Twentieth chapter ➳ Epilogo

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Era ormai passato un mese. Camila aveva trovato una casa dove abitare, ma ancora, non riusciva a ritorvare sè stessa, a sentirsi meglio. Non riusciva a trovare la felicità, e non aveva alcuna intenzione di cercare Dinah, non dopo il messaggio che aveva ricevuto da lei : a quanto pare, Dinah, aveva approfittato della distanza con Camila, per confessare tramite un messaggio, di essere gay, di conoscere Lauren, e di essere andata a letto con lei qualche volta prima che Lauren perdesse la testa per Camila. Infine? Aveva concluso il messaggio chiedendole scusa, ma Camila come poteva perdonarla? Come? La conosceva da tanto tempo, e la bionda, intimorita da qualcosa che Camila non riconosceva, aveva confessato il suo orientamento sessuale dopo anni, dicendo in più che conoscesse già Lauren poiché ci fosse andata a letto. Non poteva proprio perdonarla. Avrebbe dovuto dirle prima tutte quelle cose.

Camila era sdraiata sul letto, a pensare a quante cose avesse perso in poco tempo. Quante persone. Le mancava Lauren, e quasi si sentiva stupida per averla lasciata andare, di nuovo.

I suoi occhi volevano riiniziare a lacrimare, ma proprio quando scivolò la prima lacrima qualcuno suonò alla porta.

Camila andò ad aprire, asciugandosi il viso con la manica della maglietta. Quando aprì la porta, non vide niente e corrugò le sopracciglia. Sentì una macchina sfrecciare via da lì, ma quando alzò lo sguardo fu tardi per vedere chi ci fosse al volante. Abbassò lo sguardo e notò un mazzo di rose poggiato delicatamente a terra, con dentro incastrato un bigliettino.

Camila pensò fosse Austin, e provò una sensazione di timore e delusione. Se solo fosse stata Lauren...

Prima di aprire il bigliettino, posò il mazzo di rose e lo ripose in un vaso, non prima di averlo riempito d'acqua.

"Dove la nostra storia è iniziata, dove ti ho amata, in una poltrona di ho osservata, dietro gli occhiali ti ho ammirata" lesse Camila, con gli occhi lucidi per la felicità. Non poteva credere che fosse stata davvero Lauren a fare tutto ciò.

La castana prima che potesse rendersene conto, si ritrovò in auto, diretta in quel posto, che solo lei conosceva : il vecchio ufficio di Lauren, dive tutto era iniziato, dove avevano iniziato ad amarsi.

Quando arrivò a destinazione, trovò una nuova segretaria dietro al bancone. Sembrava assonnata. La sala d'attesa era vuota, e c'era silenzio.

"Camila Cabello?" domandò la signora, sisvegliandosi da un momento di trance. "C'è una lettera per lei" non le lasciò il tempo di rispondere.

Camila si avvicinò al bancone e prese il bigliettino.

"Da dove sei andata via da quando non sei più mia, ti aspetto dove inizierà tutto, dove ogni fatica avrà il suo frutto" lesse Camila, corrugando le sopracciglia. Pensò per qualche minuto, uscendo dall'edificio salutando confusa la segretaria.

Camila si fermò quando capì a cosa si riferisse Lauren.

"Mi ha fatta arrivare qui per farmi perdere tempo e preparare qualcosa a casa mia" capì, entrando subito in auto per ritornare a casa.

Il bigliettino era chiaro : Camila si era trasferita dopo aver chiuso il rapporto con Lauren, e la corvina doveva essere lì, lì dove sarebbe iniziato tutto, dove tanti anni sofferenti avrebbero dato il loro frutto.

Ma la vera domanda era : come? Come potevano riiniziare tutto? O meglio, iniziare, poiché il loro rapporto era sempre stato vago e confuso.

Quando Camila fu davanti casa sua e aprì la portiera per dirigersi verso la porta, notò un sentiero luminoso grazie alle candele accese attorno. Cone aveva fatto Lauren a organizzare tutto in quel poco tempo?

Quando Camila fece per aprire la porta, qualcuno, da dietro, la bendò, delicatamente. Il tocco era freddo e liscio. Quelle mani le avrebbe riconosicute tra tante.

Il suo respiro era corto, quello di Lauren apparentemente tranquillo. L'aria notturna sembrava silenziosa, non tormentosa come al solito.

"Perché? Lauren, io... non capisco"

Lauren le sussurrò uno shh, facendola rabbrividire, e poi aprì la porta al posto suo, entrando in casa.

Quando Lauren fece entrare Camila in casa sua, le tolse la benda, e la lasciò ammirare la casa completamente ordinata, con una candela e il mazzo di rose sul tavolo della cucina. C'era pure la cena. Sembrava una cosa così romantica. Le luci della casa erano spente, solo le candele rendevano visibile le camere.

"Come hai fatto a fare tutto questo?" domandò Camila quando fu circondata da due braccia forti.

"Dinah" disse. I muscoli di Camila si irriggidirono. "So che ti ha detto. Le dispiace. Adesso è andata via. Non voleva che ti riferissi il suo contributo per questa sorpresa, ma come potevo? Come potevo nasconderlo? È palese che qualcuno mi abbia aiutata. Se ti preoccupa il fatto che io vada ancora a letto con lei, stai tranquilla, non lo facvio da quando ti ho incontrata"

Camila sentì l'amarezza farsi spazio, di nuovo, tra le fessure del suo cuore spezzato.

"Ma adesso... prendi quello" Lauren indicò una busta piatta, impacchetta da carta-regalo; eppure era troppo piatta per contenere un regalo. Cosa poteva esserci?

Camila annuì, dirigendosi verso il tavolo. Prese la busta, e prima di aprirla ringraziò Lauren con lo sguardo. La ringraziò per tutto, per l'amore, per la sorpresa e per quel regalo che doveva ancora scoprire.

"Lettera di dimissioni, Lauren Jauregui" lesse Camila in cima. Immediatamente capì tutto, e alzò lo sguardo, che era eccitato e impaurito allo stesso tempo. Impaurito per aver costruito tutto e distrutto, per una persona. Camila continuò a leggere la lettera, che conteneva false motivazioni per le dimissioni. Aveva davvero rinunciato al suo lavoro, ai suoi anni di carriera, all'odio della sua famiglia, dei suoi compagni di classe... per lei, per conoscerla.

Lauren sorrise, si inginocchiò a terra e uscì una scatoletta dalla tasca posteriore dei jeans.

"Camila Cabello, posso avere l'onore di diventare la tua ragazza?" i suoi occhi brillavano.

Camila socppiò a piangere e strinse forte Lauren, che fu costretta ad alzarsi per circondare bene le sue braccia attorno ai fianchi della castana.

"Certo che sì, Laur" rispose quando si allontanò.

"Adesso... dammi anche l'onore di conoscerti" Lauren abbassò lo sguardo sulle sue labbra, e senza chiedere il consenso, fece nascere un bacio dolce e armonioso. Così bisognoso, non volgare o sensuale. Era semplicemente sostanza di chi aveva cercato di aggrovigliare il filo del destino che le legava. "Oggi voglio conoscerti Camila. Voglio sapere la tua storia. Voglio che tu non sia più la mia paziente, ma la persona a cui mi devo prendere cura per il resto della mia vita. Voglio capirti. Voglio scoprirti. Voglio che tu inizi a conoscermi, che tu veda oltre, che tu non veda più mistero in me, confusione, desiderio proibito. Da oggi mi vedrai come Lauren, la ragazza che ha sudato per arrivare fin qui, e che ha perso tutto per chi tutto si merita"

Camila non disse nient'altro. Cos'altro poteva dire? Non trovava parole, e forse per questo motivo si limitò a baciarla di nuovo, di nuovo e di nuovo.

"Ti amo" disse Camila. "Ti amo, ti amo, ti amo"

"Ti amo anch'io, piccola"

FINE

Our sexologist ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora