Capitolo 2-🌱Prima impressione🌱

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"Sei stata davvero grande Aki!" Esclamò Kyiomi saltellando per il corridoio, ormai completamente vuoto. Akira non rispose, continuando a camminare. Le faceva male la testa.
"Hey... lo senti anche tu...?" Le chiese Akira, poi rimanendo in silenzio. In effetti qualcosa Kyiomi la sentiva. Erano voci soffuse, provenienti dalla classe proprio accanto a loro.
Kyiomi sbirciò dalla porta socchiusa, seguita a ruota da Akira che la aprì un po' di più per facilitare la visuale.

"....visto che sono un perfezionista, voglio che anche un fifone come te mantenga una certa dignità..." Disse il ragazzo gettando qualcosa dalla finestra.

"Ma che...?" Sussurrò Kyiomi senza farsi sentire. Quattro ragazzi, tre dei quali erano intorno al quarto.
Stava parlando quello al centro, dai capelli biondo cenere e sparati di qua e di là senza un ordine preciso.

"...perciò sappi..." continuò il biondo poggiando una mano sulla spalla del quarto ragazzo più basso e minuto, con i capelli scompigliati.

"... che puoi anche scordarti di riuscire a passare l'esame d'ammissione della Yuuei, sporco nerd!" Detto ciò i tre ragazzi si avviarono verso la porta, lasciando il quarto impalato al suo posto. "Cazzarola! Vieni qui Aki!" Esclamò a bassa voce Kyiomi tirando l'amica per un braccio. Si misero vicino alla porta, ma poi sentirono la voce del biondo rivolto al ragazzo con i capelli scompigliati.
"Forse c'è un modo, se vuoi davvero diventare un eroe..."
Le due ragazze tesero le orecchie per ascoltare le parole del ragazzo.
"Prova a buttarti da un tetto, sperando con tutto te stesso di avere un qualche briciolo di unicità nella prossima vita!"
Akira e Nishimiha si guardarono, completamente stupite da tanta cattiveria. I tre ragazzi uscirono dalla classe. Akira fece un passo verso di loro ma Kyiomi la fermò per un braccio facendo di no con la testa. "Non ti immischiare, fidati. Quello è pericoloso." Lei guardò l'amica negli occhi, poi annuì, interdetta; però doveva fare qualcosa, non poteva starsene lì con le mani in mano.
Una volta uscite dalla struttura Akira fece andare avanti Kyiomi. "Tu vai avanti, io ti raggiungo alla fermata!"

Akira guardò le finestre della scuola, poi guardò in basso calcolando dove l'oggetto che quel ragazzo così maleducato aveva lanciato fuori dalla finestra fosse caduto. Andò in quella direzione, ritrovandosi vicino allo stagno, dove dei pesci stavano cercando di mangiare qualcosa... un quaderno. Un quaderno tutto bruciacchiato e sgualcito dall'acqua. "'Analisi degli eroi in vista del futuro'? Wow questo ragazzo deve essere un vero e proprio otaku."
Detto questo Akira cominciò a fissare il quaderno, concentrandosi. "Posso farcela."

"Stupidi. Se mi fossi buttato da un tetto sarebbe stata istigazione al suicidio. Stupidi." Sussurrò Midoriya dirigendosi verso il posto in cui di sicuro era caduto il suo amato quaderno.
"Hey." Disse all'improvviso una voce davanti a lui. Midoriya alzò lo sguardo, sussultò e poi arrossì quando si rese conto di avere davanti una ragazza.
"H-hey...!" Era una bella ragazza, con i capelli castani, lunghissimi e mossi che le ricadevano sulle spalle e grandi e profondi occhi color oltreoceano che lo scrutavano. "Stai bene?" Chiese lei, imperturbabile. Midoriya annuì allora lei cominciò a parlare. "Ho assistito alla scena di prima, nella tua classe presumo, e visto che non potevo restarmene con le mani in mano ho voluto aiutarti." Detto questo tirò fuori da dietro la schiena il suo quaderno, senza neanche un graffio o qualche sgualcitura. "M-ma... è il mio quaderno! C-come hai fatto? È il tuo quirk??" Esclamò felice lui, girandoselo tra le mani. Lei annuì. "Riesco a controllare e manipolare la materia a mio piacimento. Tutto ciò che controllo non ritorna al suo stato originale a meno che non lo voglia io." Spiegò lei sotto lo sguardo attento di Midoriya che mentre scriveva con una penna tirata fuori da chissà dove sul suo quaderno, borbottando. "Wow, il tuo quirk è potentissimo! Ha anche effetti collaterali?" Chiese di nuovo. Akira ci pensò su. Era davvero una buona idea rivelargli tutte quelle cose sul suo quirk? Non sembrava tipo da entrare alla Yuuei, quindi forse non c'era niente di male.
"Beh, dal momento che il mio quirk si attiva con lo sguardo, se lo uso troppo la mia testa ne risente."
Lui annuì mentre lo appuntava, sempre borbottando parole che solo lui riusciva a comprendere.
"Perché borbotti?" Chiese lei, stranita. Midoriya arrossì, mentre gesticolava con le mani. "B-beh è una cosa che faccio i-involontariamente!" Poi si coprì la faccia con le mani.
"Comunque, si sta facendo tardi e la mia amica mi sta aspettando alla stazione." Midoriya annuì. "C-certo! Allora c-ci si vede eh?" Esclamò lui rosso come un peperone. Akira annuì e lo salutò con un cenno della mano.
"Aspetta, io sono Akira Mei. Tu sei...?"

"M-midoriya! Midoriya Izuku!"
Akira annuì. "Allora, a domani, Midoriya."
Detto questo si salutarono prendendo ognuno la propria strada.

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