Conflitti

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Keros era molto indeciso sul da farsi. Ora aveva un segreto molto interessante fra le mani però non sapeva come gestirlo. Svelare la verità ad Alukah lo avrebbe reso felice? Sapere di avere un discendente di sangue umano lo avrebbe rallegrato o turbato? E se poi Ary fosse stato in pericolo, una volta scoperta la realtà? Gli angeli gli avrebbero dato la caccia?
“Che devo fare?” si chiese.
Decise che si sarebbe consultato con altri mezzosangue alle grotte, lì forse avrebbero compreso meglio i diversi punti di vista.

 
L'Inferno era in festa. Lucifero, seduto al suo solito posto, era pensieroso e poco concentrato sul lavoro. Fuori i demoni ridevano, festeggiando la notizia del nuovo principe appena nato. Lilith, come sempre attenta agli umori del sovrano, sedette sulla scrivania dell'ufficio, proprio di fronte al Diavolo, ed incrociò le gambe. L'abito rosso cupo che indossava si scostò e mostrò molto più del dovuto.
“A che pensate, maestà?” mormorò la Succubus.
“A tante cose. Sono indeciso sulla decisione da prendere" ammise il re.
“Riguardo a cosa?”.
“All'erede. E a sua madre".
“Lo supponevo. Sto già organizzando al meglio tutto quanto per loro".
“In che senso?”.
“Pensavo che venissero a vivere qui, no?”.
“È quello su cui stavo riflettendo…”.
“Non capisco… volete lasciarli vivere nel mondo umano?”.
“Devo ancora decidere".
“Cosa provoca tanta indecisione? Lei ha ceduto a voi la sua anima, appartiene all'Inferno, e il bambino è chiaramente un demone! Questo è il luogo per loro!”.
“Non so. Non è un posto così allegro dove vivere…”.
“Ma sono demoni! Lei lo sarà di certo diventata dopo aver concepito un piccolo diavolo! Senza contare la promessa che avete fatto al regno! Tutti aspettano di vedere la regina!”.
“Regina?!”.
“Sì….”.
“Hai ragione. Colei che mi darà un erede, sarà la mia sposa. L'ho promesso. Ma dici sia possibile? È un umana…”.
“No, non lo è più. E penso che nessuno possa avere qualcosa da ridire, visto che è madre di vostro figlio".
“E tu? Tu cosa penseresti?”.
“Di vedervi sposato? Scelta vostra. Perché me lo chiedete?”.
“Mi sei sempre stata fedele. Non voglio che ti possa sentire in qualche modo lasciata da parte…”.
“Io odio anche solo il suono della parola Matrimonio. Figuriamoci se intendo in qualche modo essere gelosa di una donna sposata!”.
“Ovviamente i nostri momenti insieme non mancheranno…”.
“Se la sposa ne sarà lieta… Ad ogni modo, da donna, consiglio di parlare con la diretta interessata e poi decidere assieme. Sarò molto felice di organizzare un evento epico!”.
“Non avevo dubbi a riguardo”.

 
“Si è addormentato?” sussurrò Ary, sbirciando nella camera.
“Sì” sorrise Leonore.
“Ho preparato il tè. Ne vuoi?”.
“Si, grazie. Ma nel salottino, non vorrei che si svegliasse...”.
Il padrone di casa scese in cucina e portò su un vassoio con due tazze e la teiera fumante. Versò il tè mentre Leonore sedeva nel salottino ed insieme si concessero quella piccola pausa.
“Com'è essere la mamma di un piccolo demone? Ti stai abituando?” domandò Ary.
“Sono trascorsi solo pochi giorni e devo ammettere che no, non mi sono ancora abituata! Ma mi abituerò! Del resto… pure io non sono del tutto umana adesso!”.
“L'avevo notato".
“Davvero?”.
“Sì. Hai qualcosa di diverso. E spero che tutto questo ti renda felice”.
“Molto. Anche se…”.
“Se…?”.
“Non so se potrò restare a lungo nel mondo umano. Lo capisci? La cosa mi rattrista, anche per te”.
“Non devi pensare a me!”.
“Ma tu mi stai aiutando moltissimo, e lo hai sempre fatto anche in passato. Sei mio amico e lasciarti qui da solo…”.
“Sono un adulto. Devi pensare a quel che è meglio per te e per il bambino. Insomma… è il figlio di Satana! In un certo senso… hai partorito l'Anticristo!”.
“Che stupidaggine…”.
“Può darsi…”.
“Sai… per un po' avevo pensato di chiamarlo come te".
“E poi, grazie a tutte le divinità esistenti, hai cambiato idea. Meno male!”.
Leonore rise ed anche Ary, lasciando cadere qualche goccia di tè sul tavolo.
“Espero è un nome stupendo" aggiunse il mortale “Molto adatto".
“Grazie. E grazie per il tè. Ora me ne vado a letto. Buonanotte!”.
“Notte! Io torno al lavoro di sotto. Se serve, chiamami. Andrò a letto fra molte ore, mi sa!”.
“Cerca di non chiedere troppo a te stesso, Ary… A domani!”.
“Sogni d'oro".
“Finché il piccolo non si sveglia…”.
L'umano tornò davanti al computer e riprese il suo lavoro. Sospirò, quando il proprio sguardo si posò sul libro antico che stava traducendo assieme a Keros. Quanto sentiva la mancanza del mezzodemone!

Keros  ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora