Caccia -parte prima-

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Perso in lontani pensieri, Keros osservava il paesaggio. In groppa ad una veloce creatura infernale, inseguiva anime erranti assieme a Lucifero. Il vento soffiava con insistenza e faceva lacrimare gli occhi al giovane, che si chiedeva come facesse il re a rimanere impassibile. In quella zona dell'Inferno, l'odore di zolfo era lievemente più pungente e non vi sorgevano città. Era il terreno ideale per liberare qualche anima per poi inseguirla, in un sadico gioco punitivo.

"Adoro quando strillano" ghignò Lucifero, dopo aver trafitto una preda con il suo arco.

Ovviamente le anime non morivano, ma soffrivano terribilmente e lanciavano grida agghiaccianti. A Keros non facevano minimamente pietà, perché sapeva che la loro permanenza agli inferi era determinata da condotte esecrabili in vita. Anche lui, risvegliato dai pensieri da quello strillo, tese il suo arco e colpì un'errante, con un sorriso divertito.

"Pensavo ti fossi incantato" lo stuzzicò il re "Cos'è che ti fa distrarre tanto?".

Keros non rispose. Non sapeva cosa dire. La sua vita, dopotutto, non poteva considerarla di certo brutta. Stava studiando per diventare un tentatore e procacciatore di anime, e questo gli permetteva di gironzolare per il mondo umano piuttosto a lungo, come apprendista del suo maestro. Imparava le lingue umane, che doveva conoscere alla perfezione per potersi relazionare con loro, ed i loro costumi. Nel mondo dei demoni trascorreva il tempo fra caccia, feste di palazzo ed incontri occasionali. Doveva essere felice, ma a volte si lasciava sfuggire un sospiro, dovuto da non sapeva dire che cosa.

"Cosa tiene così impegnata la tua testolina color ciliegia?" continuò Lucifero, dopo aver scoccato un'altra freccia contro un'anima.

"Niente di particolare" alzò le spalle Keros, con una strana voce altalenante dovuta alla pubertà.

"Non raccontarmi cazzate" gli sibilò il re, accigliandosi leggermente.

"Niente di particolare, davvero".

"Ok... Va bene. Sono poco convinto, ma non insisto. Piuttosto... Come va l'addestramento con Mefistofele?".

"Dovresti chiederlo a lui. Io non so giudicarmi da solo".

"Lo sto chiedendo a te. Ti diverti? È quel che ti piace?".

"Sì. Direi di sì. Perché?".

"Hai sempre quella faccia strana. Come se ti mancasse qualcosa".

"Anche tu hai spesso quella faccia! Anche adesso".

"Keros... Quel che mi manca, nel mio caso, sono le ferie".

Entrambi risero. Poi il giovane colpì un'altra anima, che lanciò un grido acuto e straziante.

"Però..." riprese Lucifero, dopo un po' "...in effetti ci sono un paio di cose a cui sto pensando".

"Tipo ricordarti il nome di quelle tre con cui sei stato ieri notte?" ghignò Keros, spronando la sua cavalcatura ad accelerare per raggiungere un gruppo di anime in fuga.

"Dei nomi poco mi importa" si lasciò sfuggire un sorriso il re "Pensavo al fatto che ci sono un paio di faccende di cui vorrei discutere con te. Fra un'anima ed un'altra".

"Parla pure. Ti ascolto".

"Per prima cosa... mi chiedevo se non fosse il caso di parlare di famiglia. Intendo dire che sei abbastanza grande per sapere chi sia tuo padre".

"Tu sei mio padre".

"Sai che non è così".

"Sì, invece. Mi hai cresciuto. Sei tu mio padre. Ne avevamo già parlato".

Keros  ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora