Ritorno piano piano alla mia vita, devo.
La fine della scuola è ormai alle porte e il solo pensiero di portarmi qualche materia a settembre, dico la verità, mi terrorizza.
Cerco per quanto sia possibile di distrarmi, infatti alla prima occasione mi rifugio a casa di Valeria.
Ho molto bisogno di lei in questo periodo, più del solito.
Abbiamo la fortuna di essere nella stessa classe così, dato che siamo nel famoso mese di maggio, riusciamo meglio a dividerci i compiti e soprattutto a finirli in tempo. La mole di lavoro in questo mese è davvero esorbitante, per non parlare di verifiche ed interrogazioni: non abbiamo una settimana, che sia una, di tregua fino al 7 giugno.
Ho deciso che per questo ultimo mesetto smetterò di pensare a Tay, ho deciso di dedicarmi alla scuola, adesso voglio pensare a finire bene l'anno.
L'unica cosa davvero importante.
Queste ultime mattinate sono davvero pesanti, mi chiedo ancora come i miei arti inferiori trovino la forza di muoversi dato che il mio cervello già striscia per terra.
È una situazione davvero stressante ed insopportabile; siamo arrivati in quel periodo dell'anno in cui se un camion dovesse tirarti sotto probabilmente ti alzeresti per ringraziarlo, magari dicendogli di fare anche retromarcia.
Perché non si sa mai.
Ho fatto un controllo generale del mio astuccio e ho scoperto di non avere più un astuccio da un sacco di tempo, perché in effetti due penne in croce, una gomma e mezza matita, beh ecco forse è un po' troppo pretenzioso definirlo "astuccio".
Devo proprio comprare del nuovo materiale, forse anche qualche quaderno nuovo non sarebbe malaccio.
Queste ultime verifiche ed interrogazioni ci devasteranno completamente l'anima, io e Valeria non siamo pronte; per lo meno lei lo è, io un po' meno. Cerchiamo un posto libero, silenzioso e poco trafficato dove poterci sistemare e, finalmente, iniziare la nostra sessione di studio e anatomia.
Prevedo grosse risate, non ne usciremo vive.
Iniziamo con matematica e tentiamo invano di risolvere qualche problema sui logaritmi.
Valeria è sempre stata più brava di me in matematica, anche perché io mi annoiavo a studiare tutte le varie regoline; ero molto più ferrata sulla logica.
I logaritmi erano interessanti ma, a certi livelli, anche stressanti.
"Guarda che bisogna cambiare base, dobbiamo portarli tutti in base 3" - mi prova a suggerire -
"Ma poi non mi trovo con le semplificazioni. No, ci deve essere un'altra proprietà da applicare" - insisto.
"Dai Marti, passiamo al prossimo ti supplico, è da 40 minuti che cerchiamo di inventare nuovi teoremi!" - commenta esasperata.
Scoppiamo insieme in una fragorosa risata, piena di gusto, piena di stress.
Era da tanto che non ridevo.
E lei lo sapeva, eccome se lo sapeva.
Sono le 16.20 e siamo solo alla prima delle tre materie in programma.
La notte è giovane come si usa dire.
Abbiamo lanciato il libro di matematica nel cestino e siamo volutamente passate a storia.
"Carlo V, re di Spagna" leggo, e vedo la testa di Valeria crollare sul tavolino della biblioteca; storia non è proprio la materia preferita.
Ci interroghiamo per circa un'ora e mezza e sappiamo l'una meno dell'altra.
Siamo proprio imbarazzanti.
"Ma quindi nella notte di San Bartolomeo chi è che ha ucciso chi?"
"Vale ma dai è la quarta volta che te lo ripeto: c'è stata la strage degli Ugonotti, concentrati!"
"Ah" sospira. "E chi sarebbero?" riprende.
"No vabbè ma sei un caso disperato" dico ridendo.
Lei mi sorride assonnata.
Mi prega di fare una pausa e io annuisco.
Vuole una tonica, io prendo un ghiacciolo all'anice.
Parliamo del più e del meno e cerchiamo di svagarci.
Cerchiamo di non pensare all'imminente materia che ci aspetta; cerchiamo di non pensare che le due precedenti le abbiamo concluse con disonore.
Non sappiamo né svolgere i logaritmi e né riassumere quei tre capitoli di storia ma siamo felici.
Ridiamo, parliamo, ci sfoghiamo.
Avevo bisogno di questo. Avevo bisogno di lei. Decidiamo di non iniziare anatomia, perché tanto non ci saremmo concentrate a dovere. Ci siamo ripromesse di tornare a casa, dormire un pochino e poi terminare.
Domani abbiamo due possibili interrogazioni.
Siamo agli sgoccioli e non si deve mollare.
Non ho testa per studiare ma devo per lo
meno provarci.
Il problema è che qualunque cosa io faccia la ricollego involontariamente a lui. Tay sarebbe riuscito a risolvere quei logaritmi in mezzo minuto, mi avrebbe fatto capire storia all'istante con uno dei suoi stupidi esempi e, infine, mi avrebbe dato una diretta dimostrazione di anatom...
Devo smetterla di pensare a certe cose. Smetterla. Smetterla di pensare a lui.
Mi metto a letto, è stata una giornata impegnativa e ho bisogno di riposare testa e occhi.
Scrivo la buonanotte a Valeria ed inizio a sognare.
Spero di non sognare Tay, non me lo merito.
Voglio dimenticarlo,
almeno voglio provarci.

STAI LEGGENDO
Lascia che ti aspetti
Roman d'amourEra innamorata, ma non avrebbe dovuto, non di lui, non del suo migliore amico. Mentre si innamorava lui giocava con lei, perché lui era abituato così, le ragazze erano il suo "livello da sbloccare". Ma Martina era diversa, non era come le altre; non...