chapter 8

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Cosa ha lei che non ho io? Capelli e occhi chiari? L'altezza? Non sono una ragazza perfetta ma mi aveva dato l'impressione di essere abbastanza,per lui.
Urlare era l'unica cosa che mi facesse sfogare. Volevo andarmene,scappare. Scansare questa situazione. Avrei fatto del male a mio fratello per lui? Avrei tradito la fiducia di Dylan per un puttaniere?
Ma dire "amore sbagliato" non esiste.
Non è mai sbagliato amare.
Se è amore non è sbagliato.
Se è sbagliato non è amore. Ma era amore?
Sento bussare alla porta.
"Sole apri questa cazzo di porta o giuro che la butto a terra a costo di rompermi una spalla." rimasi in silenzio.
"So che sei qui dentro ti ho vista entrare."
"Cosa cazzo vuoi." dissi bruscamente.
"Te." disse con un filo di voce ma riuscii a sentirlo.
"non mi pare." dissi a mia volta con tono basso.
Eravamo entrambi con la fronte sulla porta uno su ogni estremità. Taylor si tocca il ciuffo non sapendo da dove cominciare.Non lo farò entrare. Non deve vedermi in queste condizioni. Per lui.
"sappiamo entrambi che era sbagliato. Te ne stavi accorgendo anche tu. Non stavamo insieme come prima." disse cercando di spiegare.
"No. Insieme siamo stati due grandi errori,ma non siamo mai stati sbagliati."
dissi asciugandomi le lacrime.
"Non cercare scuse. Lei è meglio di me. Hai fatto la scelta giusta. Ma ascolta te stesso anche quando ti sembra assurdo. Non è mai sbagliato." ricomincio a piangere pensando alle stesse parole che mi disse una volta mia madre. Si stava aggiungendo tutto e mi sentivo terribilmente fragile.
"Non sono scuse..ma bisogna accettare che ci sono persone che potrebbero amarsi tantissimo,ma si incontrano nel momento sbagliato della loro vita."
"e allora? Se si ama si è pronti a tutto e..." sento un pugno dalla sua parte della porta. Mi ferma prima che potessi continuare.
"Non è così. Non eravamo fatti l'uno per l'altra. Fine." dice serrando la mascella.
"Nessun problema." aggiunse.
"Invece si. Sai qual è il problema? Il problema è che i miei occhi si sono innamorati dei tuoi,le mie orecchie dipendono dalla tua voce e ogni singola parte di me dipende da te."
Le lacrime non riuscivo più a trattenerle.
Non sono forte,non come credevo.
Non sono la preferita di nessuno.
Potranno anche dirmi che sono importante e speciale per loro,ma io so che ci sará sempre una persona che sceglieranno al mio posto.
È sempre stato così.
Hai presente quando stai per crollare?
Quando nessuno ti considera?
Quando vorresti piangere e non puoi? Ecco,questa sono io.
Ho il cuore tenero,non è mica di legno. Me l'hanno spezzato di brutto e questo non è bello.
"Ascoltami. " disse pur non sapendo cosa dire.
"Non ascolterò nulla da te. Ogni cazzo di parola che dici mi ferisce ed è abbastanza ciò che ho visto." dissi ormai piangendo.
pov's Dylan
Volevo piangere ma non potevo. Non devo abbattere la mia reputazione. Ma cazzo allora anche l'amore fa male. L'ho persa. Pensavo di fare la cosa giusta ma mi sbagliavo. Non ho ascoltato me stesso.
Me ne sono sbattuto di come l'avrebbe presa. Infondo è per lei,ma cazzo voglio vedere almeno le sue labbra. Anche per l'ultima volta. Passerei ore a guardarla. Ora mi toccherà baciarla con gli occhi. Vorrei dirle perché l'ho fatto e mettere fine a tutto ciò ma ci sono cose che non puoi raccontare che devi tenerti dentro anche a costo di soffocare.
Ho avuto il meglio tra le mani e come un deficiente non ho capito niente.
Avrei voluto prenderla e baciarla ma non potevo. Me ne andai rassegnato. Non c'era nulla da aggiungere. Non ero riuscito a lottare per lei.

-

Suona la campanella. Dopo quello sfogo sono uscita e mi sono rimessa la corazza che avevo qualche tempo fa. Voglio mia mamma. Lei mi alzerebbe subito di morale. Perché tutto a me?
Vado in classe essendo già in ritardo.
"Signorina siete in ritardo." Grazie al cazzo,non me ne ero accorta.
Non rispondo e vado a posto. Non avevo più voglia di fare nulla. Non per pigrizia ma mi sentivo stanca.
"Sole è successo qualcosa?" disse la mia migliore amica,preoccupata. In effetti non ero mai stata in silenzio.
"Non è successo niente." dissi non guardandola in faccia,bensì avanti a me. Avevo lo sguardo perso,i miei occhi guardavano la lavagna ma la mia mente non voleva connettere. Come aveva potuto farmi questo effetto? Forse mi ero affezionata troppo. Di solito non mi fido facilmente ma lui mi dava sicurezze,nonostante il suo carattere da stronzo.
"Sole te lo richiedo,stai bene?" ritornò la voce di Jessica a invadermi le orecchie.
Annuì,era la domande peggiore che mi potesse fare. Voleva solo aiutarmi,capire cosa avessi,lo so,ma ora non è il momento.
"non mentirmi,non a me. I tuoi occhi sono cambiati,sono vuoti..e non vedo come sia possibile dato che ti ho vista appena ieri e non eri così." disse guardandomi.
Beh se è per questo non ero così fino a poco meno di un'ora fa. Infondo però avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse.
"te lo racconto oggi. Passa a casa." dissi per poi scappare fuori con le lacrime agli occhi non curante del prof che chiedeva spiegazioni.
Faccio il permesso per andarmene.
Non potevo rimanere un'attimo di più in quella scuola. Attraverso il corridoio composto da quelle scale maledette.
Vedo passare il pullman dove è cominciato tutto. La panchina dove mi sono presa la sigaretta da Taylor.
Non doveva accadere,ma è successo.
Corro,non avevo una meta precisa. Tutti erano felici dell'arrivo del Natale. Luci di qua e di là. Era tutto in scontro con la mia anima.Questo è il peggior Natale mai vissuto. Le gambe mi portano lì dove avevo passato i ricordi più belli. Mi trovo quasi sulla cima di una montagna. Dove se ti sporgi vedi il mare. Mia mamma mi portava sempre qui da piccola. Altri ricordi mi martellano la testa e comincio ad urlare. Nessuno poteva sentirmi e questo era il mio vantaggio. Eppure i miei ricordi non sono chiari per quanto riguarda la sua morte. Al collo ho la collana che mi regalò lei. Tutto è collegato a mia mamma e mi sento soffocare.
"Perché lei!" Urlai sperando che qualcuno da lassù mi sentisse.
"Rispondi cazzo." dissi buttando la borsa a terra.
"Perché devo essere sempre quella a stare male." dissi piangendo. Ero un misto di rabbia e delusione. Cado sulle mie stesse gambe. A terra c'erano delle pietrine che mi sbucciavano il ginocchio ma non me ne importava. Non riuscivo a reggermi in piedi. Presi il ciondolo presente sulla collana e lo misi nella mano fissandolo.
"mamma" un secondo dopo era del tutto bagnato dalle mie lacrime.
Urlo fino al perdere la voce. Urlo a me stessa. Alla mia ingenuità. Urlo a Dio. Urlo a tutti. Urlo al mondo.

-

Sono a casa. Jessica sarà qui a momenti dato che sarà tornata a casa da scuola da un'oretta. Parli del diavolo spuntano le corna,il campanello ha suonato. Corro ad aprila e la faccio entrare.
"eccomi." la abbraccio. Ne avevo estremamente bisogno.
Andiamo su in camera mia e le racconto tutto.
"Certo che non ne trovi mai uno giusto." disse dispiaciuta per me.
"lui era quello giusto."
"non lo era se non ti sapeva amare." disse con tono deciso.

il miglior amico di mio fratello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora