capitolo 8

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John' pov

Non riesco a concentrarmi . Questa mattina in lontananza ho visto quella ragazza...almeno credo.

Era troppo lontana e non riuscivo a capire se era lei o no, ma le assomigliava.

Melissa ha iniziato a schioccare le dita davanti alla mia faccia e vedendomi concentrato nel capire se fosse lei si girò a guardare nella mia direzione . Minchia senza le lenti non vedo nulla, sta mattina ero in ritardo e mi sono dimenticato di metterle.

La campanella suona e Melissa mi dà un bacio a fior di labbra prima di seguire le sue amiche/ oche.

Non è la mia ragazza ma con lei mi diverto , e penso anche anche lei la pensi cosí.

Mi guardo in giro ma la ragazza è sparita in mezzo agli altri ragazzi.

~~~
Al suono della campanella mi dirigo verso le macchinette per prendere la mia solita acqua frizzante.

Mi avvicino e ormai non c'è quasi nessuno dato che tra pochi minuti suona.la maggior parte del tempo ho dovuta passarla in classe a copiare i compiti di Poesia. È uno dei corsi che frequento da molto tempo e mi piace , solo che ieri non ho avuto voglia di farli.

Noto una ragazza dai capelli neri di spalle che impreca. Guardo la macchinetta e noto una merendina incastrata.

Tira un calcio alla macchinetta e inizia a maledire tutti i santi. Divertito mi avvicino alla macchinetta e do un calcio al lato sinistro, molto più forte del suo. Queste macchinette sono così, questione di abitudine.

La ragazza si accuccia per prendere il cioccolato e una volta in  piedi si gira verso di me. 

Il fiato mi muore in gola appena vedo due occhi verdi ... Quegli occhi verdi,che si scontrano con i miei marroni. Le guardo immediatamente la guancia dove è presente un piccolo cerotto del colore della sua pelle.

è lei..

"Potevo fare da sola"

"Non sai ringraziare?"

"Ripeto. Potevo farcela da sola" e se ne va dandomi una spallata.
Pensavo fosse più gentile cazzo.
~~~

Hanna's pov.

Me ne vado dandogli una spallata. Forse sono stata un po' troppo stronza ma non me ne frega più la gente, più mi stanno lontano meglio è per tutti. 

Quando mi ha guardato sembrava quasi essere stato colto alla sprovvista , non so perché, ma l'ho notato.

Addento la mia barretta al cioccolato e la campanella suona. Guardo l'orario e ho poesia. Secondo me è un corso abbastanza interessante, anche nella vecchia scuola ne facevo parte.

Entro nella classe e sono una delle prime a quanto pare.

Mi siedo ovviamente in fondo e la gente inizia ad entrare posizionandosi nei banchi. L'aula non è molto grande e avrà una decina di banchi. Forse non è un corso che frequentano molti ragazzi.

Tutti ti siedono e faccio capire ad alcuni che volevano sedersi vicino a me che non gli avrei lasciti mettersi li mettendo lo zaino sopra la sedia affianco a me.

Il professore entra e ci saluta. 
dopo circa cinque minuti la porta si spalanca improvvisamente mostrando un ragazzo con il fiatone che saluta il prof.

"John Harrison è in ritardo il primo giorno di scuola. Le sembra il caso?"

"Scusi scusi"

"Va a sederti "
Il suo sguardo vaga per tutta la classe fino a che il suo sguardo non incontra il mio. Bhe? cChe ha da guardare?

Segreto di una notte. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora