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Il giorno seguente feci le mie solite faccende mattutine e ogni tanto davo una sbirciata al computer per l'atteso messaggio di Jason.
Fox come al solito era tranquillo, ma anche molto affamato tanto da mangiarmi quasi l'intera scorta di carne che avevamo comprato io e mamma.
Dopo avergli cucinato una magnifica colazione andai in salotto, mi rilassai sul divano con la testa appoggiata sui morbidi cuscini e la volpe mi raggiunse non appena ebbe finito quella prelibatezza.

Distinto iniziai a riflettere su quello che successe ieri sera, dopo che Jason se n'era andato.

Forse era stata solo la mia immaginazione, oppure era successo davvero?

Ero davvero sicura di aver chiuso la porta dentrata a chiave, ma comè entrato il ragazzo?

Avevo troppe domande, l'unica cosa che potevo fare era denunciare l'accaduto, ma cosa avrei potuto dire se non che l'estraneo si era introdotto in casa, mi aveva baciata, ma non aveva rubato assolutamente niente?

<<Almeno non è successo nulla di grave, a parte quel bacio>> dissi a voce alta con le mani posate dietro alla nuca.

Ripensando al contatto delle nostre labbra, mi sono sentita morire e riuscivo ad immaginarmelo come se stesse accadendo davvero.

Chiunque fosse, aveva delle labbra morbide e magnifiche.

Dato che quella mattina non avevo voglia di pensare più di tanto, diedi un'occhiata al vialetto e come pensavo le piante avevano bisogno di essere innaffiate.

Fare giardinaggio era una delle mie passioni preferite; me l'aveva insegnato mia madre quando ero piccola e da quel giorno me ne sono innamorata perdutamente.

Fox, con tutta la sua calma mi aveva raggiunto e mi fissava come se volesse andare fuori a prendere aria.

<<Va bene, ma fammi andare a prendere la pompa per innaffiare >>dissi mentre lasciavo la stanza per andare in sgabuzzino.

Aprii la porta e uscimmo sotto il sole cocente.

Quella mattina fu la più calda di tutte, perché rientravo casa ogni minuto per bere un sorso d'acqua fresca.

All'inizio, pensavo che Fox volesse uscire per scappare, invece, quando uscimmo si sedette sulla veranda e rimase lì tutto il tempo a fare i suoi beati pisolini.

Innaffiai per prime le rose rosse, vicino ad essere c'era una grandissima pianta di ortensie e un'altra di lavanda. In quel piccolo angolino c'era un profumo sensazionale che non avevo mai sentito prima.  

<<Ora fai anche la giardiniera?>>, alzai il capo e vidi Ian davanti a me.

Indossava come al solito, una delle sue magliette super attillate, ma al posto dei jeans lunghi quel giorno aveva deciso di indossarne un paio corti.

Dopo quello che era successo ieri sera, non avevo nessuna voglia di vederlo.

<<Ascolta, volevo dirti che mi dispiace per tutte le cose che ho detto ieri>>, disse non vedendomi spiaccicare nemmeno una parola. <<Ero davvero arrabbiato e non so cosa mi sia preso>> proseguii.

In quel momento ero talmente di ghiaccio che nemmeno il sole a quella temperatura riusciva a sciogliermi.

Continuava a fissarmi speranzoso che dicessi qualcosa, ma non gli diedi alcuna soddisfazione; anche se un po' mi dispiaceva, perché non era un genere di comportamento che mi piaceva adottare.

Gli voltai le spalle e mi avviai verso casa come se niente fosse.

<<Aspetta! Ti prego Lia!>> disse urlando.

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