.4.

92 24 44
                                    

Quando mi svegliai, mi trovai distesa sul divano con addosso il mio asciugamano blu.
Sbattei velocemente le palpebre per cercare di mettere a fuoco la stanza e vidi ai miei piedi una sagoma umana.
Mi sedetti di corsa sul minuscolo bracciolo tutta impaurita.

<<Tranquilla, ormai il peggio è passato, sai... pensavo che non ti saresti più svegliata>>.

Riconobbi la voce, che ci faceva Ian in casa mia!

<<Cos'è successo? E poi che ci fai qui?>>chiesi.
<<Sei caduta in vasca e hai sbattuto la testa e dato che ho sentito un casino della madonna, sono venuto a controllare se era tutto apposto, ma quando sono arrivato ti ho vista priva di sensi, così ti ho presa e ti ho portata in soggiorno>>.

In quel momento ero rossa come un peperone al forno, volevo morire.

<<Tu mi hai vista...>>non ebbi il coraggio di terminare la frase.
<<Sì, ti ho vista nuda, se è questo che intendi>> disse guardandomi negli occhi.

Volevo sprofondare per la vergogna e l'imbarazzo, non sapevo cosa dire, dio mio mi aveva vista nuda!
Non ci potevo e non volevo crederci, un ragazzo così sexy si è fiondato nel bagno di casa mia, per salvarmi la vita e mi ha vista senza vestiti, penso sia il colmo!

<<Tutto bene?>>.
<<Si certo, va tutto alla grande>> risposi con una risatina nervosa.
<<Mentre dormivi ti ho preparato qualcosa da mangiare>> disse alzandosi.

Cercai di sollevarmi per raggiungerlo in cucina, ma un forte giramento di testa me lo impedì.

<<Ferma ti aiuto>>.

Come se dovesse prendere in braccio un bambino di un anno mi sollevò, e appoggiai le mani sul suo petto; il suo corpo in confronto al mio era molto caldo e detto fra noi, non mi sarei mai staccata. Alzai la testa, e i nostri sguardi si incrociarono, i suoi occhi ispiravano fiducia e sicurezza, continuammo a fissarci e più il tempo passava più la sue labbra erano vicino alle mie. Sapevo che quello che stava per accadere non era giusto e soprattutto non doveva succedere, ma una parte di me lo voleva, lo desiderava e il mio istinto diceva che anche lui voleva la stessa cosa, glielo potevo leggere negli occhi.

<<Chi è Ashley?>> chiesi senza nemmeno accorgermene.

Nei suoi occhi lessi la delusione più assoluta, il momento perfetto che si era creato ero riuscita a distruggerlo con una semplice domanda. Da una parte mi odiavo, ma sapevo che era la cosa giusta da fare, per rispetto della sua..."Ragazza?".

<<Certo che te non ti arrendi mai>> rispose sorridendo.

Senza aggiungere una parola mi portò in cucina, mi mise a sedere delicatamente  sulla sedia. Il piatto che aveva preparato era una semplicissima frittata, ma molto buona rispetto a quella che facevo io di solito.
Lui era seduto di fianco a me, con un sorrisetto contento e al quanto irritante.

<<Guarda che vedo che stai ridendo, non sono mica cieca>> dissi, mordendo un pezzo di pane.
<<E invece rido eccome, hai tutta la bocca sporca>>.

Prese un tovagliolo e me lo passò delicatamente sulle labbra .

<<Come mai non mi vuoi dire chi è la ragazza?>>.
<<Perché non è importante>>rispose diretto.
<<Se non fosse importante me lo diresti e non lo terresti nascosto>> ribattei, mangiando un altro pezzo di frittata.

Rimase in silenzio per un paio di minuti, sembrava combattuto con sè stesso. Probabilmente una parte di lui avrebbe voluto dirmi chi era la ragazza, ma l'altro suo lato glielo impediva in tutti i modi possibili. Nel momento in cui pensavo avesse deciso di dirmelo disse:"Mi limito a dirti che è di sesso femminile".

<<Sai non l'avevo capito>>risposi ironica.
<<Io invece pensavo non lo avessi capito>> disse divertito.

Gli feci un sorrisetto e allo stesso tempo il terzo dito.
Per la rabbia presi il piatto e andai a sciacquarlo.

<<Sta seduta faccio io>> disse gentilmente.
<<No. E non ho intenzione di rivolgerti una parola fino a quando non mi dici chi è>>.

Con un mal di testa atroce andai verso le scale, dentro di me sapevo che non sarei riuscita ad arrivare fino in camera di mia madre per mettermi dei vestiti, ma dovevo almeno provarci, perchè di certo non potevo restare con l'asciugamano addosso per il resto della mia vita.
Feci il primo scalino invocando tutti i santi per le vertigini.
Senza che dicessi niente, Ian mi prese e mi portò in camera come una coppia appesa sposata durante una luna di miele.
Dopo avermi adagiata sul letto cercò dei vestiti adatti per questa bellissima giornata schifosa e alla fine optò per una maglia nera a maniche corte e dei pantaloncini bianchi.

<<Esci dalla stanza, mi devo cambiare>> dissi.
<<Non ne vedo il motivo visto che ti ho già vista nuda>>.
<<Non m' interessa quello che hai visto, ti ho detto di uscire>>risposi senza nemmeno voltarmi a guardalo in faccia.
<<Va bene, sappi che se hai bisogno d'aiuto sono qua fuori>>rispose.

Dopo circa mezz'ora decisi di vestirmi. Quando uscii Ian mi aspettava appoggiato alla porta di camera mia, immobile.

<<Però, ho aspettato tutto questo tempo per vederti con quattro stracci, grandioso>> disse.

Feci finta di non sentire e tornammo in salotto e a son di battibecchi alla fine decidemmo di guardare un film di fantascienza.

Il cielo fuori era ancora chiaro ma si erano fatte ormai le 7:30 e, la mia pancia aveva un certo languorino a tal punto di mangiarsi anche Ian.

<<Ciao, sono a casa>>.

Guardai Ian preoccupata per l'inaspettato arrivo di mia madre.

<<Ragazzi come state? Ian, non pensavo che fossi qui>> disse guardandoci perplessa.
<<Salve signora, scusi il disturbo, volevo fare un po' di compagnia a sua figlia e, visto che si è appena trasferita in una nuova città pensavo che le facesse piacere conoscere il suo nuovo vicino di casa, ma si è fatta ora ed è meglio che vada>>.
<<Beh, non è affatto una cattiva idee, per ringraziarti vorrei che restassi per cena>> disse mia madre.

Okay, la situazione si stava facendo al quanto strana...quella di sicuro non poteva essere mia madre, perchè gli hanno sempre dato fastidio le persone che si fermavano a mangiare da noi.

<<Penso che Ian questa sera abbia da fare, quindi...>>
<<Se le fa piacere resto volentieri>> rispose, senza nemmeno farmi finire di parlare.

Lo fulminai con lo sguardo.

<<Perfetto, allora vado in centro a prendere la pizza, così almeno vedo un po' la città>> disse mia madre.
<<Mamma, ho capito che secondo te potrei essere trasparente come uno stuzzicadenti, ma fidati che farmi mangiare tre quintali di pizza non penso sia la cosa migliore...>>.
<<A dire la verità sei ingrassata, inoltre sono in fase preciclo quindi andrò comunque a comprare una bella pizza che tu lo voglia o no>> rispose.
<<Signora, se vuole, dato che Lia non ha nessun'intenzione di mangiare la pizza, mentre lei la va a comrare io potrei stare con sua figlia, così almeno sono sicuro che mentre cucina qualcosa di delizioso non prenderà fuoco la casa>>.

Senza alcun problema mia madre prese le chiavi ed uscì salutandoci, anche se detto fra noi le sue ultime parole sono state: " Mi raccomando, non combinate guai durante la mia assenza" con un sorrisetto malizioso.

Che cosa voleva intendere?

XYODove le storie prendono vita. Scoprilo ora