7) Il mio tu

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Non è più lo stesso senza di lui.
Nulla lo è.
Sapevo tutto di te, ora sono qui a chiedermi dove sei.
E perché?
Per cosa poi...
Hai avuto paura di affezionarti troppo, paura che io potessi scottarmi col fuoco, ti svelo un piccolo segreto...
mi ero già ustionata.
Da tempo, da prima del bacio.
Solo ora me ne rendo conto; perché io in realtà già ti amavo.
Non me n'ero mai accorta, o meglio, non ci avevo neanche mai pensato.
Solo ora che non ti ho qui, solo ora capisco che non mi manca un semplice amico, che non mi manca un semplice punto fisso, che non mi manca una semplice mano da stringere, un semplice corpo con cui trovare il giusto contatto.
No, mi manchi tu.
E tu non sei "un semplice..."
Tu sei tu.
Sei il mio tu.
Non posso cambiare ciò che provo per te, sarebbe impossibile e magari si potesse, ma posso solo rassegnarmi, si, a rassegnarmi che forse solo così doveva andare.
Mi hai cambiata, in poco tempo, sei riuscito a farmi ricominciare qualcosa che da un po' avrei voluto terminare.
Mi hai ricordato che non esistono limiti, anzi tutti i miei limiti li ho sempre creati io.
Mi hai insegnato a volare, senza aspettare nessuno.
Mi hai insegnato a volare senza che tu avessi un paio di ali.
Mi hai insegnato così tanto, ma forse nemmeno lo sai.
Mi hai dato tanto e nemmeno lo sai.
Del bene che mi hai fatto ma anche del male, sarai sempre quel ragazzo che mi disse "fregatene degli altri, sei perfetta così come sei".
E fa ridere ma quando eri tu a dirmelo, io ci credevo. Ci credevo un po' di più.
Mi chiedo se si veda che ho gli occhi tristi e spenti che sperano in qualcosa che non esiste più, o meglio che è esistito a scatti.
Mi chiedo se la gente ci veda ancora, se capisca cosa sia la profondità o se sia in grado di vedere il blu in occhi scuri, il mare sulle montagne.
I tuoi occhi nei miei.
Mi chiedo sempre troppo e so che è un difetto, ma cerco sempre una risposta anche quando, probabilmente, non c'è o non andrebbe cercata.
Vai a dormire, ti prego.
È inevitabile pensare a tutte queste cose, ma sai io ci spero ancora in qualcuno che capisca che dietro tutte le mie stronzate ci sia soltanto il desiderio di ridere.
Ridere forte.
Io non cerco attenzione ma cerco solo percezione e forse chiedo troppo perché il mondo è così superficiale che se non sei come dicono loro non ci pensano nemmeno a rivolgerti la parola.
Quindi cosa pretendo da coloro che non sono in grado di nuotare nella profondità?
Ma io ne sono capace?
Certo che sì, è da tempo che nuoto libera.
Che non sono in grado di leggere negli occhi?
Pretendo troppo, sempre troppo e in effetti dovrei smetterla di riporre tutta questa fiducia nel genere umano.
Ma ora che ci penso cosa mai potrei rispondere ad un "sfogati, cos'è successo?"
Direi un misero "nulla", perché in fondo cosa rispondere.
A me non è successo proprio niente.
Mi sei successo tu, e il tutto è alquanto riduttivo.
Tay è stato tutto quello che non ho mai visto in nessun altro.
Tay è tutto quello che non sapevo mi mancasse, anzi, mi mancherebbe anche se non fossimo mai stati "nulla".
Ma so che arriverà il giorno in cui capirò che perderlo era l'unico modo per salvarmi, un po' come voleva lui.
Forse lo capirò ma non ne sarò mai convinta.
In effetti dovrei smetterla di auto convincermi. Non ci crede nessuno, me compresa.
C'è un sogno che mi capita spesso di fare, sai, esistiamo entrambi nel mio sogno; insieme corriamo sopra soffici nuvole e ci teniamo per mano come se i nostri problemi di colpo non ci fossero più.
Penso sia il paradiso o comunque qualcosa che ci vada molto vicino.
Io ne sono sicura, sicura che un giorno che noi non ci saremo più staremo insieme.
Anche se ci divideranno di nuovo.
"Ciò che qui non è stato destino non lo sarà mai nemmeno in Paradiso" mi dici a denti stretti, con la paura nell'iride.
"Ma tu ricordati di me, perchè dichiarerò guerra agli angeli"
"Perché io ti verrò a prendere, dovessi bruciare tra le fiamme".
E te ne vai, anche da qui.
A poco a poco la tua immagine svanisce ed io mi sveglio tutta sudata.
Un sogno.
Un sogno che bussa alla mia porta con sempre più frequenza.

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