5

230 32 8
                                    

Erano arrivati altri clienti, aveva servito a tutti birre e noccioline.

Emma la raggiunse dopo qualche minuto dietro al bancone ma rimase a distanza. Quella reazione l'aveva scossa. La sua mente lavorava in cerca di una spiegazione.

«Roni...» mormorò avvicinandosi cautamente a lei. «...mi dispiace, non volevo spaventarti.»

«Non ti avvicinare» sussurrò la donna per poi riempire un bicchiere di tequila e mandarla giù.

La guardò sempre più sconvolta. Abbassò lo sguardo poi. Un paio di pezzi del puzzle sembrarono andare a posto, si incupì. Prese un bicchierino anche lei e, per non avvicinarsi, afferrò la bottiglia di whiskey e buttò giù lo shottino.

Robin arrivò in quel momento.
«Ciao tesoro!»
«Ciao.» Roni gli sorrise con un po' di fatica.
«Stai bene?»
«Sì, sono solo stanca.»
«Domani il bar è chiuso, ti porto fuori a rilassarti.»
«Grazie.» rispose baciandolo.

Emma bevve un altro shot e poi andò nervosamente a servire il gruppo di motociclisti entrati con Robin.

«Emma ciao.» l'uomo la salutò con un sorriso. Ricambiò con un gran sorriso, falsissimo.

«Sono contento che ci sia qualcuno a dare una mano a Roni, vuole sempre fare tutto da sola»

«Sì, l'ho notato.» rispose laconica, sorridendo poi alla donna in questione. «Simpatico il ragazzo»

«Lo sai che non ho bisogno di nessuno» rispose in un borbottio la mora, continuando a lavorare.

Emma tornò al bancone per riempire altri boccali.
«Sì, sì...»

Robin sorrise «Lo so, sei una donna forte e indipendente, per questo ti amo.»

La bionda alzò discretamente gli occhi al cielo mentre riempiva le pinte.

Roni sorrise all'uomo.

«Resti stanotte?»
«Certo.» rispose lui per poi bere un sorso di birra.

Alle due ormai i clienti erano andati via.
«Per oggi abbiamo finito.» disse finendo di pulire il bancone.

Emma passò accanto a lei per prendere un altro straccio e andare a pulire i tavoli.

Roni uscì da dietro il bancone e si strinse a Robin, mentre Emma continuava a pulire i tavoli, lo sguardo ostinatamente rivolto su di essi.

«Per oggi basta Emma.» le disse stringendo la mano di Robin.

Rimise lo straccio a posto e la guardò.
«Ehm...» passò lo sguardo a Robin, poi di nuovo a lei, un sorriso più che falso in viso «Vado a farmi un giro in moto, un oretta d'aria fresca mi farà bene.»

«È molto tardi...» commentò la donna osservando l'orologio appeso al muro. «Non dovresti girare a quest'ora da sola.»

Emma allargò gli occhi per un istante.
«Hai paura che mi mangi un coyote?» sorrise.

«Ho paura per il coyote farebbe indigestione.»

Emma scoppiò a ridere allegramente.
«Possibile!»

«Non dovresti andare.»
«Roni, so badare a me stessa.»

«Fai come vuoi.» replicò andando verso le scale che portavano di sopra.

Sospirò e roteò gli occhi prima di seguirla.
«Dai, scherzavo! Lo so che è pericoloso!»

«Oggi è di pessimo umore non le piace scherzare.» le sorrise Robin. «Non prendertela, ogni tanto fa così ma poi le passa.»

Emma gli lanciò un'occhiata.
«Ah lo spero proprio...»

Robin seguì la mora al piano di sopra lasciando Emma da sola

Sbuffò. Se avesse potuto, avrebbe bevuto tutta la tequila, ma Roni non gliel'avrebbe mai perdonato, ne era sicura.
«Fanculo le indecise...» sussurrò rabbiosamente tra sé mentre usciva dal bar e si dirigeva alla moto.

Montò in sella, si mise il casco e accese il motore. Lanciò un'occhiata incazzata al bar e poi partì.




Roni si cambiò velocemente, indossò una maglia extralarge e una paio di pantaloncini e si mise a letto. Sentiva la tensione sulle spalle, su tutto il corpo.
«Stai bene?»
«Certo.»
«Che succede?» Robin si sedette accanto a lei.
«È un'idiota, andare in giro di notte...»
«Non sono affari tuoi quello che fa.»
«Lo so.»
«Allora?»
«Niente, hai ragione.»
L'uomo si spogliò e si stese accanto a lei.

Roni lo guardò, gli accarezzò il viso e poi si mise a cavalcioni su di lui iniziando a baciarlo.




La strada era deserta, fredda, meravigliosa. Guidò a lungo, percorrendo ogni strada tranne quella che aveva fatto con Roni. Schivò un serpente e una lepre lungo il cammino. Si fermò persino a bordo strada a guardare le stelle per una decina di minuti. Sospirò, rilassandosi alla loro vista, come sempre. Mise il cavalletto e frugò nelle tasche della giacca. Con un sorriso soddisfatto trovò uno spinello. Lo accese ed espirò alla luna. Lo gustò con lentezza, godendoselo. Quando finì, schiacciò il mozzicone sotto la suola di cuoio dello stivale e rimontò in sella. Si sentiva rinata. Accese il motore e ripartì alla volta del bar.

Parcheggiò e rientrò, richiudendosi la porta alle spalle. Salì silenziosamente i gradini di legno per poi entrare nell'appartamento senza fare un suono.

Si mise il più silenziosamente possibile sul divano, sfilandosi gli stivali. Si addormentò non appena chiuse gli occhi.

Fire & GasolineWhere stories live. Discover now