:
"Non mi devi raccontare niente?"
Beccata...

L'incontro che mi cambiò la vita -MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora