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Il teschio aerografato sul serbatoio della Harley Davidson Sportster 1200 Nightster sembrava ghignare all'asfalto bollente che si insinuava nella vastità del deserto, costellato di tanto in tanto da arbusti bassi e dall'aspetto pungente e qualche cactus. Il motore rombava, indisturbato. Emma guardò il contatore della benzina attraverso il vetro spesso degli occhiali. Era quasi in riserva. Tornò con calma ad osservare la strada. Un cartello lontano le indicò che l'ultimo distributore era a un miglio. Dopo, per cinquanta miglia, non c'era niente.
Accelerò e lo raggiunse in fretta. Aveva una sete schifosa. L'aria era bollente, quaranta gradi almeno. Aveva bisogno di una birra ghiacciata.
Fermò la moto davanti al distributore e riempì il serbatoio, poi la spostò nel parcheggio, insieme alle altre. Ammirò una Roadster custom e una Iron 1200 nuova di zecca, poi si soffermò ad osservare una Freewheeler modificata. Qualche chopper, un paio di Road King. Con un'espressione soddisfatta in viso entrò nel bar malconcio. Puzzava di benzina e sigarette, cuoio e ferro. Si slacciò la giacca di pelle blu e si avvicinò al bancone, ignorando le occhiate degli uomini seduti ai vari tavoli, rotondi e di legno consunto.




La giornata era abbastanza tranquilla, solo un paio di risse ma nulla di serio. Sapeva quelle cose a occhi chiusi, erano ormai cinque anni che gestiva il bar da sola. L'aveva eredito da suo padre, era praticamente cresciuta tra quelle quattro mura. Sulle pareti c'erano vari pezzi di moto, poster, disegni. Accanto al bancone una Harley.

Riempì due bicchieri di birra scura e li servì ai due motociclisti al bancone. Sentì la porta aprirsi e si girò ad osservare il nuovo arrivato. Fu sorpresa nel constatare fosse una donna, non erano molte quelle che si fermavano nel suo locale.
«Ti porto qualcosa?» disse passando lo stracciò sul ripiano.

Emma si avvicinò al bancone fino a poggiarci il piccolo casco a scodella e i gomiti.
«Una birra, ghiacciata. Grazie.» le sorrise. La osservò nel frattempo. Non era raro trovare una donna a servire in un bar per motociclisti, ma era raro trovarne una così bella. Dio, quella sembrava uscita da un film di Tarantino! Uno spettacolo che non esitò ad ammirare.

Roni le sorrise.
«Arriva subito.» Prese un boccale e lo riempì mentre guardava la sconosciuta. Era davvero bella. Niente a che vedere con le classiche motocicliste tatuate e androgine. Aveva un corpo snello, occhi verdi brillanti e lunghi capelli biondi. «Ecco a te.» le disse porgendole la birra. «Non ti ho mai vista da queste parti.»
«Grazie. Sono di passaggio, vado a est.» le spiegò prima di bere il primo sorso. Non era male. O forse aveva solo tanta, tanta sete.

«Bene. Un bel viaggio.» commentò servendo altri due clienti, che osservavano incuriositi la bionda. «Non avete mai visto una donna?»

Emma si voltò e li osservò a sua volta con divertimento. Tornò poi a concentrarsi su di lei.
«Non ne passano molte qui, eh?»

La mora si avvicinò a lei. «No effettivamente. E comunque non con il tuo aspetto.» disse facendole l'occhiolino.

Il sorriso di Emma si allargò.
«Hai una moto anche tu?» le chiese.

«Mi sembra ovvio.» rispose con un sorriso. «È parcheggiata qui fuori.»

«Qual è?» domandò sporgendosi sul bancone, curiosa.

«Prova a indovinare.» sorrise versandosi da bere.

Emma strinse appena le palpebre. Le lunghe ciglia scura mandarono ombre sugli zigomi alti. Ripensò alle moto che aveva visto, cercando di riflettere invece che continuare a pensare a quanto fosse dannatamente bella quella donna. La sua moto...
«La Roadster.» disse infine, sicura. Non aveva idea del perché, ma sentiva che era quella giusta.

«Abbiamo un vincitore.» esclamò l'altra, sorpresa «Il prossimo giro lo offre la casa.»

«Who-hoo!!!» Emma esultò alzando un pugno verso il soffitto. Alzò il boccale a mo' di brindisi e bevve un bel sorso prima di riappoggiarlo sul legno scuro.

Una risata uscì spontanea dalla sua bocca. Le preparò un altro boccale, di birra scura stavolta.
«Prova questa. Le bionde sono buone, ma le scure sono meglio.» commentò maliziosa.

Emma si scolò il primo boccale e afferrò l'altro. Ammiccò verso di lei.
«Adoro le scure.» sorrise prima di assaggiare la birra. Chiuse gli occhi e si leccò le labbra lentamente, per poi mordersi quello inferiore con un mugolio di piacere. «Milky Stout.» mormorò. Riaprì gli occhi su di lei. «Produzione artigianale?» le chiese.

L'altra osservò le sue labbra, la sua lingua. Era sexy. Non poteva negarlo.
«Indovinato di nuovo. Ne capisci di moto e di birre, sono meravigliata.»
«Abbastanza.» rispose l'altra, criptica. «Il bar è tuo?» chiese poi a tradimento.

«Sì, è mio. » confermò con orgoglio, osservando il locale con un sorriso. Emma sorrise con lei mentre la osservava.
«È un bel posto.» commentò.

«Grazie. È merito di mio padre, la maggior parte del lavoro l'ha fatta lui.»

«Come ti chiami?» le chiese la viaggiatrice dopo qualche secondo di silenzio.

«Roni. E tu?» ricambiò riavvicinandosi a lei dopo aver servito un cliente dall'altro lato del bancone.

«Emma.» replicò allungando la mano oltre il bancone.

Roni strinse la sua mano con un sorriso. Poi entrarono una decina di persone e si affrettò a servire anche loro.

Fire & GasolineWhere stories live. Discover now