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Si risvegliò la mattina dopo con un mal di testa che le rendeva quasi impossibile tenere gli occhi aperti. Si infilò la maglia e uscì dalla stanza per andare in cucina alla ricerca di un'aspirina.

Emma era già sveglia, stava preparando il caffè per tutti. Le sorrise quando la vide uscire dalla stanza.
«Buongiorno.»

Roni si stropicciò gli occhi con la mano. «Buongiorno.» rispose sbadigliando. Si avvicinò al pensile e si sollevò aprendo l'anta in alto, la maglia si sollevò scoprendole il sedere. Emma lo ammirò di soppiatto, poi spense il fornello e versò il caffé in tre tazze.
«Zucchero?» le chiese.

Roni scosse la testa e prese il flacone con l'aspirina; ne mandò giù due. Emma inarcò appena le sopracciglia a quel gesto. Le porse il caffé e mise in un piatto uno dei sei pancake che aveva preparato per poi posarlo sul tavolino.

«Mmm... ci voleva» sussurrò. «Grazie.»
«Figurati.»

«Il coyote è vivo?»
«Sì, l'ho schivato.»

«Buon per lui» socchiuse gli occhi ad un'altra fitta.

Emma le rivolse uno sguardo preoccupato. Abbassò il tono di voce.
«Andata bene la serata?»

«Benissimo.»

Le sorrise.
«Visto che ho fatto bene ad uscire?»

«Cosa c'entra?»

«Be' se fossi rimasta qui sarebbe stato diverso.» rispose iniziando a bere il caffé.

«Sarebbe stato lo stesso.»

Emma inarcò le sopracciglia.
«No, perchè ho il brutto vizio di disturbare le persone che fanno sesso prooooprio nel momento migliore...»

Roni scoppiò a ridere.

«Quindi ti capita spesso di disturbare altre persone che fanno sesso? Perchè la cosa ti diverte o perché vuoi unirti a loro?»

Emma si strinse nelle spalle con un'espressione buffa sul viso.
«Entrambe le cose!»

«Quindi ti piacciono i rapporti aperti, interessante.»

La bionda si sporse sul tavolo, uno sguardo ammiccante per lei.
«Mi piacciono molte cose Roni, e molte di queste cose sono davvero interessanti.»

«Buon per te. Spero che troverai qualcuno con cui condividerle.»

Il sorriso si spense. Si raddrizzò e sospirò.
«L'avevo trovato, ma si comporta da stronza» disse semplicemente, voltandosi per prendere un pancake per sé.

Roni stava per risponderle quando una voce alle sue spalle le interruppe.
«Buongiorno.» Robin fece il suo ingresso con solo i boxer addosso; diede un bacio a Roni. «Non credevo fossi già sveglia dopo stanotte.»

Emma trattenne ogni emozione negativa e gli porse il caffé.

«Grazie.» lui le sorrise e si sedette vicino a Roni, poggiando una mano sulla sua coscia.

«Ci sono i pancake se vuoi.» gli disse mentre finiva il suo caffé.

«Sì, sto morendo di fame, questa donna mi farà morire.» disse iniziando a mangiare.

Emma inarcò le sopracciglia. Mangiò il suo pancake in silenzio, poi si alzò e pulì il piatto.

Robin mangiò in fretta. «Amore devo andare a lavoro, ci vediamo stasera.» disse alzandosi, andò in camera a vestirsi e poco dopo tornò in cucina. «Ciao amore.» diede un lungo bacio a Roni prima di salutare Emma. «Ciao.» uscì di corsa.

Emma lo salutò con un cenno della mano.
«Che lavoro fa?» le chiese dopo qualche attimo.

«Lavora in un'autofficina. »

Annuì lentamente mentre si versava un bicchiere d'acqua.

«È bravo con i motori.» continuò la barista.

Emma inarcò le sopracciglia mentre beveva.
«Altrimenti non lavorerebbe lì.»

«Già.» si alzò e lavò la tazza.
«Qual'è il problema Roni?»

«Non c'è nessun problema.»

«Allora perché fai così?»

«Cosa starei facendo adesso? Di cos'altro vuoi accusarmi?»

Emma spalancò gli occhi.
«Accusarti? Io non ti ho mai accusata di niente!»

«Emma ti conosco da quanto, tre giorni? Non so cosa pensi che io stia facendo ma ti assicuro che non sto facendo niente...Tu sei simpatica e vorrei che tornassimo a prima di quello stupido bacio, ci stavamo divertendo prima no?»

La bionda la guardò negli occhi a lungo prima di risponderle, seria.
«Non si torna indietro nel tempo, Roni. Io sto cercando di fare del mio meglio, ma non cancellerò quello che è successo. Negare non porta a nulla. Di cosa hai paura?»

«Io non ho paura di niente. Va bene, vuoi che continuiamo così? Benissimo! Non provare mai più a mettermi le mani addosso.»

Emma annuì lentamente, poi si mosse dalla cucina e andò al divano letto, già richiuso. Si vestì e prese le borse della moto, poi la giacca.
«Grazie dell'ospitalità. Buona fortuna con il bar.» le disse prima di uscire dall'appartamento.

Roni la guardò andare via senza dire niente. Cosa doveva dirle? Che l'aveva spaventata? Che aveva rievocato brutti ricordi... No, quella parte della sua vita era finita.

Emma scese le scale con calma, attraversò il bar vuoto.

Rallentò. Guardò verso il bancone. Deviò dal tragitto verso la porta per prendere la tequila. Scrisse velocemente un messaggio sul blocchetto per le ordinazioni, poi, bottiglia alla mano, uscì dal bar.

Mise al loro posto le borse sulla moto e infilò la bottiglia in una di esse. Si calcò il casco sulla testa, inforcò gli occhiali e saltò in sella. La accese, sgasando più volte.

Partì sgommando.

Roni scosse la testa e si diresse verso il bagno, una doccia fredda era quello che le serviva per allontanare tutti i pensieri. Rimase sotto l'acqua fredda per dieci minuti prima di decidere che era abbastanza, che i brutti pensieri erano andati via. Si asciugò e si vestì per poi scendere al bar.

Notò subito la mancanza di una bottiglia dalla sua collezione, si accorse anche del blocchetto aperto sul ripiano scuro del bancone.

"Ci vuole un secondo a distruggere un rapporto. L'hai fatto con me, fallo con lui. Per te stessa. Ama te stessa.
E.

P.S.: la tequila è il mio pegno d'amore, quando tornerò sul mio cavallo bianco te la restituirò (vuota) ;P"

Stracciò il foglio con rabbia e lo gettò per terra.

«Stupida presuntuosa!»

Fire & GasolineWhere stories live. Discover now