Capitolo 18

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"Thomas, mancano cinque minuti, ti vuoi muovere?"
Erano piuttosto arrabbiati con il chitarrista perché non era ancora pronto per lo spettacolo.
Finalmente il ragazzo si decise a raggiungere gli altri che fremevano per l'impazienza.
Salutai Ethan con un bacio augurandogli buona fortuna, poi abbracciai Victoria che negli ultimi tempi era un po' preoccupata a causa delle continue nausee.
Come al solito sarei stata dietro al palco, pronta a qualsiasi evenienza ma in una posizione che mi avrebbe comunque permesso di godermi il concerto.
Ero tranquilla, avevano provato tanto e i pezzi erano una bomba: sarebbe stato un concerto memorabile.
Sicuramente però non mi sarei aspettata quello che sarebbe successo di lì a poco, quando ormai avevo tirato il fiato vedendo che i ragazzi si stavano preparando a rientrare, ma proprio all'ultima canzone Victoria cadde a terra, facendo prendere a tutti i presenti un grosso spavento.
Mi affrettai a raggiungere gli altri e mentre la bassista si riprendeva mi affrettai a parlare a Damiano.
"Lo sai vero che adesso ci toccherà rendere pubblica la cosa?"
Gli chiesi preoccupata.
"Sì, adesso parlo con Vic. Fuori si staranno facendo qualche domanda."
"Sicuramente, però con Vic parlo io."
Lo bloccai prima che potesse combinare qualcosa: ormai lo conoscevo abbastanza bene da sapere che aveva tatto sotto zero.
"Come stai?" Chiesi alla ragazza.
"Ora meglio, ma sono un po' preoccupata..."
"A chi lo dici! Ci hai fatto prendere uno spavento con i fiocchi!"
"Ora dovremo rendere pubblica la cosa, vero?"
"Vai subito al sodo, eh?" Cercai di prenderla in giro senza successo.
"Comunque ci penserà Damiano, se tu non te la sentissi o lo diremo in una storia in caso voglia dirglielo tu."
"No, fallo dire a Damiano: io non ce la faccio."
"Sicura?"
"Sì."
Chiamai il cantante, che velocemente si avviò verso il palco e comunicò la notizia tra lo sgomento generale, poi scappò dietro e ci fece capire a gesti che era tutto a posto.
Dopo questo tornammo a casa, stanchi morti per il concerto e con in testa solo il pensiero di andare a dormire.
                    Tre mesi dopo
Stava per ricominciare la scuola e io ero più in ansia che mai.
Per prima cosa non avrei frequentato tutte le lezioni ma sarei stata spesso in collegamento via Skype e avrei dovuto spiegarlo ai professori e poi quel pomeriggio Victoria avrebbe avuto la prima visita in ospedale.
Mi avviai verso la macchina e salutai Ele che era contentissima di vedermi: in fondo erano tre mesi che non ci vedevamo ed eravamo tutte e due contente di poterci salutare. In più, sapevo di un certo interesse (ricambiato) di Thomas nei suoi confronti, perciò avrei fatto di tutto per farli fidanzare o per lo meno stare un po' insieme per conoscersi meglio.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che eravamo arrivati davanti alla porta di accesso alla città murata. Scesi dalla macchina subito seguita dagli altri e salutai Ele. Quest'anno non ci saremmo più viste spesso un po' per il tour e un po' perché non sarei più stata in cortile e quindi sarei entrata da davanti e non più da dietro come l'anno prima.
Mi avvicinai al portone della scuola stringendo forte la mano del povero Ethan che a un certo punto, temendo seriamente per le sue dita, sì girò verso di me e mi disse:
"Rossana, sarai anche la mia ragazza ma così mi stritoli le dita!"
"Scusa!!" Risposi io imbarazzatissima.
"Niente."
"Siamo arrivati."
Annunciai con una punta di amarezza nella voce.
"Tranquilla, non ti lascio da sola."
"Ma tu non puoi entrare!"
Il ragazzo fece un sorriso furbo e mi sventolò sotto il naso il permesso di entrata.
Sorrisi anch'io, poi entrai seguita dagli sguardi stupiti di più o meno tutta la scuola.
Entrai in classe, salutai i miei compagni e mi sedetti al banco. Qualcuno mi chiese se avessi intenzione di candidarmi di nuovo come rappresentante di classe, ma a quella domanda risposi semplicemente che avrebbero presto capito da soli la risposta.
Poco dopo entrò la prof di matematica, che ci fece un sacco di domande sulle vacanze, poi fece presentare i quattro ragazzi che non volevano rivelare la loro identità ma sapevano che chiunque nella classe li avrebbe riconosciuti appena avessero aperto bocca.
Per primo andò Damiano, poi Thomas, poi si fece coraggio Victoria e infine toccò a Ethan che non aveva nessuna voglia di alzarsi e parlare davanti a tutti.
Perciò quando fu il momento tra lo stupore generale mi alzai anch'io e presi la mano al ragazzo intrecciando le mie dita con le sue.
"Andrà tutto bene, non ti deve preoccupare. Qui dentro non ci sono cannibali a quanto ne so!"
Riuscii in questo modo a farlo ridere, poi il ragazzo si presentò alla classe e iniziò la lezione.
Alla fine dell'ora la prof di mi prese da parte e mi chiese:
"Posso farti una domanda?"
"L'ha appena fatto, prof."
Per un attimo temetti che si arrabbiasse, ma poi le spuntò un sorriso e continuò:
"Ma quel ragazzo, quello con i capelli lunghi, è un tuo amico?"
"Quale dei due con i capelli lunghi? Quello con i capelli neri o quello con i capelli castani?"
"Quello che tenevi per mano prima."
"È il mio ragazzo."
"Scusa?"
"Non sto scherzando, ci siamo messi insieme quest'estate. È un bravo ragazzo."
"Un'altra cosa: mi ha detto il preside che quest'anno non ci sarai sempre."
"Storia lunga..." risposi io.
Detto questo salutai la prof e tornai in classe, dato che i miei nuovi amici stavano iniziando a preoccuparsi seriamente.
Passammo le ore successive a parlare delle vacanze estive, senza fortunatamente fare lezione (sarebbe stato un po' sadico iniziare a spiegare già il 12 settembre) e all'intervallo corsi a cercare la prof di teatro per parlare del corso. Trovai qualche mio compagno di corso con cui mi fermai a parlare, poi finalmente scorsi la persona che cercavo.
"Prof, posso parlarle?"
"Certo, dimmi pure."
"Ehm... quest'estate il mio ragazzo e dei suoi amici mi hanno chiesto di seguirli per il tour, quindi potrebbe essere che quest'anno non ci sarò alla lezione di presentazione. È un problema?"
"Certo che no! Posso conoscere questi ragazzi?"
"Nessun problema, ma sono in classe da me circondati dai miei compagni."
"Vuoi portarli in aula magna?"
"Forse è meglio. Scrivo al mio ragazzo, dovrebbe avere il telefono acceso."
Dopodiché scrissi a Ethan un messaggio piuttosto telegrafico.
Vieni in aula magna, devo presentarti una persona. Porta anche gli altri❤️
Poi chiusi il telefono e attesi. Poco dopo arrivarono i quattro ragazzi e li presentai alla prof che fu molto contenta di conoscere una band così importante.
Tornammo in classe un attimo prima che suonasse la fine dell'intervallo e affrontammo le ultime due ore di lezione con un po' di ansia: dopo Victoria avrebbe avuto la prima visita.
Prima della fine delle lezioni però entrò il Preside seguito da tutti i professori della mia classe e mi chiamò da parte.
"Ragazzi, la vostra compagna vi deve dire una cosa."
"Ehm... ecco...seguiròiragazzineltour!!"
"Stai calma e ripeti più lentamente che nessuno ha capito." Mi avvisò il preside con una punta di divertimento.
Presi un respiro e poi parlai.
"Seguirò loro quattro nel tour e nell'incisione del disco, non sarò spesso a scuola."
"Ma come farai a seguire le lezioni?" Mi chiese un insegnante.
Fu il Preside a rispondere avvisando che aveva installato Skype sul computer della classe per permettermi di seguire la lezione senza problemi.
"Quando parti?"
"Domani mattina, abbiamo fatto in modo da non perdere il primo giorno ma dovremo ripartire il prima possibile."
"E con le verifiche?"
E ora?
"Faremo in modo che possa esserci quei giorni: essendo in contatto Skype non si perderà di sicuro le decisioni prese in classe."
"Prof, per i compiti... per voi è un problema se ve li mando via mail?"
"No, nessun problema. Ma ti come farai a farli?"
"Troverò il modo, penso di riuscire a trovare due ore libere per studiare."
Risposi lanciando un'occhiataccia a Ethan, Damiano e Victoria.
"Perché li hai guardati male?"
"Perché mi hanno reso un inferno i compiti delle vacanze!!"
Risero tutti, poi suonò la campanella di fine giornata e mi affrettai a consegnare i compiti ai vari insegnanti e a salutare i miei compagni augurandogli buon anno scolastico.
A quel punto raggiunsi il gruppo di teatro per sapere il giorno e l'ora della replica dello spettacolo e decidemmo di sceglierlo sul gruppo in modo da poterci confrontare anche con i ragazzi che erano usciti quell'anno.
Adesso mancava solo più la visita di Vic, poi potevamo rilassarci.

L'incontro che mi cambiò la vita -MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora