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Leonore camminava distrattamente lungo il parco che attraversava il centro città. Il vento faceva volare foglie multicolore, le ultime che ancora erano rimaste tenacemente attaccate ai rami degli alberi. Aveva appena sostenuto l'ennesimo colloquio ed incrociava le dita, sperando che finalmente fosse la volta buona. Nel frattempo, si era segnata altri annunci in agenda. Chiuse i bottoni del cappotto, provando un po' di freddo. Aveva qualche ora libera ed era lieta di vedere il suo appuntamento già seduto sulla panchina, con il viso rivolto alle nuvole. Lei sorrise ed affrettò il passo. Lui, notandola, si alzò cavallerescamente in piedi.

"Sono in ritardo?" domandò Leonore.

"Affatto!" la rassicurò Lucifero "Ero qui solo da qualche minuto. Ora dimmi... che vuoi fare?".

"Se non ti dispiace, vorrei restare un po' seduta qui. È tutta la mattina che corro qua e là".

"Prego. Come preferisci".

Lei sedette, poggiando la borsa. Poi sollevò la testa e fissò il cielo.

"Che belle le nuvole" sospirò "Devono essere molto soffici"

"In realtà non lo sono per niente. Ma lo sembrano"

"Che cosa ci vedi?".

"Dove?".

"Nelle nuvole. Che forma vedi in quella nuvola lì?".

Lui seguì il dito della mortale e fissò la nuvola qualche istante.

"Un criceto infilato in una melanzana" ammise.

"Un... cosa?".

"Perché? Tu cosa ci vedi?".

"Un albero".

"Oh... decisamente una cosa più normale"

"Senti... questa mattina, tuo fratello è venuto a parlarmi".

"Mio fratello? Quale? Ne ho tanti...".

"Quello che era a casa quel giorno. Il padre di Ciliegia".

"Il fratello rompicoglioni, ho capito. E che ti ha detto?".

"Mi ha messo in guardia da te".

"E che hai risposto?".

"Che sono affari miei".

"Ottimo...".

"Ma perché lo ha fatto? Intendo dire... Ciliegia è un demone, giusto? Ed anche suo padre, no? Allora perché agisce contro di te?".

"La situazione è complessa e non mi va di discuterne. Piuttosto... avrei un discorso molto ma molto serio da fare con te".

"Del tipo...?".

"Del tipo: so che cosa desideri. E so come fartelo ottenere, se vuoi. Non posso obbligati, ovviamente, ma vorrei tu riflettessi sul fatto che io sono il re dei demoni e posso far realizzare i tuoi sogni".

"I miei sogni... intendi...?".

"Intendo un bambino. Non è ciò che più desideri?".

"Sì. Ma come...?".

"Ti capisco. Anche io ho provato lo stesso desiderio per millenni. Invano. Il mio piccolo Ciliegia è il mio tesoro più prezioso".

"E come si può fare? Cioè... dagli ultimi esami che ho fatto, pare che nemmeno per il mio corpo sia tanto semplice...".

"Io ho un potere. Notevole. Basterà un rituale. Un pochino complesso, ma fattibile".

"E poi?".

Keros  ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora