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CAPITOLO 16: LA PALESTRA

Punto di vista del Dottor Reid

[28 gennaio 2010]

Mi aggiro silenziosamente lungo i corridoi bui per ciò che sembrano giorni, i palmi delle mie mani toccano i muri di mattoni per aiutarmi a trovare l'uscita. L'incertezza di ciò che mi circonda mi rende sempre più paranoico, e con ogni passo i miei occhi si adattano al buio.

Con l'aumentare della mia vista, accresce il mio desiderio che non fosse così. Contenitori della spazzatura e porte aperte sembrano mutare in forme umanoidi, i miei occhi mi ingannano in molte occasioni mentre mi aggiro nel buio. Contemplo il sedermi e raggomitolarmi sul freddo pavimento, ma un ricordo di Rosemary appare come un flash nella mia mente, l'immagine del suo sorriso mi da la forza di compiere un altro passo.

Proseguo in questo modo per qualche minuto, saltando dallo spavento ed immobilizzandomi ad ogni minimo movimento dell'edificio, aspettandomi che l'S.I. appaia in ogni momento. Giro l'angolo vedendo un fascio di luce lungo il corridoio, la vista sembra estremamente sinistra ma stranamente accogliete. La approccio con cautela, restando vigile mentre con la mano spingo la porta.

Apro il serramento di un paio di centimetri, restando fermo e portando l'orecchio sull'apertura. Vengo accolto da un suono simile ad una vibrazione, la porta aperta fa filtrare più luce nel buio corridoio. Improvvisamente un rumore si solleva lungo il corridoio, quando il suono raggiunge le mie orecchie instilla il panico in me. Entro quindi velocemente nella stanza illuminata in modo soffuso, lasciando che la porta dietro di me si chiuda. Faccio aderire la schiena al muro, abbassando lo sguardo sul pavimento della palestra, il quale è di legno sotto alle mie scarpe.

Prendo un respiro profondo, ed il mio naso viene immediatamente assalito dal forte odore di decadenza, così forte da farmi lacrimare gli occhi, alzo la testa scoprendo che il rumore simile ad una vibrazione è prodotto da stormi di mosche. Stringo lo sguardo verso il soffitto causa le forti luci che puntano lassù, e vedo un apparato composto da una serie di corde fissate al terreno, le quali si estendono fino alle travi del soffitto.

Mi viene la nausea, e cerco di combattere il vomito che sento salire quando mi rendo conto che le corde reggono dozzine di corpi in diversi stadi di decomposizione, la maggior parte dei quali è senza testa.

Odo un altro rumore nel corridoio, dall'altra parte della palestra. Mi affretto sotto gli spalti di legno, allontanandomi il più possibile dalla porta. Proprio quando mi posiziono nel mio nascondiglio, la porta viene aperta con così tanta forza da andare a sbattere contro al muro. Sento dei passi veloci entrare nella stanza, e qualcuno che respira pesantemente.

Trattengo il respiro quando volto lo sguardo, e vedo un uomo completamente nudo correre nella palestra, la porta viene chiusa dietro di lui. Lo sento tossire in reazione all'odore che impregna ogni oggetto della stanza, ma non alza lo sguardo in alto fino a quando non incappa in una delle corde.

"Porca putt—" lo sento imprecare quando vede i corpi appesi al soffitto.

Sento i passi dell'S.I. nel corridoio, quindi mi corico sotto gli spalti più bassi, la mia guancia aderisce al pavimento ricoperto dalla polvere. Da qui vedo solo i piedi nudi dell'uomo mentre cerca di correre verso l'uscita sbarrata dall'altro lato della palestra. Lo sento tirare le assi che bloccano la porta, il suono attirerà sicuramente l'S.I. a sé...a me.

Rimango in silenzio costringendomi a prendere dei respiri regolari, e resto immobile nonostante il desiderio di far sobbalzare il piede con fare ansioso. Qualche secondo più tardi, l'S.I. entra in palestra, facendo urlare il povero uomo, il quale cerca di corrergli oltre, per recarsi nel corridoio. Sento che viene sferrato un pugno, e salto dallo spavento quando la vittima cade sul fianco direttamente di fronte a me, le gradinate sono l'unica cosa che ci separa.

Apre la bocca per urlare, nei suoi occhi vedo il terrore puro quando guardano nei miei. In quel momento noto il sottile strato di sporcizia della strada sulla sua pelle, la barba incolta ed il disastro di capelli sulla sua testa. Quest'uomo è un senza tetto. Questo S.I. deve essere lo stesso su cui stavamo investigando.

L'uomo urla quando una lama di una motosega viene affondata nel suo collo. Il suo urlo termina quando la lama infierisce sulle sue corde vocali, il suo sangue caldo attraversa le crepe degli spalti finendo sul lato del mio volto. Fisso direttamente nei suoi occhi con shock nei miei quando la vita lo abbandona, la sua testa viene amputata dal suo corpo.

L'S.I. fischietta un tono sbarazzino quando si abbassa ed afferra la vittima per una caviglia, trascinandolo via. Una scia di sangue segue il suo corpo, ora senza testa.

Non presto attenzione a quando l'S.I. lega il corpo ad una delle corde e lo fissa al soffitto, poiché non sono in grado di distogliere lo sguardo dagli occhi ancora aperti della testa dell'uomo, dalla quale esce ancora sangue. 

spencer |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora