Roni non si aspettava di certo che Emma la portasse a casa sua. La donna era passata a prenderla a casa di sua sorella. Erano rimaste in silenzio per tutto il tragitto in moto. Quando aveva parcheggiato di fronte ad un palazzo, l'aveva guardata stupita. Emma le aveva sorriso, le aveva fatto strada fino al suo appartamento.
La casa era arredata con stile essenziale e pulito, con mobili in legno chiaro. Rispecchiava proprio Emma, a differenza sua che era confusionaria e metteva in ordina una volta alla settimana, se non era troppo stanca.
«Lo so che non è un ristorante di lusso ma...»
Gli occhi della barista si puntarono oltre la donna, sul piccolo terrazzo dove Emma aveva preparato una sorta di pic-nic con tanto di coperta, candele.
«Va benissimo, dovresti sapere che non sono il tipo che ama quel genere di posti.»
La padrona di casa le fece cenno con la mano e la fece accomodare.
«Non sono brava a cucinare ma spero vada.» disse mostrandole il cibo da asporto che aveva preso.
«Si, certo.»
Mangiarono in silenzio, Emma almeno ci provò visto che non faceva che guardare Roni.
«Sai che è inquietante il fatto che tu mi stia fissando mentre mangio?»
Emma arrossì violentemente.
«Scusa.» borbottò facendo ridere l'altra donna.
«Emma non è come se fosse la prima volta.»
«Per me si.»
Roni rimase in silenzio, bevendo un sorso di birra.
«Che hai fatto in questi mesi?» le chiese la bionda per togliersi dall'imbarazzo.
«Ho lavorato e poi ho deciso che avevo bisogno di una vacanza. Ho viaggiato per un po' per il paese e poi ho sono venuta a trovare mia sorella e i miei nipoti prima di tornare a casa.»
«Ti sei divertita?»
«Mi sono concentrata su me stessa, su ciò che sono e che voglio dalla vita.»
«Hai fatto meditazione?» scherzò Emma.
«Ho lavorato su me stessa.»
«Non era una presa in giro.»
«Mi ha fatto bene.»
«Hai capito cosa vuoi?»
«Sì.» rispose Roni girandosi verso di lei.
«Vuoi dirmelo?»
«Voglio continuare ad occuparmi del bar ma voglio anche viaggiare.»
«Da sola?»
«Credo che tu sia più interessata a sapere se sono stata con qualcuno in questi mesi, mi sbaglio?»
Emma si sentì scoperta e abbassò la testa.
«Sei stata...»
«Emma non ti riguarda.»
«Scusa hai ragione.»
«Anche tu non sei stata chiusa in un convento, mi pare.»
«Non sono stata con nessuno.»
Roni le lanciò un'occhiata scettica.
«È vero! Sono uscita solo due volte con lei quante volte devo ripetertelo e non è mai successo niente. Non potevo...»
«Perché?»
«Perché ti amo maledizione.» sbottò.
Roni rimase in silenzio per qualche attimo.
«Scapperai sempre al primo ostacolo.»
«No, non lo farò.»
«I tuoi precedenti dicono altro.»
«Non posso vivere senza di te. E hai ragione litigheremo ancora, perché è normale e me ne andrò sbattendo la porta ma non andrò più via dalla città, farò un giro in moto e forse ruberò una bottiglia di vodka ma tornerò sempre a casa.»
«Casa?»
«Sei tu la mia casa.» mormorò allungando una mano a sfiorare la sua, gli occhi chiari fissi nei suoi. Roni si alzò in piedi di scatto. «Dove vai?»
«Riparto domani.» rispose semplicemente entrando in casa.
Emma la seguì.
«Roni ti prego.»
«Non hai molto tempo per fare le valigie.»
Emma spalancò gli occhi.
«Vuoi dire che...»
«Voglio dire che dovresti baciarmi adesso e poi andare a fare le valigie, non voglio partire tardi per colpa tua.» disse sorridendo.
Emma non se lo fece ripetere due volte e la baciò. Tremando quando le loro labbra si sfiorarono, una piccola lacrima solcò il suo viso. Sorrise stringendo tra le braccia la donna che amava.
«Posso fare le valigie più tardi?» mormorò sulle sue labbra.
«Perché?»
Emma la strinse maggiormente, facendo aderire i loro corpi.
«Al primo appuntamento?» scherzò Roni.
«Ne avremo altri mille.» commentò Emma prima di baciarla di nuovo.
YOU ARE READING
Fire & Gasoline
Fanfiction«Hai una moto anche tu?» le chiese. «Mi sembra ovvio.» rispose con un sorriso. «È parcheggiata qui fuori.» «Qual è?» domandò sporgendosi sul bancone, curiosa. «Prova a indovinare.» sorrise versandosi da bere. Emma strinse appena le palpebre. Le lung...