Apocalisse

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La tromba di Gabriel risuonava nel cielo, gli eserciti nemici si erano schierati ed erano pronti alla battaglia. Attendevano quel giorno da millenni, dai tempi della prima caduta, ed ora era giunto il momento. Alcuni erano increduli, si guardavano attorno senza troppa convinzione, mentre altri sembravano non aspettare altro. Le armature e le armi scintillavano, mentre il cielo si scuriva.

“Fai ancora in tempo a fermare tutto, fratello” mormorò Mihael.

“Non ho intenzione di farlo” rispose Lucifero.

I due erano a pochi centimetri di distanza e l’inizio del loro scontro decretò anche l’inizio dell’intera battaglia. Si alzò un grido e le due fazioni si attaccarono, in un turbinio di ali e scintille.

Espero lottava fieramente accanto al padre, senza alcun timore. Nasfer, in principio titubante, provava una forte rabbia dentro di sé. Gli angeli avevano ucciso suo padre e lui si doveva vendicare! Così dimenticò tutti i pensieri fatti con Sophia, sulla pace e sulla convivenza fra popoli, e lottò con ferocia. Si stupì quando davanti si ritrovò gli occhi azzurri della sorella angelica. Indossava l’armatura, era coperta in parte da un elmo, ma quello sguardo lo avrebbe riconosciuto ovunque!

“Smettila di combattere!” lo supplicò Sophia.

“Come puoi chiedermelo? Nostro padre è morto!” ringhiò Nasfer, minacciandola con la spada.

“Nostro padre è vivo. È imprigionato, ma è vivo! Ti prego, aiutami a fermare questa follia!”.

“E come?!”.

“Vieni con me!”.

La ragazza lo prese per mano e insieme si allontanarono dalla battaglia.

 
La tromba di Gabriel svegliò Keros di soprassalto. Si guardò attorno, accecato dall’eccessivo bianco e dalla potenza della luce di quel luogo. Sentiva molte voci, concitate ed agitate, e passi svelti. La tromba riecheggiò di nuovo e fece vibrare le pareti. Il mezzodemone tentò di uscire da quella stanza vuota ma la porta era chiusa dall’esterno.

“Dove sono? Qualcuno mi sente?” chiamò il prigioniero.

Non era più stanco e nemmeno ferito. Riconosceva il tocco degli angeli guaritori, quasi sicuramente di Raphael. Ma per quale motivo si trovava lì? Non ricordava molto, se non che stava tentando di far ragionare i suoi allievi. Chiamò ancora ma il frastuono esterno copriva la sua voce.

“Ma che succede?!”.

Capì che doveva tentare di uscire da solo ed evocò il fuoco fra le mani. Questi però si spense appena accostato all’ingresso. Che altra tecnica poteva usare? Pareva brutto sfondare la porta a calci…

 
Tutto crollava. Palazzi, città, edifici di ogni tipo. Al passaggio degli eserciti, tutto ciò che l’Uomo aveva creato stava gradatamente svanendo, fra polvere e macerie. Si udivano grida, di feriti e fuggitivi, poi più nulla. Raphael rabbrividiva dinnanzi a quello spettacolo, rimanendo al sicuro in Cielo. Vide Sophia per mano a Nasfer, mentre correva veloce fra le strade della città paradisiaca. Ma dove pensava di andare? Fortunatamente tutti i soldati erano impegnati in guerra o quel giovane sarebbe già stato ucciso! Intuì dove volessero andare e l’Arcangelo decise di precederli, incamminandosi svelto lungo il sentiero che in pochi conoscevano. Quasi scivolando sull’argento della strada, raggiunse l’edificio in cui Keros era stato rinchiuso. Non si trattava di una prigione, in Paradiso non era previsto nulla di simile, bensì di una casa angelica priva di arredamento e con le uscite sprangate.

“Papà!” chiamò Sophia “Papà, ti sei svegliato?”.

“Sophia!” rispose subito Keros “Che succede? Perché le trombe? E dove sono?”.

Keros  ☆completa☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora