Piani

24 0 0
                                    


Lo sguardo di Nasfer era basso. Seduto su una sedia, fissava il camino acceso. Suo padre Keros era in piedi, con le mani dietro la schiena e gli occhi che brillavano alla luce delle fiamme. Entrambi in silenzio, non si guardavano.

“Verrò punito?” esordì, d’un tratto, Nasfer.

“Dovresti” sospirò Keros “Ma no. Non questa volta. Voglio solo assicurarmi che tu abbia ben chiaro alcuni rischi che corri”.

“Ma certo, è tutto ben chiaro. Fammi la predica e lasciami tornare alle mie faccende. Il mio maestro mi aspetta…”.

“Predica? Sei forse un bambino?”.

“No, ma non credo tu voglia fare altro. Giusto? Vorrai spiegarmi i pericoli che corro per colpa degli angeli, il rischio che lei cada per colpa della mia vicinanza e cose simili”.

“Vorrei. Ma tanto non ascolteresti. Dico bene?”.

Nasfer alzò gli occhi, perplesso. Keros si era avvicinato al fuoco e ci stava giocherellando con una mano, che si riempì di disegni blu.

“Non dovrei vederla più secondo te, vero?” domandò il giovane, scostandosi i capelli dal viso.

“Sinceramente? Ho paura. Paura di scoprire come potrebbero reagire gli angeli e paura di quel che potrebbe succede ad entrambi. Io ho rischiato la vita per una collana, capisci? Per una stupida collana, Mihael mi ha quasi ucciso. E forse mi avrebbe ucciso davvero, se non fossi riuscito a fuggire…”.

“È per questo che hai rinunciato ad essere te stesso?”.

“Di che parli?”.

“Le ali. Io me le ricordo le tue ali. Le mostravi sempre, una volta. Ora non più. È come se volessi celare in tutti i modi il tuo lato angelico. Perché?”.

“Perché ho compiuto la mia scelta. Vivo all’Inferno e all’Inferno vivono i demoni. Inoltre sono il maestro del principe ereditario e devo dimostrare di esserne degno, di essere il migliore. A volte non è facile ma, credimi, mi ha semplificato l’esistenza. Dopo la scorsa guerra, più nessuno si è rivolto a me come il figlio dell’angelo. Io sono un demone, sono in guerra contro gli angeli”.

“Ma… non sembrava fosse quello ciò che volevi insegnarmi quando ero più piccolo”.

“Speravo davvero che si potesse creare una realtà diversa, in cui gli scontri non fossero necessari. Ma sognavo. Erano le illusioni di un giovane testardo e non l’ho capito fino a quando non mi sono trovato ad un passo dalla fine. Non voglio che ti capiti lo stesso”.

“Suppongo che mi sarà vietato attraversare di nuovo il portale…”.

“No. Quello varrà per Espero, che è molto più a rischio di te. Io a te non vieto nulla, consapevole del fatto che tanto faresti tutto di testa tua. Ti consiglio però caldamente di riflettere. Gli Inferi non sono il posto di Sophia e se dovesse cadere non so quanto tempo potrebbe sopravvivervi. È un’anima pura, potrebbe perfino accettare di divenire un demone pur di seguirti. Ma ne soffrirebbe terribilmente”.

“E tu cosa ne sai? Magari qui potrebbe essere felice! In molti sono caduti e ora sono felici”.

“E quanti lo sono e ancora soffrono? Sophia l’ho affidata io al Cielo, ricordi? Qui non sarebbe sopravvissuta. Se ci fosse stata anche solo una possibilità, credi che l’avrei separata da me e dal resto della famiglia? Tu sei un demone puro, sei abituato all’afflizione di questo luogo. Sei abituato alle urla delle anime, al dolore, alle guerre… ci sei nato nel mezzo, sei parte di esso. Ma lei non è come te. Lei prova pietà, empatia, compassione… Lei è nata per stare nella luce, non per versare lacrime nelle tenere. E se tu le vuoi bene, o addirittura la ami, dovresti evitarle certe esperienze”.

Keros  ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora