Sono passati 5 giorni dal compito ma ancora nulla. Ieri ci ha detto che, in teoria, oggi ce le avrebbe consegnate; ne aveva corrette la metà.
Ansia.
3^ ora e c'è letteratura inglese, praticamente il sonno domina e penso sia stato un grande errore l'aver lasciato il cuscino a casa.
Peccato dovrò appisolarmi sul banco, oppure disturbo Margherita. Penso che disturberò Margherita, giusto per rendere il tutto più comico ed interessante.
Finalmente suona la campanella.
Non ne potevo davvero più, la sensazione di vuoto che incombe durante quest'ora è assurda; le palpebre cedono, ti tremano gli occhi e senti la necessità di chiuderli.
Il tutto, per non farci mancare nulla, è accompagnato da una cantilena perfetta, cioè la voce bieca della professoressa.
L'insieme è qualcosa di terribile, una vera tortura.
Hai sonno, devi dormire, ma non puoi.
Non puoi perché lei è lì, ti vede, ti nota, ti fissa. E tu, no. Non puoi dormire.
Un'ora così.
Ovviamente nel momento in cui pensavo alla mia soap opera termina l'intervallo, i film mentali me li sono fatti, non era in programma di farseli con la prof di inglese ma... si insomma fingo vada bene così.
La quarta ora si è conclusa velocemente, latino ha interrogato ed io per fortuna avevo già dato.
Diciamo che è stata una materia già archiviata verso fine maggio, un gran sollievo.
Eccola, arriva.
Quinta ora.
L'ora della verità.
Come al solito, da manuale, entra in classe con 10 minuti di ritardo; si toglie il maglioncino -davvero non concepisco il suo poter avere freddo a giugno- posandolo delicatamente sulla sedia, e forse, finalmente, tira fuori il pacco di verifiche.
Ah, no è solo l'Ipad per l'appello. Non ci credo.
"Chissà se entro la fine dell'ora ce la facciamo" dice nervosa Valeria.
Io rido, mi diverte vederla con le gote rossicce.
"Finalmente questi voti" quasi urla la prof.
Tremo, davvero sto tremando.
La mano di Valeria stritola la mia.
"Piano cazzo, mi serve ancora" le dico, lei sbuffa.
Dice che ci chiamerà in ordine di voto.
Ma questa è tortura pura. Brutta stronza se ti metto le mani addosso...
Stavo continuamente insultandola nella mia mente che non mi ero accorta che, la prof, aveva già fatto tre nomi, e che, il quarto era quello di Valeria.
Si alza incredula e va verso la cattedra, le si illuminano gli occhi, e cazzo conosco quello sguardo.
Cerco impaziente di chiederle il voto, mi sbraccio e lei ride.
Mi fa il labiale del voto ma non capisco.
Chiedo a Tommaso il suo, dato che è stato il terzo, e con le dita mi fa un 8+.
Alla faccia del "no ma questa l'ho fatta male eh". Non pensarci o lo prendi a testate, tranquilla Martina.
Mi sembra una cretina perché continua a ridere e io sono qui esagitata sia per lei ma anche per il fatto di non essere ancora stata chiamata.
Torna a posto e mi lancia la verifica poco prima di svenire sulla sedia.
7.5
7.5 in fisica.
Cazzo setteeeemmezzo ma che grande sei. Sei un genio, un fottuto genio vale. GENIO.
E ANDIAMO.
Sto urlando e non mi interessa.
Me ne frego.
La abbraccio ma nel mentre sento "Martina"...
Penso di essere nei guai ma poi mi accorgo che in realtà la mia verifica mi aspetta.
Torno a posto incredula con un 7 stampato in faccia.
Io e le sufficienze in fisica non stiamo mai nella stessa frase.
Mi viene da ridere, per come si è svolta la verifica, per come abbiamo stretto i denti e per come, a testa alta, ne siamo uscite.
Stampo un bacio in fronte alla mia migliore amica; per ringraziarla, per complimentarmi.
È più gasata di me.
Non mi accorgo che intanto tutti hanno ricevuto il voto, solo tre insufficienze e nemmeno gravi.
Ottimo lavoro soldati.
"7.5 e 7 io ancora non ci credo" sento dirle
"No infatti, è una presa per il culo" ribatto.
Ma niente del genere. Tutto vero.
Tutto magnifico.
Usciamo dall'aula, poco prima delle scale Valeria canticchia "ma questa polaroid?"
"Al più presto"
"Al top"
Quasi come noi.
Il top.
STAI LEGGENDO
Lascia che ti aspetti
DragosteEra innamorata, ma non avrebbe dovuto, non di lui, non del suo migliore amico. Mentre si innamorava lui giocava con lei, perché lui era abituato così, le ragazze erano il suo "livello da sbloccare". Ma Martina era diversa, non era come le altre; non...