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CAPITOLO 13: DOV'È SPENCER?

Punto di vista di Rosemary Cooper

[27 gennaio 2010]

Sorrido a me stessa quando entro nel café in fondo alla strada in cui risiede Spencer. Ieri sera mi ha chiamata mentre stava tornando a casa, dicendo che sarebbe dovuto andare a lavorare presto questa mattina, ma ci eravamo accordati che gli avrei portato del caffè stamattina in modo da stare insieme anche per poco.

Non mi ha detto esattamente a che ora trovarci, quindi spero di non fargli fare tardi. Compongo il suo numero mentre sono in fila. Dopo qualche squillo comincio a pensare che non risponderà se non quando la suoneria smetterà.

"Ehi Spencer" dico felicemente, contenta che abbia risposto. "Spero che tu sia ancora a casa, perché sono al bar e ti sto prendendo del caffè—"

"Rosemary" sento dire da una voce che non appartiene a Spencer.

"Aaron?" domando sbattendo le palpebre, mi dimentico dove mi trovo quando domando, "dov'è Spencer?"

"Ascolta, Ros—" comincia a dire l'Agente Hotchner, il suo tono di voce mi suggerisce che non aveva in previsione di fornirmi quest'informazione.

"Cos'è successo?" domando.

Quando ricevo un silenzio esitante in risposta, chiudo la comunicazione ed esco velocemente dal bar, scusandomi con i clienti che quasi faccio cadere. Corro lungo il marciapiede poiché l'appartamento di Spencer si trova solo a qualche isolato da qui.

Mentre approccio il suo complesso di appartamenti, realizzare cos'è successo è come ricevere un pugno allo stomaco.

Che cosa scoprirò quando arriverò?

Allontano le considerazioni egoistiche, concentrandomi solamente sulla ragione per la quale Spencer non è stato in grado di rispondere al telefono, e come mai abbia parlato Aaron. Individuo la sagoma del complesso residenziale di Spencer all'orizzonte del mattino presto, sul parcheggio vengono stagliate ombre violacee ed arancioni, l'area è colma di grandi auto nere.

Vedo Jennifer che cammina velocemente avanti e indietro all'esterno dell'appartamento di Spencer, ha il telefono all'orecchio, e vedo la silhouette di qualcuno sulla soglia. Ignoro il bruciore dei mie polpacci e corro sulle scale di metallo, l'aria fredda dell'inverno mi colpisce alle mia guance ed il mio naso, già insensibili. Serro le labbra che stanno tremando dallo spavento e dal freddo. Non riesco a attribuire quale sia la vera causa, poiché in quel momento il cielo inizia a far cadere fiocchi di neve che mi si attaccano ai capelli ed alle ciglia.

"Jennifer?" dico debolmente quando sono salita sulle scale, lei si volta e sgrana appena gli occhi. "Cos'è successo? Lui dov'è?"

JJ si avvicina a me e dice qualcos'altro al telefono prima di chiudere la comunicazione.

"Hotch" chiama all'interno dell'appartamento, e l'uomo dai capelli scuri emerge con un'espressione ancora più preoccupata del solito.

"Che cosa succede?" domando. "So che non sarei dovuta venire, ma—" la mia voce si spezza quando delle calde lacrime si accumulano nei miei occhi, minacciando di bagnarmi le ciglia inferiore. "Aaron, lui è tutto ciò che ho".

"Rosemary, ho bisogno che mantieni la calma, d'accordo?" dico in tono assertivo, ma la sua voce ed i suoi occhi esprimono solidarietà. "Lo troveremo" mi promette, appoggiando le mani sulle mie spalle.

Annuisco due volte prima di abbassare lo sguardo, le lacrime mi bagnano le guance. Sento dei passi avvicinarsi a me, ed il peso delle mani sulle mie spalle scompare. Qualcuno mi accoglie in un delicato abbraccio.

"Andrà tutto bene, ragazzina" mormora Rossi nei miei capelli mentre io tremo singhiozzando in silenzio. "La supereremo. Andrà tutto bene".

Scuoto il capo sulla sua spalla, non credendo alle sue parole. Come potrebbe andare bene? L'uomo che amo è in pericolo, e non c'è assolutamente niente che possa fare.

spencer |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora