Capitolo 12

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Il cielo stellato si estendeva sopra di lui come un oceano sfavillante. Jimin osservava quello spettacolo con le labbra socchiuse dallo stupore. Alzò le braccia al cielo, nel vano tentativo di raggiungere quelle gemme preziose e avvertire tra le dita la loro delicatezza ancestrale. Il suo corpo sospeso nel tempo, sembrava non avere peso. Tutto intorno a lui l'oscurità aleggiava come un velo di seta, ma Jimin non era spaventato. Anzi. Non si era mai sentito così sereno.

«Jimin.»

Il giovane inspirò di colpo e chiuse gli occhi. Un voce vellutata come i petali di una rosa, gli era giunta in un sussurro. Una lacrima prigioniera sfuggì dalle ciglia di Jimin e gli solcò rovente come un dardo di fuoco, la guancia. 

Mamma

Dischiuse gli occhi e la vide. La sua figura si stagliava nella notte e accecava il ragazzo con il suo splendore. Il suo candido viso era il ritratto della quiete, i lunghi capelli corvini le volteggiavano attorno come una coperta di tenebre. Era bellissima, eterna. Sulle sue labbra rosso rubino sbocciò un sorriso amorevole. Sul capo riposava una corona di iris dai petali argentei.

«Mamma.» Sussurrò.

Le lacrime oramai gli rigavano il volto, inesorabili. Yuri posò una mano sulla guancia del giovane. «Non piangere, figlio mio.» La sua voce era una cacofonia di campane dorate che accarezzarono l'udito di Jimin come un balsamo lenitivo. Il cuore di Jimin fremette quando le dita della donna gli sfiorarono il viso. È tutto così reale.

«Non piangere Jimin.»

Il ragazzo si voltò. Taehyung gli sorrideva, il corpo avvolto da una cortina di luce. I suoi ricci dorati risplendevano nell'oscurità. Se Jimin avesse dovuto descriverlo utilizzando soltanto una parola, l'unica cosa che gli riecheggiava nella mente era: angelo. Jimin avrebbe potuto vivere per sempre lì. Tutto ciò che aveva desiderato, sognato, bramato, era lì.

Sua madre

Taehyung







La signora Kim rimase interdetta quando un giovane ragazzo dalla carnagione candida e i biondi riccioli nascosti da un cappuccio si presentò dinanzi la sua porta. La sua somiglianza con Yuri era abbagliante. Ruka ebbe un tuffo al cuore. Jimin osservava la donna con apparente calma, ma dentro di sé infuriava una tempesta. Non riusciva a scrollarsi di dosso quel sogno. Si schiarì la gola quando si rese conto che la signora Kim non lo avrebbe invitato ad entrare.

«Salve signora Kim, sono Jimin, un amico di Taehyung.» Disse.

All'interno della casa risuonarono dei passi concitati e poco dopo una testolina fece capolino da dietro la porta. Non appena Shiki scorse Jimin il suo faccino s'illuminò. Con un balzo afferrò la sua mano e lo trascinò all'interno, incurante delle proteste di sua madre.

«Jimin?»

Una voce roca e profonda catturò l'attenzione del biondino. Taehyung era ai piedi delle scale e lo osservava con i suoi begli occhi curiosi. Dietro di lui la figura di Jungkook troneggiava sul giovane. Alzò un sopracciglio come saluto.

«Cosa ci fai qui?»

Jimin ammirò come i capelli formassero un'aureola color miele intorno al suo viso, donandogli un'aura ultraterrena. Non lo sapeva nemmeno lui perché si trovasse lì.

«Abbiamo perso abbastanza tempo, non vorrai mica rovinare la tua media per il corso di letteratura. Dobbiamo metterci a lavoro.»

Sul viso di Taehyung si manifestò un'espressione contrita. La labbra di Jimin si allargarono in un sorriso involontario.

𝑀𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑦 𝑜𝑓 𝑙𝑜𝑣𝑒 ➶ 𝑉𝑚𝑖𝑛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora