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Emma si fece una doccia veloce e poi si rimise gli abiti del giorno prima. Uscì dall'appartamento e poi dal retro del bar, girò intorno alla costruzione e andò dritta alla sua moto. Il sole era già accecante, e il calore del deserto creava onde d'argento sull'asfalto. Prese le valigie dalla sella e le portò in casa per cambiarsi. Si cambiò l'intimo e indossò una canottiera verde acqua sopra ai jeans stretti, infilò gli stivali alla texana e inforcò gli occhiali da sole prima di prendere casco, mappa e chiavi e uscire di nuovo dalla casa. Salì in sella e, dopo un breve sguardo alla mappa, partì.

Il percorso non era difficile, non alla velocità a cui lo stava percorrendo. Era addirittura bello, panoramico. Ad un tratto alla sua destra c'era il deserto, un attimo dopo una radura e l'istante dopo ancora un boschetto dal terreno arido, ma rigoglioso. Rallentò fino a fermarsi, aguzzando la vista. Spense la moto per cercare di capire se il rumore lo aveva sentito davvero o se fosse stato solo un parto della sua immaginazione. Sorrise. Scese dalla moto e, attenta ai serpenti, camminò fra gli sterpi fino a raggiungere il paradiso: una piccola cascata che alimentava un laghetto dall'acqua limpida. 

«Ma tu guarda...» commentò tra sé, il sorriso sul volto.

Rimase lì per un po'. Fece qualche foto con il cellulare, addirittura un selfie. Poi, quando il caldo iniziò a diventare quasi insopportabile, rimontò in sella e tornò al bar di Roni. Salì le scale di legno scuro che portavano all'appartamento a con falcate ampie, due gradini alla volta. Sorrise nel constatare che Roni era tornata.
«Hey! Com'è andata?»

La donna le sorrise. «Bene e tu? Dove sei stata?»

«C'è una cascata qui vicino e non mi hai detto niente?» la rimproverò con un sorriso.

«Non è stata più piacevole la sorpresa?»

Emma si tolse la giacca e gli occhiali e la raggiunse sul divano.
«Me la sarei potuta perdere! Anzi, me la sarei persa di sicuro se fossi andata più veloce!»

«Ti ci avrei portata, è uno dei miei posti preferiti.»

Gli occhi della bionda si illuminarono.
«Che aspetti?»

«A fare cosa?»

«A portarmici!»

«Vuoi tornarci adesso?»

«Se a te va...»

«Va bene, fammi solo mettere il costume.» Sparì in camera per tornare cinque minuti dopo.

Emma la guardò con un velo di imbarazzo sul viso, ma lo fece sparire immediatamente. Le sorrise.
«Io sono pronta.» disse soltanto.

«Andiamo.» Roni riprese la borsa e le chiavi. La seguì.

«Prendiamo la mia moto.»

Emma salì dietro di lei. Non esitò neanche per un secondo a posare le mani sui suoi fianchi.
«Non dico di no.» sorrise mentre si sistemava sulla sella. Roni sorrise mentre si infilava il casco a scodella rivestito di ecopelle marrone.

«Brava ragazza.»

Emma si strinse a lei. Roni guidava piano sulla strada bollente, si godeva il panorama almeno quanto lei. Si rilassò, godendosi il contatto con la donna, così familiare nonostante la conoscesse da neanche ventiquattrore, il vento caldo sul viso, il deserto che scorreva davanti ai suoi occhi, il rumore dolce e potente della moto di Roni.

«Ti piace?» la donna urlò per farsi sentire mentre seguiva la strada. Emma sorrise.
«È bellissimo!» esclamò con lo stesso tono, avvicinando la testa al suo casco per farsi sentire.

Fire & GasolineWhere stories live. Discover now