CAPITOLO 14: DOVE SONO?
Punto di vista del Dottor Spencer Reid
[27 gennaio 2010]
La mia battaglia per riacquisire coscienza ha inizio con un forte lamento limitato alle mie orecchie. Poi percepisco il movimento delle mie mani, tramite le quali sento che sotto di me è presente un sottile strato di polvere sopra ad un pavimento di cemento, la polvere si accumula in fretta sotto alle mie unghie. Apro gli occhi in un tentativo di analizzare ciò che mi circonda, ma la mia vista è limitata da macchie nere.
"Bene. Sei sveglio" sento una voce che fa eco, le onde sonore rimbalzano sui muri ed il pavimento di cemento. "Pensavo di averti ucciso".
Prendo aria cercando di restare sveglio, nonostante l'insensibilità del mio corpo e della mia mente. La mia lingua è pesante in bocca, e tendo di schiudere le labbra secche e screpolate. Riesco ad inumidirmele serrando gli occhi nel tentativo di allontanare il dolore alla testa.
"Sono il Dottor Spencer Reid, faccio parte dell'Unità di Analisi Comportamentale del—" vengo interrotto.
"So chi sei, Dottor Reid. Ed ho la sensazione che anche tu sappia chi sono io" mi ammonisce l'uomo, e grugnisco appena quando riapro gli occhi e fisso il soffitto.
La frase dell'uomo mi fa provare un forte desiderio di mettermi a sedere. Ad un certo punto riesco ad issarmi sui gomiti, le spesse maniche del mio cardigan fanno si che il pavimento non mi faccia venire freddo. Sollevo la testa a fatica, ed i miei occhi si posano finalmente sulla figura sfocata che si trova a circa due metri da me.
La mia vista comincia a mettere a fuoco, e sono quindi in grado di individuare dettagli specifici dell'aspetto fisico dell'uomo. Indossa una canottiera bianca ed un paio di pantaloni neri, come se avesse indossato un abito e si fosse tolto la camicia. I suoi capelli neri sono acconciati con il gel in modo immacolato, non ha nemmeno una ciocca fuori posto, nonostante la macchia di sudore sul petto mi porta a dedurre che ha appena svolto un'attività fisica stancante.
Sbatto le palpebre una, due, tre volte, fino a quando i suoi tratti facciali si fanno spazio nei miei ricordi.
≫ Flashback ≫
Quando giro l'angolo collido cono un soggetto, ed entrambi indietreggiamo. Dopo aver ritrovato l'equilibrio alzo lo sguardo sull'uomo con il quale mi sono scontrato. È alto circa quanto me ed i suoi occhiali appoggiano sulla parte superiore del naso. Sembra qualche anno più grande di me, e nei suoi occhi leggo fastidio, ma poi sembra calmarsi subito. Il rapido cambio di espressione sul suo volto mi sconcerta.
"Mi scusi, non stavo guardando dove stavo andando—" faccio per scusarmi, ma lui m'interrompe.
"Oh, per favore" mi congeda con la mano. "Se non fossi stato così di fretta non sarebbe successo. Sono io che mi devo scusare".
≫
Conosco quest'uomo.
Sono incappato in lui in strada, meno di una settimana fa.
"Sei quell'uomo con il quale mi sono scontrato all'angolo della strada..." mi sento pervadere dalla paura, la mia voce debole mi sembra quella di uno sconosciuto.
"Quindi ti ricordi di me" sorride l'uomo, quasi sinceramente. "Sapevo che ti saresti ricordato. Sei intelligente, vero?"
"Sì, sono un genio" dico istintivamente, avendo risposto in tal modo per anni.
"Il mondo è nelle tue mani, Dottor Reid" sorride abbassandosi per prendere qualcosa da terra. "Sono state la tua intelligenza, la tua ambizione...ad attirare subito la mia attenzione" emette un grugnito, e mi vengono le vertigini quando lo vedo portarsi un corpo nudo sulla spalla. "Poi mi sono reso conto di quanto mi ricordassi chi ero prima—" prosegue posando con forza la persona su un tavolo di metallo, il suono mi fa saltare dallo spavento. Dalla durezza del corpo è chiaro che il cadavere risalga a qualche ora fa, se non a giorni. "Prima di venire trasformato in un...beh, in un robot vivente, diciamo".
"In che senso—" cerco di fare in modo che la conversazione proceda, mentre elaboro diversi scenari di fuga.
Nessuna delle possibili fughe terminano bene per me.
"Nel senso che" l'uomo sogghigna malignamente, appropriandosi di una lama dentata di metallo. "Sono diventato solamente un'altra pedina del sistema. Non ho più un'identità! Sono solo un altro tizio bloccato in un cubicolo dalle 9 alle 5!"
Dalla rabbia che prova, affonda la sega nella gola della vittima morta, facendomi fare piccolo alla scena, e mi viene la nausea alla vista del modo in cui taglia la carne indurita e le ossa del poveretto. Non esito e vomito quel poco che avevo mangiato e bevuto, non curandomi di sporcare il pavimento di cemento.
Mi pulisco debolmente la bocca con la manica della mia felpa, prima di coricarmi e guardare la polvere sollevarsi attorno a me. Mentre le particelle danzano alla luce intermittente mi sento ritornare nell'oscurità, e non riesco a fare niente per prevenire che ciò che accada.
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spencer |ITA|
Fanfiction| storia originale di @thebookmaven | cover credits: @translatorITA | highest ranking of the IT version: #1 in REID | 📚 [libro due] Rosemary inizia finalmente una vita normale con Spencer, ma durerà? ©tutti i diritti riservati | sequel di 'rosemary...