La settimana per Camila passò lenta. Ogni giorno faceva il countdown per arrivare al venerdì : quel giorno incontrava Lauren, la sua psicologa.
Quando il giorno finalmente arrivò, Camila, senza degnare di alcuno sguardo a Taylor, si alzò ed entrò nella solita stanza, dove Lauren l'aspettava, con un sorriso debole, forse professionale.
"Hey, Camila" salutò Lauren, vedendo la castana accomodarsi di fronte a lei, separate entrambe da un tavolino di vetro. Camila non corrispose il saluto. I suoi occhi sembravano delle fessure. Le sue occhiaie, nere e profonde. I suoi muscoli indolenziti. I suoi occhi, rossi per il pianto giornaliero. "Che succede? Non hai dormito bene?" il suo tono sembrò strettamente familiare. Situazione che intenerì per un momento Camila.
La castana affossò la testa tra le mani, appoggiando i gomiti sulle gambe. Era così stanca, che era semplicemente impossibile da spiegare a parole. Sentiva una sensazione salirle alla gola, una sensazione orribile. Voleva vomitare, perdere tutto quello che aveva, cambiare vita, eliminando la propria.
"Sai che c'è? Che mi fa male ritornare indietro di nuovo. Ritornare da te. Prima con Austin, adesso con Taylor. Ma sai cosa fa più male?" alzò gli occhi stanchi e socchiusi verso Lauren. "Che proprio come un déjà vu, io continuo a non amare"
Lauren sgranò gli occhi, sorpresa per quell'affermazione.
"Proprio come un déjà vu, io sono qui, da te, sperando che tu risolva i miei problemi mentali, ma mi confondi soltanto di più, ma in una maniera incredibile" era sincera. Forse era il sonno che non la faceva ragionare bene, e diceva cosa pensava veramente, senza ripensamenti. Abbassò lo sguardo, profondamente amareggiata. "Ma c'è anche una grande differenza tra la me di quel passato e la me di adesso. Una volta avevo un'amica, Dinah, ma l'ho persa per colpa mia, per quella che secondo me si chiama depressione. Una volta avevo dei genitori, ma adesso non più. Loro... non mi vogliono più. Il loro nuovo figlio adesso è Austin. Sai, è così distrutto" alzò gli occhi lucidi, e Lauren nel vederla in quel modo, non riuscì a rimanere, fissa nel suo ruolo professionale, tanto che la sua espressione divenne triste, una tristezza che una sessuologa o pisocologa non poteva permettersi di mostrare.
"Credo che questa vita non faccia più per me" Camila sorrise debolmente, con quel volto così trascurato, privo di trucco e di cura. La pelle non era liscia come una volta, i suoi occhi non erano aperti come anni prima. "Sai come mi sento? Un disco rotto, che cerca di girare, girare e girare la propria canzone, ma che ad un certo punto si inceppa e ritorna indietro. Mi sento uno di quei libri, quelli che non capisci, a cui non dedichi molta attenzione e sei costretta a ritornare qualche pagina indietro per capire cosa non va. Mi sento, come se io e te, facessimo parte di una storia monotona, un libro che le persone chiuderebbero alla prima pagina. La mia vita è un disco rotto, che compie sempre la stessa canzone, una canzone triste e spezzata"
"Camila..."
"E tu, fai parte di quel disco" la bloccò Camila, con le lacrime agli occhi. "Andremo avanti, faremo finta di fare progressi e poi... e poi il disco si incepperà"
In quel momento qualcosa sembrò muoversi. Forse, qualcosa stava iniziando a smuoversi. Forse...
"Camila" stavolta Lauren non sembrava indossare il camice bianco, con scritto : psicologa Lauren Jauregui. Stavolta sembrava Lauren, Lauren Jauregui, e nient'altro. "Capisco. Lasciando da parte la professione. Io ti capisco. E se ti stai chiedendo se sei depressa, beh, sì, ma prima che questo degeneri devo chiarire una cosa con te, solo in questo modo il disco smetterà di incepparsi" fece una breve pausa, cercando le parole. "Ho ormai ventisette anni. Per arrivare fin qui..." allargò le braccia, per indicare l'edificio in modo triste. "...ho perso tutto. Ho perso la mia famiglia, e ho trascorso gli anni peggiori a scuola. Per arrivare fin qui... tu non immagini cosa ho dovuto passare"
Camila fece un volto triste. Sapeva dove volesse arrivare a parare con quel discorso.
"E sì, mi piaci. Te lo posso dire. Mi piaci" i suoi occhi erano luminosi e sinceri.
Camila perse un battito, e sentì una sensazione di euforia che dopo qualche secondo si sfumò nell'aria.
"Ma non possiamo avere alcun tipo di relazione. Io... potrei finire in guai seri. Potrei perdere il mio lavoro. Camila, tu sei una mia paziente, e io per legge non posso avere alcun tipo di relazione con il cliente, al di fuori di questo edificio, per dieci anni"
"Dieci anni..." le parole uscirono spezzate dalle labbra della castana, che sembrò però riflettere tanto a riguardo.
"Sì, Camila. Noi... non potremmo stare mai insieme" un sorriso triste comprave sulle sue labbra.
"Ti aspetterò"
"Cosa?" Lauren non capì.
"Aspetterò dieci anni"
"Stai... stai scherzando?"
"No" era decisa, anche se un po' triste. Doveva tenere a mente che in quei dieci anni Lauren avrebbe potuto amare qualcun altro, oppure avere un carattere diverso. "Ti aspetterò, ma solo se tu mi prometti che ne varrà la pena. Che verrai" si alzò, facendo per andarsene : l'orologio di Lauren aveva squillato, ed era ora di andare.
Lauren si alzò, cercando di fermare la castana, di bloccare le sue successive parole, ma non ci riuscì.
"Arrivederci, Lauren"
Uscì dalla stanza, lasciando spiazzata la corvina, che, consapevole del fatto che non l'avrebbe rivista per altri anni, iniziò a piangere. Piangere forte, come non mai.
Chiuse la porta e scivolò a terra.
"Taylor. Mi dispiace" disse Camila, quando la ragazza si alzò, per andarsene con la castana. "Non hai capito di cosa ho bisogno"
"Cosa... cosa intendi dire?"
Camila sorrise lievemente, non volendo dire quelle parole velenose.
"Camila non dirmi che... no, no..."
La castana, prima che potesse iniziare una guerra, decise di incamminarsi fuori.
"Dove andrai?!" urlò Taylor, dietro.
"Ho i miei piccoli guadagni" fu la risposta di Camila. "Addio Taylor"
Un pianto disperato scoppiò alle sue spalle, ma lei decise di non voltarsi.
"Dieci anni..." pensò Camila.
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Our sexologist ➳ Camren
Fanfic"Tutto ciò è una follia, davvero una follia" disse esasperata Camila, camminando avanti e indietro nella sala d'attesa, pronta, o forse no, a discutere insieme a suo marito con la sessuologa Lauren Jauregui. "Una follia?! Non facciamo sesso da un me...