Capitolo 5

2.6K 57 17
                                    

La mattina quando io e Laito lasciamo la stanza un sentimento di nostalgia mi colpisce: in fondo ci sono stata bene con lui e pensare che quando torneremo avrò 5 bocche sul mio corpo, mi crea una certa rabbia.
Non voglio tornare là.
Laito sembra notare il mio repentino cambiamento di umore, ma non una sola parola di conforto lascia le sue splendide labbra.
Salgo in macchina senza dire una parola, persa nei ricordi e nella disperazione, ma soprattutto nel caos dei miei pensieri.
Appena arrivati nella villa subito i fratelli si fiondano su di me.
"Dove sei stata?" Ayato.
"Perché non ci hai avvertito Laito?" Reiji.
"Puttanella mi sei mancata" Shou.
"Potevi rimanere dove eri" Subaru.
"Sei mancata molto a Teddy e a me". Kanato.
L'ansia mi assale e mi allontano.
"Ragazzi calma, non assalitela, bitch chan era in buone mani" li informa Laito.
"Potevi condividere fratellino" Ringhia irritato Ayato.
"Bitch chan è cosa mia, il suo corpo appartiene a me, se avete sete fate pure, ma guai a voi se osate toccarla in altri modi o non potrei rispondere delle mie azioni" dice gelido Laito, osservandomi.
Ayato sospira e si fionda sul mio collo, seguito a ruota da tutti gli altri.
Laito osserva la scena mentre i fratelli mi divorano e mi sembra che in qualche modo questa sia una punizione.
Strillo di dolore, quando Ayato mi morde un seno.
Le lacrime percorrono i miei occhi e Laito non fa altro che farle aumentare: sapevo che non sarebbe intervenuto per aiutarmi.
Rimane a guardarmi strillare e dimenarmi senza muovere un dito.
La rabbia, la delusione si palesano sul mio volto e uno dei fratelli sembra notarlo.
"Chichinashi non penserai davvero che Laito intervenga? Solo perché ti fai scopare da lui non significa che in qualche modo tiene a te, semplicemente gli torna comodo il fatto che tu non ti opponga"Spiega malignamente Ayato.
Il suo commento mi ferisce e miei occhi pieni di lacrime lo osservano infastiditi.
"Non mi interessa che lui nutra sentimenti per me, come lui usa me io uso lui ed entrambi rimaniamo soddisfatti, ma è l'invidia che ti fa parlare Ayato: sotto sotto, e mi riferisco in generale a tutti voi, desiderate ardentemente scoparmi come fa Laito e non potete negare, si vede benissimo dalle vostre espressioni.
Beh allora sapete che c'è? Vaffanculo a tutti, visto che devo essere oggettiva e visto che si è creato caos in questa famiglia solo perché ho scelto Laito, perché non comportami in modo naturale con tutti?
Occhi di volpe tu che ne pensi?" Domando subdolamente.
"Fino a ieri dicevi che il tuo corpo apparteneva a me, cosa è cambiato?" Mi domanda, incrociando le braccia.
"Il fatto che sei uno stronzo patentato!" Rispondo, divincolandomi dalla presa di Ayato.
"Visto che sei stato tanto gentile da aiutarmi, ripago il favore, dicendoti che puoi bruciare all'inferno e che d'ora in poi la mia vagina la vedi in cartolina" Ringhio furiosa.
Lui scoppia a ridere e si avvicina, prendendomi il viso tra le mani.
"Non puoi stare lontana da me, non ci riesci" mi dice sicuro, accarezzandomi le labbra.
Tento di mordergli il dito, ma si scansa prima del dovuto e i miei denti producono un rumore sordo, a vuoto.
"Posso e come, vedi di andartene via, il più possibile lontano da me, perché non sarò clemente con te, occhi di volpe" dico nervosa.
"Maledizione ragazzi lasciatemi!" Urlo, rivolgendomi agli altri fratelli.
Inizio a scalciare, irritata, ma alla fine stremata desisto e loro sorridono vittoriosi.
"Vi giuro che un giorno ammazzerò tutti quanti!" Dico sibilando.
"E il primo sarai tu Laito, brutto bastardo infame" lo offendo e lo vedo sorridere.
"La tua grinta mi fa eccitare Little bitch" mi dice divertito.
"Vaffanculo".
"Sei solo un fottuto sadico".
"Non mi pareva ti dispiacesse quando urlavi il mio nome" mi dice serio.
Il suo commento mi fa arrossire sia dall' imbarazzo che dalla rabbia.
"Imparerò a tenere la bocca chiusa allora" ribatto piccata.
Ora i fratelli osservano divertiti lo scambio di battute fra me e uno dei triplets.
"Non ci riesci, sei troppo espansiva con me" Ribatte lui.
"Questo lo dici tu pervertito" rispondo a tono.
"Lo dicevi anche l'altra volta, poi però appena ti ho infilato due dita dentro hai iniziato a gemere in maniera vergognosa." Mi dice, divertito.
I suoi commenti, detti apertamente davanti ai suoi fratelli, mi fanno sentire debole e umiliata.
Credevo che in qualche modo tenesse a me, credevo che in qualche modo quelli fossero momenti solo nostri.
Sento i singhiozzi salire e le gli occhi riempirsi di lacrime: metto su un'espressione glaciale e mi dileguo il più velocemente possibile.
"L'hai fatta grossa Laito." Dice divertito Ayato.
"Non ti pare di averla umiliata un po'?" Domanda serio Shou.
"Affari suoi" Ribatte.
I singhiozzi mi scuotono il petto con violenza e l'aria inizia a mancarmi: sola al mondo, senza un'anima e senza un cuore; rubato dal più abile dei ladri.
Lo odio, lo odio con tutta me stessa.
"Hana" mi richiama Shou.
"Va via!" Strillo nervosa, abbracciando il cuscino e controllando i singhiozzi.
"Mi dispiace". Dice il maggiore.
"Dite tutti -mi dispiace- che cazzo ne ne faccio dei vostri dispiaceri?! Maledizione Shou togliti dalle palle" Ringhio, tirandogli una cuscinata, che non lo tocca minimamente.
Il biondo vampiro mi osserva e improvvisamente mi blocca i polsi sul materasso e mi sovrasta.
"Shou togliti per favore" singhiozzo.
"Basta piangere" mi dice, baciandomi le labbra.
Rimango di sasso.
Perché cavolo mi sta baciando?!
"Non perdi tempo Little bitch... il nomignolo che ti ho affibbiato ti calza a meraviglia: sei proprio una puttanella." Mi dice Laito, appoggiato allo stipite della porta.
Il tono che ha usato non mi piace per niente.
"Ti crea problemi? Stronzo?" Domando decidendo di farlo ingelosire.
Attacco di nuovo le mie labbra a quelle di Shou e osservo Laito.
Il suo sguardo è puro odio.
"Shou scusa potresti lasciarci soli?" Domanda gelido occhi di volpe.
Lui annuisce e si alza, scomparendo.
Incrocio le braccia sotto al seno e lo osservo furiosa.
"Andiamo" Dice perentorio Laito.
"Non vado da nessuna parte con te" Ringhio.
"Scommettiamo?" Mi domanda.
Mi prende di peso e mi porta nella sua stanza.
"Laito no!" Strillo spaventata.
Mi aveva promesso che non mi ci avrebbe più riportato.
Mi strappa i vestiti di dosso e mi lega con delle catene mani e piedi.
Inizia fin da subito la sua tortura e mentre lui mi rimprovera io urlo di dolore.
"Little bitch a chi avevi detto che apparteneva il tuo corpo?" Domanda nervoso, colpendomi la gamba.
"Sicuramente non a te" rispondo, ricevendo un altro colpo che mi fa piangere e urlare.
Il sangue inizia a sgorgare dalle mie gambe martoriate e lui ne approfitta.
Lecca le ferite e beve avido il mio sangue.
Una volta finito riprende la sua tortura.
"Non ho sentito, a chi appartiene?" Domanda nuovamente.
"A me stessa" rispondo furiosa.
Sto provando un dolore enorme e un umiliazione che non ha limiti, ma non desisto.
"Risposta sbagliata puttanella" mi dice, colpendomi una seconda volta, sta volta sulle clavicole.
Urlo e mi dimeno.
"Laito per favore basta!" Singhiozzo, martoriata.
"Dimmi che appartieni a me soltanto e la tua tortura finirà".
"Mai!" Strillo guardandolo dal basso della mia posizione.
"Se voglio farmi scopare da altre persone non vedo perché questo debba riguardarti!" Sputo velenosa.
Mi fa girare a pancia in giù colpisce la mia schiena.
Ha esagerato, ma sa il punto perfetto per farmi desistere dalla mia ribellione.
Crollo nel letto, col fiatone, con le lacrime e con il dolore stampato in faccia.
"Il mio corpo appartiene a te" sussurro flebile.
Alla fine ho ceduto.
"Brava piccola" mi dice, leccandomi le ferite.
Il sangue a contatto con la sua saliva curativa brucia da morire, ma non dico una parola.
In poco tempo il sangue si fa secco e lui mi lascia andare, tirandomi una sua maglia.
La infilo velocemente e scappo con la coda tra le gambe come un cane bastonato.
Mentre mi sto dirigendo a gran velocità verso la mia stanza, inciampo in Ayato che osserva quasi sconvolto le mie ferite.
Non ci bado e continuo la mia rincorsa pazza verso la mia stanza, chiudendola a chiave.
Osservo l'ora: le 8 di sera.
Reiji mi richiama da dietro la porta per mangiare, ma non rispondo.
Lo sento sospirare e poi il nulla.
"Little bitch apri" mi dice anche Laito.
Il suono della sua voce mi fa rabbrividire.
"Non ho fame!" Dico, nervosa e agitata.
"Come vuoi, muori pure di fame allora" risponde.
Lo mando a cagare dentro di me e decido di rimanere in intimo, per far respirare le mie ferite.
In particolar modo quelle sulla schiena bruciano e mi riportano alla mente ricordi che pensavo fossero assopiti.
Passa un giorno, passano due giorni e non mi muovo dal letto.
Osservo semplicemente la stanza senza riuscire ad aprir bocca.
Al terzo giorno, in cui non ho ne mangiato ne dormito mi sento più debole del previsto.
Dal niente si smaterializza Laito: occhi verdi smeraldo, braccia incrociate e sguardo duro.
"Va via! Non ti voglio qui!" Dico irritata, con voce fioca.
Lui si mette a sedere sul mio letto e semplicemente mi osserva.
Sono dimagrita un altro po' e il mio corpo non è del tutto guarito dai colpi di frusta.
In questo momento sono a gambe incrociate, con solo l'intimo addosso, per far respirare le ferite.
Laito si avvina e me ne tocca una: mi allontano.
"Non mi toccare" ringhio.
Quello che è successo tre giorni fa mi ha fatto capire di che pasta è fatto e io non ho intenzione di semplificargli il gioco.
"Va all'inferno Laito" tento di ringhiare.
Lui ride.
"Non riesci nemmeno a parlare." Mi dice in tono canzonatorio.
Non rispondo e lo guardo con disgusto.
"Ohh Little bitch questo tuo sguardo schifato nei miei confronti mi rattrista" .
Mi sta prendendo palesemente per il culo e io non ho la forza di rispondergli.
Mi infilo nel letto e gli do le spalle.
Puntualmente lo sento dietro di me, tento di protestare, senza riuscirci e quindi mi lascio andare e chiudo gli occhi.
A metà pomeriggio quando li riapro, Laito dorme ancora.
Decido di andare a fare una doccia veloce e tenere i capelli bagnati.
Scendo giù notando che non c'è nessuno e addento una mela, per poi correre a vomitare, e sta volta non per mia intenzione.
Maledizione non ci voleva.
"Ohh senza tette! Da quanto tempo, pensavo che Laito ti avesse uccisa" mi dice divertito.
Agisco d'istinto e la mia mano va al coltello.
Prima che Ayato possa fare qualsiasi mossa lo avvicino alla sua gola.
"Non una mossa avanti" Ringhio.
"Sei matta?!"Strilla.
"No sono solo stanca" rispondo.
"Di cosa?" Domanda.
"E me lo chiedo pure?! Ayato di un'altra stupidaggine e ti faccio fuori." Dico nervosa.
"Little bitch non pensavo amassi più Ayato di me" dice deluso Laito.
Rido e tolgo il coltello dalla gola di Ayato stampandogli un bacio sulle labbra e mordendogli il labbro, mentre lui mi appoggia le mani sui fianchi.
"Puniscimi una seconda volta, ma questa volta non esiterò a piantarti questo coltello nel cuore: lo sentirai così in profondità che ti stupirai."asserisco maligna.
Il suo sguardo è puro odio e sorrido: in un secondo mi appicca al muro, intrappolandomi.
Improvvisamente tutto il mio coraggio è sparito nel nulla e lui sembra notarlo.
"Perché?! Perché devi fare la puttana con tutti?! Perché mi tratti così?" Mi ringhia contro, mettendomi una mano al collo.
Faccio fatica a respirare, ma rispondo.
"Perché tu per tutto questo tempo non hai fatto altro che illudermi e umiliarmi davanti a loro.
Mi sono stancata Laito! Credevo che in qualche modo potessi cambiarti, credevo che in qualche modo quello che condividevamo era solo nostro, un momento di dolcezza e perversione fuori dalla loro portata, ma tu come al solito hai deciso di fottertene altamente il cazzo di me e di umiliarmi difronte a tutti i tuoi fratelli: l'umiliazione e l'imbarazzo bruciano sulla mia pelle, tanto quanto i segni che mi hai lasciato e che non lascerai mai più.
Ti amo così tanto da odiarti." Confesso, con le lacrime agli occhi.
La sua presa si fa flebile e cado a terra, reggendomi il collo, dove vedo già iniziare a comparire segni.
"Tu mi ami?" Domanda sconvolto.
"Fratellino scusa la mia intromissione, ma era così ovvio..." dice anche Ayato, rimasto ad ascoltare.
"Non lo amava poi così tanto alla fine: Hana ha nascosto la sua gravidanza a Laito e ha abortito senza dirgli niente" si intromette anche Reiji.
Lo sapevo.
Laito mi osserva e io non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
Ayato spalanca la bocca e io istintivamente lancio il coltello nella direzione di Reji e lo prendo ad una mano.
La lama si conficca nel suo palmo e grida di dolore: ho il fuoco negli occhi e un oceano nello stomaco.
"Cosa hai fatto?" Mi chiede Laito sconvolto.
Non rispondo e continuo a non guardarlo.
"Guardami maledizione!" Mi urla contro, prendendomi il viso con una mano.
"Perche?!" Mi domanda.
Ha il tormento nell'anima e la rabbia nel volto.
"Non eri degno di essere un padre Laito: non ti saresti assunto le tue responsabilità e io non mi sentivo pronta a mettere al mondo una creatura così fragile.
Laito maledizione avevo solo 17 anni!" Strillo piangendo.
"Dovevo saperlo! Ne avevo tutto il diritto! Lo avremmo deciso insieme! Maledizione Hana!
Io non posso davvero crederci...." mi urla contro, anche lui con le lacrime agli occhi.
"Ero nel panico! Non sapevo come fare, tu ti facevi gli affari tuoi, io mi sentivo continuamente debole! Sarei morta dandolo alla luce! Sono una semplice umana Laito, ricordatelo" dico osservandolo.
Nel frattempo Shou ha tolto il coltello dalla mano di Reiji che corre pronto a colpirmi: aspetto il colpo ma non avviene.
"Reiji vattene per l'amor del cielo! Non vedi che è complicata la situazione?!" Gli grida contro Laito sconvolto.
"Laito.." lo richiama Ayato.
"Sarei potuto diventare padre, avrei potuto dare amore una volta nella mia vita.
Questa non te la perdonerò mai Hana, mai ricordati le mie parole." Mi sibila contro Laito.
"Laito capiscimi! Cosa potevo fare? Non avevo nessuno! Ho sbagliato a non dirtelo, ma non...." interrompo il mio discorso prorompendo in singhiozzi.
"Ti odierò per il resto dei miei secoli per questa tua scelta Hana" mi dice, appiccicandomi una seconda volta al muro.
"Mi dispiace" dico risentita.
"Laito pensaci: che vita avremmo potuto dare a quella povera creatura?" Domando, tentando di respirare normalmente, ma non ci riesco perché la sua mano mi stringe così forte la gola.
"Laito la stai ammazzando, ascoltala prima"gli consiglia cautamente Ayato.
Occhi di volpe mi lascia libera e tossisco.
"Sicuramente sarebbe stato meglio che da morto!" Mi urla contro, facendo in su e in giù per la stanza.
"È passato, Laito... non puoi farci più niente e non pensare che io non mi sia sentita male per quello che ho fatto! Perché pensi che io abbia gravi problemi psicologici? Perché non mangio? Perché vomito? Perché mi viene la nausea e ho repentini cambiamenti di umore? Tutti i miei problemi sono sortiti da quell episodio li e non potevo assolutamente permettere di mettere al mondo una creatura debole: io non sarei stata capace di amarlo come avrei dovuto; Laito per favore non odiarmi, non lo sopporto" dico sofferente.
"Avresti dovuto dirmelo Hana, avrei dovuto saperlo... Dio non riesco a guardarti adesso." Mi dice disgustato.
"Devo andarmene da qui" mi dice, serio e gelido.
"No! Non puoi andartene! Per favore non andartene! Non ce la faccio senza di te, ti prego!
Mi sentirei persa senza di te." Lo prego, in ginocchio attaccandomi alla sua gamba.
Una scena patetica; ma non posso pensare alla mia vita senza di lui.
Lui mi osserva con i suoi pozzi verdi, facendomi singhiozzare.
"Per favore non farlo! Farò tutto quello che vuoi, ma ti scongiuro non abbandonarmi qui" continuo a pregarlo.
Lui sospira e mi lascia li stesa, in un mare di lacrime e di dolore.
"Laito" lo richiamo con voce distrutta: ho i segni sul collo e sulle gambe, la voce spezzata, ma nonostante tutto, nonostante tutto ciò sia stato causato da lui, io lo amo.
"Per favore non farlo: io ti amo" lo dico con sincerità tale da far girare tutti i 6 fratelli nella stanza.
"Se tu mi avessi amato, non mi avresti nascosto una cosa del genere" mi dice risentito, lasciando la stanza.
Crollo a terra e inizio a singhiozzare così tanto che sento l'aria mancarmi.
Non voglio che lui se ne vada.
Il respiro mi si mozza e faccio fatica a respirare: mi sta prendendo un attacco di panico.
"Hana, Hana respira" mi dice Shou, guardandomi intensamente.
Mi sembra di soffocare, la testa mi gira.
Ho bisogno di lui, ho bisogno di Laito nella mia vita.
Vedo Reiji venirmi incontro con qualcosa in mano che mi fa ingurgitare con la forza e poi il buio.
Nel mio limbo immagini sfocate delle nostre passioni, delle nostre notti.
Urlo così forte che risveglio l'intera casa.
"Laito ti prego no" mi dimeno e strillo e vedo le sue scarpe abbandonare la stanza per sempre, lasciandomi lì ad annegare nel mio dolore.
"Little bitch sono qui!" Mi risveglia la voce dolce del mio tormento.
Gli butto le braccia al collo, singhiozzando.
Lui è il mio tutto e io senza la sua presenza sono solo un fantasma che cammina.
Laito mi stringe i fianchi magri e mi bacia la guancia.
"Non andartene per favore" lo imploro con le lacrime che scorrono liberamente.
"Mi dispiace davvero per non averti avvertito, per favore non prendertela con me , non riesco a sopportarlo." Lo informo.
I suoi occhi verdi smeraldo mi fissano con tale intensità da non capire se sto affogando nel mio dolore o se sto risalendo a galla.
"Non preoccuparti little bitch non me ne vado da nessuna parte senza te". Mi sussurra tranquillo all'orecchio.
Il mio risentimento e il mio dispiacere si sentono forti e chiari nella mia voce, ma percepisco che questa notte sembra essere l'ultima e non capisco perché.
Mi aggrappo a lui con tutta la mia forza e la mia speranza, credendo e sognando un mondo migliore: dove il dolore non esiste e dove la felicità percuote l'anima.
Prima di addormentarmi nelle braccia del mio amore proibito mi attacco fortemente alla notte, sperando che le mie sensazioni siano sbagliate.
La mattina quando apro gli occhi dopo un sonno incerto, ma felice, noto con dispiacere che Laito non è più con me.
Lo cerco dappertutto: nessuna traccia di lui.
Continuo forsennata la mia ricerca, quando incontro Ayato lungo il mio tragitto.
"Hana... se ne è andato" mi dice in modo così diretto da farmi crollare in pochi minuti.
Semplicemente smetto di esistere, smetto di mangiare di nuovo, smetto di vivere.
Lascio che i fratelli mi divorino, sperando che mi prosciughino, facendomi andare in contro alla morte.
La settima che è appena passata è stata un inferno: incubi, urla, dolore e depressione.
Reiji è stato costretto a farmi una flebo, costringendomi a mangiare.
Non posso nemmeno vomitare, perché non ho ingurgitato niente.
Passo ogni giorno nella sua stanza che sa di lui, toccando quasi con amore la stessa frusta che usava per punirmi e stranamente mi ritrovo ad amare il dolore.
Lui c'è stato: mi accarezzo con dolcezza le cicatrici che mi ha lasciato, sperando in qualche modo che prima o poi torni e me ne faccia altre.
Sono dimagrita ancora tantissimo che quasi scompaio e anche i fratelli hanno quasi perso gusto a mordermi: non ho più niente da offrigli in queste condizioni e soprattutto non mi dimeno, non ne ho la forza.
Smetto di prendere le mie medicine e il ciclo da sospensione da pillola mi fa male e diventare ancora più pallida.
Ogni giorno mi infilo qualcosa di suo: ho preso a dormire nel suo letto, a imitare i suoi stessi gesti, cercando di sentirlo più vicino.
"Hana questa storia deve finire! Maledizione ma ti sei vista allo specchio?! Sei un maledetto stecchino! E noi abbiamo siete e in queste condizioni non puoi farci un bel niente! Se non inizi a mangiare come prima ti infilo il cibo a forza!" Sbraita ad un certo punto nervoso Ayato.
Siamo seduti a tavola, loro mangiano tranquillamente mentre io solo a sentirne l'odore mi viene il voltastomaco.
"Non mi interessa: questo ho da offrirvi" rispondo, uscendo fuori.
La notte dicono porta consigli, ma a me pare il contrario: ho il suo profumo addosso, ma mi manca, più della mia stessa vita che sta scivolando lentamente via dalle mie vene.
A scuola le cose non sono delle migliori: senza Laito a darmi la forza necessaria, la stessa ragazza che avevo affrontato in sua presenza si vendica, dandomele di santa ragione.
"Puttana ora non fai più la gradassa! Senza Laito accanto non vali niente!" Mi dice subdola, dandomi un calcio ben piantato nello stomaco.
Sputo sangue e piango: ha perfettamente ragione.
La ragazza appena viene scoperta viene mandata in presidenza e io in ospedale dove mi ricoverano una settimana.
Piango ininterrottamente, non riesco a reagire.
Quando mi vengono a trovare i ragazzi non mi riconoscono e anche Ayato che di solito usava prendermi in giro non apre bocca.
Osservo la finestra, mentre Ore-sama mi accarezza dolcemente il palmo ossuto della mano.
"Ayato.. verresti nel letto con me?" Domando, speranzosa mentre lo vedo annuire.
Mi circonda in un abbraccio delicato, privo di malizia.
Sono tutti estremamente preoccupati per me e per Laito: è quasi passato un mese e non si fa mai sentire.
"Hai notizie di lui?" Domando, dopo essere stata dimessa dall'ospedale senza domande da parte dei medici sulla mia salute cagionevole e sul perché ho cicatrici in tutto il corpo.
"No senza tette.." risponde.
Sorrido, da quanto sono dimagrita sono rimasta davvero senza tette.
A cena mi pare di sentirmi osservata tutto il tempo e sento il suo profumo nelle narici.
Dopo cena mi faccio un bagno rilassante, ma sono così gelida che mi pare di essere diventata una di loro.
"Little bitch.. come ti sei ridotta?" Questa è la voce di Laito..
Apro gli occhi ma non vedo nessuno.
"Ragazzi!" Strillo.
Ayato si precipita in bagno e non ho nemmeno la decenza di coprirmi.
"Senza tette che hai da urlare?" Mi domanda Ore-Sama osservandomi negli occhi senza indugiare sul mio corpo nudo.
"Mi pare di aver sentito la sua voce.. sto impazzendo?" Domando.
Ayato non risponde e mi insospettisco.
Esco dalla vasca sotto il suo sguardo e mi infilo il maglione di Laito senza reggiseno, correndo in sala, con i capelli zuppi e il corpo ancora bagnato.
"Ragazzi ma lo sentire anche voi il suo profumo?" Domando, osservando la stanza, senza trovarlo da nessuna parte.
"Ragazzi perché non rispondete?! Maledizione vi ho fatto una domanda!" Strillo nervosa.
"Ti si vedono i capezzoli" mi dice Shou.
"Ti piacciono? Se vuoi te li regalo un paio che comprerò su Ebay, ma ora porca puttana rispondi!" Urlo nervosa.
Sento delle mani calde sui miei fianchi ossuti e mi giro, quasi presa da un infarto.
È tornato.
Il suo solito cappello, il suo solito sorriso sbarazzino, gli occhi verdi smeraldo.
Gli salto addosso, facendolo cadere con me sopra: non mi interessa del dolore, non mi interessa se mi si vedono le mutande.
"Sei tornato!" Sussurro a bassa voce, stringendo la sua camicia tra le dita così forte che sento uno strano scricchiolio provenire dalle mie dita.
"Ti sono mancato?" Chiede divertito, spostandomi i capelli umidi dal viso.
Gli bacio la mano, mentre lui posa l'altra sul mio sedere, non muovendosi di un millimetro.
Dovrei essere furiosa con lui, ma non ci riesco: ho sentito la sua mancanza così in profondità che adesso che cel'ho qui non mi interessa di niente.
"Più dell'aria che respiro" rispondo sincera.
"Il che significa parecchio, visto che sei cambiata tantissimo... ma come ti sei ridotta Little bitch?
Lividi, un labbro spaccato, senza tette, dimagrita più del dovuto..." mi dice serio, accarezzandomi una clavicola sporgente.
"Credimi Laito te ne sei perse di cose" gli dice Ayato, ringhiando.
Sospiro: Ayato non perdonerà mai Laito per come mi ha fatto diventare.
Sotto sotto Ayato è stato quello che mi è stato più vicino in questo periodo, ha seguito ogni mio sbaglio, ogni mia crisi, rassicurandomi e tentando di riportarmi alla mia umanità.
"Ayato non farlo... " lo imploro, mentre lo vedo osservarmi un po' contrariato.
"Perché no? Guarda come ti ha fatta diventare!" Mi strilla contro.
"Non è colpa sua.. solo mia: se gli avessi detto la verità fin da subito non avrebbe avuto il bisogno di andarsene" lo difendo; mentre lo vedo incrociare le braccia nervoso.
"Informami Ayato: che ha combinato little bitch mentre non ero presente?" Domanda.
"Ha smesso di mangiare, di vivere: siamo stati costretti a metterle una flebo per nutrirla.
Urlava la notte, sudava, piangeva... non è stato uno bello spettacolo.
Ah poi è stata presa a botte a scuola dalla stessa ragazza che l'aveva provocata.
L'ha letteralmente stesa al tappeto, provocandole qualche trauma... è stata una settimana in ospedale e poi niente.
Ha sempre aspettato il tuo ritorno, non dandosi per vinta.
È cambiata molto." Dice Reiji, osservandomi.
"Guarda che ci sono anche io maggiordomo, riesco a sentirti" Dico irritata.
Laito mi osserva sconvolto o comunque sorpreso e evito il suo sguardo.
"Ti ho davvero provocato tutto questo?" Domanda dispiaciuto.
"Non importa, è una storia vecchia" dico, non dandogli l'importanza che invece avrebbe dovuto avere.
Lo stringo a me e mi prende in braccio.
"Sei una fottuta piuma" asserisce serio.
"Se tu fossi rimasto invece di fare come al tuo solito non sarebbe così!" Ringhia Ayato, prendendomi per un braccio e allontanandomi da Laito.
Gemo per il dolore.
"Scusami" mi dice dispiaciuto Ayato.
"Tranquillo" rispondo.
"Grazie per tutto quello che hai fatto per me Ayato, davvero: sei stato il più gentile di tutti e per questo non smetterò mai di ringraziarti, ma per favore, non trattarlo così, è tuo fratello e il ragazzo che amo, nonostante la sofferenza che mi ha causato." Lo prego dandogli un bacio sulla guancia.
Lui storce la bocca e annuisce, lasciandomi un buffetto sulla guancia.
Laito ci osserva e non dice niente.
"Dove vai?" Domando preoccupata per una sua nuova partenza e lo vedo sorridere.
"A disfare le valigie, vuoi aiutarmi?" Mi domanda.
Annuisco e lo seguo nella sua stanza che non mi provoca più alcun dolore, alcun terrore.
"Perché è sfatto? Perché mancano maglie e felpe?" Domanda stranito, osservando un mio reggiseno.
"Ehm.. mi sono impossessata della tua stanza mentre non c'eri.. mi faceva sentire più vicina a te." Confesso, imbarazzata.
Lo vedo sorridere per poi diventare improvvisamente serio.
"Little bitch mi dispiace di averti ridotto così: non pensavo di farti così male, ho sopravvalutato la situazione e ti chiedo scusa" mi dice osservandomi.
Annuisco e mi stendo nel letto, che ora sento mio, sbadigliando.
Lui mi prende un piede tra le mani e osserva la mia caviglia destra così sottile.
"Fatti vedere Little bitch" mi dice gentile.
Mi tolgo la sua felpa e i suoi occhi percorrono il mio corpo soffermandosi su ogni mia cicatrice, su ogni mio livido.
Il suo dito prende ad accarezzarmi la pancia piatta e il seno quasi insistente.
Milioni di brividi percorrono il mio corpo e ho caldo e freddo allo stesso tempo.
"Vieni qui" gli ordino io sta volta e mi sovrasta gentilmente senza pesarmi.
Mi aggrappo a lui come un koala e respiro il suo profumo.
"Non andartene mai più per favore... ho capito la lezione" dico, mordendomi le labbra e cercando di reprimere le lacrime.
"Pensi che sia stato per punirti?" Mi domanda serio.
Annuisco.
"No little bitch.. me ne sono andato per varie ragioni che purtroppo non posso spiegarti." Mi spiega, baciandomi le labbra.
La sua lingua cerca disperata la mia e infilo le dita tra i suoi capelli, tirandoli leggermente.
Il bacio si interrompe, perché Reiji bussa alla porta e ci dice di prepararci per la scuola.
Annuiamo e ci prepariamo.

Spazio autrice: ciaooo! Vado di fretta oggi: ringrazio quelle 60 persone che mi seguono e niente buon lettura!

Animals Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora