Capitolo 11

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Questa settimana abbiamo molte interrogazioni e anche una prova individuale di recitazione e sono molto in ansia, infatti stamattina mi sono alzata molto presto per ripassare.
"Non sei in ansia per la prova?"chiedo a Fede mentre andiamo a scuola.
"Si molto"
La prova è andata benissimo il prof mi ha fatto i complimenti e mi ha messo un otto e mezzo, sono felicissima di poter finalmente fare quello che ho sempre sognato,recitare.
È passato un altro mese e mezzo, siamo a metà Aprile mancano gli ultimi mesi ed è finito anche questo anno. Io e i ragazzi ormai siamo migliori amici, sono molto contenta di essere venuta qua, non credevo che l'avrei mai pensato.
"Allora come l'ho detto?Cami ma mi stai ascoltando?"
"Eh...si sì...molto bene"
"Bho"
"No davvero lo hai detto bene come sempre"
Fede mi da una piccola spinta che però mi fa quasi cadere e poi scoppiamo a ridere.
Siamo sulla mia casetta sul l'albero, sdraiati a guardare il celo.
"Quella nuvola sembra un cane"dice Simo
"A me sembra più un orso"si oppone Ivan.
Dopo aver passato tutto il tempo sul loro dibattito su cosa fosse davvero quella nuvola, i ragazzi se ne vanno e rimaniamo solo io e Fede.
"Sei contenta per la recita che dovremmo fare a fine anno?"mi chiede.
"Si molto, ormai non vedo l'ora di recitare"
La scuola a fine anno per ogni corso organizza una rappresentazione finale sul tema dell'anno e quest'anno era il linguaggio, che è molto vicino alla recitazione.
"Anche io, questo corso mi è piaciuto molto"
"Anche a me"affermo sorridendo.
È domenica 21 aprile e io mamma e papà stiamo pranzando, oggi li vedo strani, molto silenziosi e meno allegri del solito.
"Cosa succede? Perché siete tristi?"domando osservandoli.
Papà dà uno sguardo alla mamma e poi inizia a parlare.
"Io e la mamma dobbiamo dirti una cosa."sposto il mio sguardo da lui alla mamma per poi tornare su di lui.
"Cosa?"rispondo preoccupata.
"La mia azienda non sta andando molto bene e io devo andarmene, dobbiamo trasferirci di nuovo, ma questa volta all'estero"
"Cosa?!"guardo la mamma.
"Mi dispiace Cami, ma io non lavoro e il lavoro di tuo padre ci serve e l'unico modo è andare all'estero"
"Ma...non c'è una soluzione per non partire?!"
"...no"
E a me non ci pensate, finalmente avevo trovato degli amici, ero felice, mamma le tue belle parole di qualche mese fa dove sono?"
Mi alzo dalla sedia e corre nella mia camera"Non ho più fame".
"Cami"sento mia madre chiamarmi.
Mi butto sul letto e inizio a piangere.
Perché proprio a me! Non potevo essere felice con i miei amici, io non voglio partire.

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