Eighth chapter ➳ Domande scomode

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La seduta seguente Austin non si presentò, e Camila se ne accorse solo quando arrivò nella sala d'attesa. Doveva venire lì da solo direttamente dopo il lavoro, come faceva solitamente in giorni occupati per lui come quelli, ma stranamente non si presentò, e Camila fu costretta a rimanere da sola con Lauren. Quella situazione la faceva sentire piuttosto a disagio. Lei e Lauren. Quasi... rabbrividiva.

"Austin mi ha detto che non ha potuto presentarsi" disse Lauren.

"Almeno a te lo ha riferito. A me nemmeno" disse Camila, arrabbiata. In realtà era arrabbiata per altro : quella solita espressione tranquilla sul viso della sessuologa, e le sue gambe accavallate, la rendevano matta. Odiava quel comportamento freddo e distante.

"Oggi sarò piuttosto diretta" disse Lauren, con un tono stranamente più deciso del solito. Qualcosa non andava. Eppure Dinah non le aveva detto niente. "Proprio perché Austin non c'è, e quella seduta di recente in segreto, non era bastata"

"Ok" disse Camila, un po' in ansia. Le sue dita giocavano con l'anello nuziale. "Dimmi pure" cercò di sembrare convincente, prendendo un bicchiere d'acqua dal tavolino per disidratare le labbra secche a causa dell'ansia.

"Come va con la masturbazione?"

Camila sputò l'acqua, e si soffocò con quella che le andò di traverso. Tossì un paio di volte e quando si riprese guardò scioccata la psicologa.

"Sono una sessuologa, certe domande scomode devo pur farle. Non te le ho fatte davanti ad Austin per non farti sentire più a disagio per la vostra attività sessuale. Quindi non c'è momento migliore di questo per farti alcune domande" disse Lauren, con un'espressione decisa in volto. "Quindi? Come va con la masturbazione? Quante volte circa lo fai a settimana? Pensi a lui o a qualcun altro?"

"Non capisco perché tu stia facendo tutte queste domande quando prima non le facevi" disse Camila, turbata e scioccata.

"Ti ho già dato prima la risposta, e comunque mi dispiace metterti a disagio ma sono informazioni che mi servono per capire di cosa hai davvero bisogno e mettere alcune cose in chiaro"

"Ok" Camila sospirò e strofinò le mani sul tessuto di jeans. "Ultimamente lo faccio più spesso. Quante volte? Dipende dal momento. Poi, no, non penso a lui, ma qualcun altro" disse Camila, mentre la sessuologa prendeva appunti con una sicurezza mai vista prima. Cosa aveva quel giorno? Perché era così diretta, e quasi... sveglia, decisa e sicura?

"Genere?"

"Femminile" rispose, sapendo che si riferisse a chi fossero dedicati i suoi pensieri sessuali.

Ben presto le guance di Camila si tinsero di un rosso acceso, che non passò inosservato alla sessuologa, su cui prese appunti. Camila pensava a Lauren quando si masturbava, e il fatto che la sessuologa facesse domande che la riportavano a lei stessa, faceva sentire Camila a disagio, perché ricordava tutte le volte che pensava alla sua sessuologa.

"Questa persona è legata a te in qualche modo, oppure no?"

"Sì, credo che sia legata a me in qualche modo, anche se la situazione è piuttosto particolare" rispose Camila, sentendosi sempre più a disagio.

"Questa persona ti piace?" Lauren la guardava negli occhi, come se quella domanda fosse decisiva per la risposta che avrebbe dato. "Emotivamente, fisicamente?"

"Perché tutto ciò?" le mani di Camila tremavano dall'ansia. "Tutto così d'improvviso? Cosa ti serve ciò? Hai capito che mi piacciono le donne e non amo più Austin, adesso cosa vuoi? A cosa ti serve sapere quante volte mi masturbo, a chi penso quando lo faccio? A cosa ti serve ciò? Tutto ciò non ha senso. Hai capito cosa non va tra me e Austin, allora perché devi continuare a provare a leggermi dentro?"

"Sto solo cercando di capire se ti piacciono davvero le donne o è solo confusione momentanea per la crisi di relazione con Austin" disse Lauren. "E tutto ciò mi serve per far stare meglio te"

"Sei fuori, completamente fuori!" urlò Camila, alzandosi. Era arrabbiata. Arrabbiata perché più passava il tempo più costruiva certezze che voleva non ci fossero. A lei piaceva la sessuologa, e anche troppo, e non poteva fare niente per evitare ciò. "Fai ciò solo per avere soldi in più?! Sedute in più?!" urlò Camila, irritata, portandosi le mani alla testa. Stava per avere una crisi di panico. Tutta la sua vita stava diventando un casino. "Tutto ciò... tutto ciò mi irrita" disse Camila, sentendo le ossa sempre più deboli. "Io... io non ce la faccio più"

Camila vide Lauren alzarsi dalla poltrona con terrore quando la sua vista fu pian piano sempre più offuscata.

"Camila, Camila!" urlò Lauren, cercando di rendere cosciente la cliente.

"Mi stressi, mi confondi. Hai distrutto tutte le mie certezze" furono le ultime parole di Camila, prima che entrasse in un sonno profondo. Parole che Camila al suo risveglio non ricordò. Parole a cui Lauren pensò, e si pentì, si pentì di aver stressato tanto Camila solo per avere la certezza che la sua cliente provasse attrazione per lei; solo per esserne sicura.

Lauren non era più una brava sessuologa.
Lauren era diventata una fallita, a causa di una cliente innamorata che sconvolse i suoi piani e le sue idee.

Lauren era confusa, e non sapeva come sistemare la situazione. Il suo cuore urlava la sua opinione, e il cervello non riusciva a elaborare con il chiasso. Quella fu la prima volta, la prima volta in cui pensò davvero che fosse nella merda più totale, la prima volta in cui si preoccupò così tanto per una cliente da non dormire la notte e svegliarsi al mattino con quel pensiero.

Perché la coppia Mahone la stava stressando così tanto? Perché inziò a pensare così tanto a Camila? Era inutile dire che la pensasse per la terribile paura di perdere il suo posto di lavoro per qualche mossa azzardata che avrebbe potuto fare Camila in preda all'amore, perché in realtà, dopo quell'avvenimento, dopo quel svinimento di Camila, il cuore di Lauren parlò più forte della ragione, e ciò... proprio ciò la portò a pensare così tanto Camila.

Qualcosa si era mosso terribilmente dentro Lauren, e questo le faceva terribilmente paura.

Our sexologist ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora