<<O mio Dio! Ragazzi state bene?>>chiese una donna scendendo dalla macchina.
<<Non so cosa sia successo...la macchina ha accelerato da sola e vi ha scaraventato via>>.Poverina... dal modo e dal tono di voce con cui diceva le cose si vedeva che era molto preoccupata.
Ian si sollevò dal mio corpo e cercò di tranquillizzare la donna.<<Stiamo bene non si preoccupi>>gli disse con tono calmo e deciso.
<<Ma vi ho investito, com'è possibile che stiate bene!>>chiese la donna in lacrime.
<<Siamo stati fortunati, ora per favore si deve calmare>>.La donna respirava a stento e le lacrime le rigavano il viso coperto di lentiggini; dal modo in cui era vestita e da come erano raccolti i capelli era possibile che lavorasse in un ufficio.
Mi alzai faticosamente in piedi.
Non mi ero fatta assolutamente niente, nemmeno un graffio, era come se l'incidente non fosse mai accaduto, anche se la moto di Ian non penso la pensasse allo stesso modo.
Andai da lui.
Mentre la donna si stava pian piano calmando, lo sguardo di Ian si fermò sul mezzo distrutto, c'erano pezzi ovunque e mi chiedevo quanto gli sarebbe costato farla riparare, ma la cosa che mi sorprese fu vederlo così calmo e cordiale con la donna, non credevo avesse un cuore, anzi, non me lo sarei mai aspettata di vedere una reazione del genere da parte sua. Quando la donna si calmò e ci chiese per l'ultima volta se volevamo andare in ospedale, ma per la centesima volta educatamente rifiutammo e la accompagnammo all'auto.
In un modo o nell'altro, però, dovevamo tornare a casa ed Ian di certo non poteva abbandonare qual rottame in mezzo alla strada.<<Sarà meglio incamminarsi, perché ci metteremo un bel po' a tornare a casa>> disse facendo un lungo sospiro.
<<Non sarebbe meglio chiamare qualcuno?>>proposi molto timidamente.
<<Se vuoi che tua madre si preoccupi e che perda subito il lavoro, accomodati pure>>rispose.Detestavo quando aveva ragione. Era stata un'idea stupida, ma l'unica in quel momento che poteva avere un senso logico.
<<Tua sorella ha la macchina?>>chiesi.
<<Mia sorella non sa nemmeno andare in bicicletta figuriamoci se sa guidare una macchina>>rispose divertito.
<<Quindi... come pensi di tornare visto che dobbiamo portare quell'aggeggio con noi?>>chiesi.
<<L'unica soluzione è trainarlo>>rispose.Lo guardai allontanarsi nel punto in cui la donna ripartì con la sua piccola auto di un colore rosso acceso. Quando mi voltai, sentì il rumore fastidioso dei pezzi della moto grattare l'asfalto.
<<Aspetta...ti aiuto>>dissi, facendo un piccolo scatto verso Ian.
<<Spiegami un po' come mi potresti aiutare>>disse mentre raccoglieva gli ultimi pezzi.
<<Potrei portare questi>>risposi, mentre gli sfilavo i pezzi appena raccolti da quelle mani morbide e lisce.
<<E hai intenzione di farti tutta la strada a piedi?>>chiese incredulo. <<Perché c'è qualche problema?>>chiesi con un sorrisino. <<Veramente, sì>>rispose.
<<E quale sarebbe?>>chiesi successivamente.Non appena chiusi la bocca, lo trovai ad un centimetro da me.
<<Non posso lasciartelo fare>>rispose.
<<Perché no?>>ribattei con voce tremante.
<<Perché sennò dimagrisci e poi non posso più prenderti in giro>>rispose.Dopo aver colto il significato di quelle parole, mi resi conto che il momento "perfetto" che si era creato quelle parole erano riuscite a distruggerlo.
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XYO
FantasyUna storia che racconta un'amore senza limiti, ma solo il destino deciderà se il loro amore sarà la loro salvezza o la loro rovina.