Prologo

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Un boato si diffuse nella stanza.

La bambina dai capelli neri e dagli occhi verdi di 6 anni si alzò di scatto dal letto , immersa nell' oscurità, la luce della luna, che a lei piaceva tanto, era inglobata dalle nuvole nere e cupe che comparivano il cielo.

Mise i suoi piedini caldi nel gelido pavimento e andò alla ricerca del padre, chiamandolo in continuazione, come faceva sempre quando si svegliava dopo un incubo.

"Papá! Papá!" Continuava ad urlare.

Una mano prese il suo esile braccio. La paura divenne parte integrande della piccola.

"Tesoro sono io calmati" 
Disse la lieve voce del padre

"Papá dove siamo? Perchè non vedo niente? "

"Siamo a casa nostra, non ho tempo per spiegare. Va,  dalla la mamma dietro l'angolo e mettetevi al sicuro"

Un altro rumore, uno sparo, due spari , tre spari.

"Papá ho paura non vedo niente, ci sono forti rumori, cosa sono?"

"Lo so bambina mia...lo so. Ma ora devi andare, non è sicuro ."

"E tu? Cosa farai? Vieni con me!" Ormai la bambina era scoppiata a piangere, le lacrime rigavano il suo delicato viso.

"Non pensare a me, pensa alla tua vita, metti le mani sul muro e cammina avanti ,senza mai staccarti da esso, quando avrai svoltato l'angolo troverai tua madre che ti aspetta. Quando sarai grande capirai tutto. Un giorno ci rivedremo piccola te lo prometto."

Con le sue mani cercò il viso della bambina e quando lo trovò gli schiocco un bacio sulla fronte.

Mise delicatamente le mani della bambina verso il muro così lei potesse orientarsi.

"Avanti e poi gira ok? "

Anche se non poteva vederlo lei annuí.

"Ricorda figlia mia ,si vive una volta sola , ma se vissuta bene una volta sola è abbastanza. Aiuta gli altri con il tuo dono, sfruttalo, non fare come ho fatto io."

E fu così che quelle, furono le ultime parole del padre, che la bambina avrebbe ascoltato.

~~~

"Mamma!"

"Oddio per fortuna stai bene, su entra veloce"

La donna aveva in mano una torcia che lampeggiava a causa delle batterie quasi scariche. Voleva far entrare la bambina in un porta vivande che portava al primo piano in cucina, vecchio e impolverato.  Un'altro sparo. Entrambe sussultarono.
" Tu non entri con me? "

"No piccola, è troppo piccolo a malapena ci stai tu"

"No! No mamma ,sarò da sola!"

"Lo so, ma è l'unico modo"

La voce tremava, stringeva forte sua figlia, e quando un'altro sparo , si diffuse, lasciò la bambina e la mise dentro il piccolo ascensore.

"Stai qui fino a che qualcuno verrà ad aiutarti. Chiaro?"

"Si mamma" disse la bambina , con i capelli attaccati al viso a causa del sudore e delle lacrime che le rigavano il viso.

"Ti voglio bene , sei una bambina forte"

La donna chiuse lo sportello, nessuno gli asciugò le lacrime, allora lo fece lei ,in uno stretto portavivande, da sola , al buio. 

~~~

Non sa quanto tempo è passato, giorni? Ore ? Minuti? Secondi? Non lo sa. Sa solo che non riusciva a resistere lì dentro e cosi, da cocciuta che è, aprí il piccolo sportello che la teneva lontano dal pericolo. Gli spari erano cessati, l'unica cosa che sentiva era il suo respiro, i suoi singhiozzi e i suoi passi che calpestavano oggetti frantumati, fino a che una voce si fece spazio nel silenzio.

" Qui pattuglia numero 23. nella sala nord della casa degli Watson c'è stata una sparatoria esattamente 17 minuti fa, richiedo rinforzi e una ambulanza, una ferito, due soggetti non trovati"

La bambina ricordò le parole della madre. Qualcuno è arrivato per aiutala, la polizia nei cartoni aiutava e persone no? Pensò, uscendo allo scoperto.

L'uomo con una giacca nera un cappello da poliziotto con un distintivo dorato,  una cintura piena di cose che la bambina non distingueva ,la vide.
Dietro di lui c'erano altri uomini con la stessa uniforme che con delle torce illuminavano il viso della piccola che  chiuse gli occhi a causa della forte luce. 

"Mi correggo , un soggetto non trovato"   

Segreto di una notte. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora